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Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 16/03/2018, a pag. 15, con il titolo 'Le armi dell’esercito libanese non finiranno a Hezbollah' il commento di Francesca Paci; da LIBERO, a pag. 3, con il titolo "Alfano è dimissionario ma aumenta i fondi ai palestinesi", il commento di Maurizio Stefanini. A destra: Saad Hariri con Angelino Alfano E' fondamentale che l'Occidente - inclusa l'Italia - appoggi le forze pragmatiche nei Paesi arabi sunniti. Saad Hariri però, oltre a chiedere soldi accusa esplicitamente Israele. Infatti alla doverosa domanda "come essere certi che le armi destinate non finiscano alle milizie sciite del Partito di Dio?", Hariri ha risposto incredibilmente: "Non succederà mai. La storia del Libano dimostra che gli aiuti stranieri alle nostre forze di sicurezza sono sempre arrivate a destinazione, non abbiamo mai perduto armi e mai succederà. Chi mette in giro queste voci è Israele, ma si tratta di propaganda contro di noi". Una domanda al premier Hariri: chi ha fornito le armi agli Hezbollah? Piovute dal cielo, gentile dono di Allah? Quando Hezbollah ha ucciso suo padre, dove erano le forze 'regolari' libanesi ? E il suo viaggio in Arabia Saudita, era turistico oppure ha colto un ottimo invito per informare il mondo che lei stava per fare la fine di suo padre? Anche in questi casi c'era Israele e la sua propaganda? Allo stesso tempo, è indispensabile chiarire - come fa Maurizio Stefanini - il doppio standard di giudizio sui profughi: da una parte gli ebrei cacciati o fuggiti dai Paesi arabi, dimenticati da tutti e integrati in Israele, dall'altra i discendenti dei profughi arabi palestinesi del 1948, che in gran parte abbandonarono le proprie case per loro volontà, i quali godono ancora dello status di "profughi", al solo scopo di trasformarsi in armi contro lo Stato ebraico. Ecco gli articoli: LA STAMPA - Francesca Paci: 'Le armi dell’esercito libanese non finiranno a Hezbollah'
«Un pomeriggio di successo» chiosa il premier libanese Saad Hariri al termine della seconda Conferenza di Roma degli amici del Libano, quella che ha riunito alla Farnesina 40 nazioni, il segretario dell’Onu Guterres e la Lega Araba per finanziare il rafforzamento dell’esercito di Beirut, vale a dire ridimensionare il contropotere militare di Hezbollah. La stabilità del Paese dei Cedri passa da qui e l’Italia si è spesa molto per prendere in mano l’iniziativa, lanciata da Obama e poi raccolta da Trump, a cui Parigi contribuirà con l’apertura di una linea di credito da 400 milioni di euro in favore delle forze armate e l’Ue - dice l’Alto rappresentante Federica Mogherini - assicurerà altri 50 milioni di euro entro il 2020 (3,5 milioni in training e attrezzature per la sicurezza dell’aeroporto di Beirut). LIBERO - Maurizio Stefanini: "Alfano è dimissionario ma aumenta i fondi ai palestinesi" Alfano sta per lasciare la Farnesina e anche la politica, visto che non si è neanche ricandidato. Ma fa ancora in tempo a promettere 11 milioni di dollari dei contribuenti italiani a favore dell'Unrwa: quell'agenzia Onu che nacque una settantina di anni fa per risolvere la crisi dei rifugiati palestinesi, e che ha invece contribuito a renderla infinita. O forse non sono esattamente 11 milioni: «Nel 2018 l'Italia intende raddoppiare il supporto finanziario alle attività umanitarie gestite dall'Unrwa in Siria. Non faremo mancare il nostro appoggio a questa Agenzia», ha detto infatti il ministro degli Esteri durante la Conferenza ministeriale straordinaria a sostegno della United Nations Relief and Works Agency for Palestine Refugees in the Near East, questo è il significato esatto dell'acronimo, che si è tenuta ieri a Roma presso la sede della Fao. «Per fronteggiare la crisi in Siria», ha spiegato, «negli ultimi anni l'Unrwa ha dovuto incrementare le proprie attività di assistenza e soccorso alle centinaia di migliaia di rifugiati palestinesi rimasti nel Paese, soccorrendo anche altre decine di migliaia di sfollati in Libano e Giordania». LE CIFRE E’ possibile dunque che Alfano non voglia raddoppiare il contributo italiano nel suo complesso, ma solo un'aliquota. Cifre esatte non ne ha date: non è chiaro se per non spaventare i contribuenti italiani perché erano troppo forti, o non deludere gli intervenuti perché troppo esigue. L'evento romano si proponeva di affrontare l'emergenza che si è creata nel momento in cui Trump ha annunciato il taglio dei fondi Usa. Non è che ci sia riuscito. Sono stati infatti promessi 100 milioni di dollari, ma il deficit è quattro volte e mezzo tanto: 446 milioni! Creata con la risoluzione 302 del 1949 per assistere i profughi palestinesi in seguito alla guerra arabo-israeliana del 1948, l'Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso dei rifugiati palestinesi nel Vicino Oriente rappresenta il caso unico di un'agenzia Onu che si occupa di un gruppo di rifugiati specifici. Tutti gli altri rientrano nell'ombrello dell'Acnur: quell'Alto Commissariato Onu per i rifugiati della cui Rappresentanza per il Sud Europa Laura Boldrini fu portavoce tra 1998 e 2012. IL CONFRONTO È servito ai palestinesi essere trattati a parte? L'efficienza dell'Unrwa si può misurare comparandola col caso degli esuli giuliano-dalmati in Italia, che più o meno erano lo stesso numero, e furono espulsi dalle loro terre quasi in contemporanea. La questione istriana è ancora dolorosa per l'Italia, ma nel giro di qualche anno quei rifugiati furono risistemati e reinseriti. Non li si tenne per 70 anni ammucchiati in campi profughi ai confini con la Jugoslavia e a spese di un'agenzia Onu, apposta per poter continuare a tenere la rivendicazione in piedi ed usarli come strumento di propaganda politica! Ciò, senza neanche entrare nel merito di quanti effettivamente di questi soldi vadano a quelli che vivono nei campi e quanti siano invece intercettati dalla nomenklatura di Al Fatah o Hamas. Anche Israele dovette reinserire un bel po' di ebrei espulsi dai Paesi arabi: nel 1948 e negli anni successivi. Per questo chiede oggi che l'Unrwa sia smantellata, passandone le competenze all'Acnur anche le sue competenze. Il bello è che i profughi assistititi dall'Unrwa sono da sempre una leva di propaganda anti-occidentale e anti-Usa, ma ne sono poi Usa e Occidente i principali finanziatori. Trump ha ridotto il sostegno da 364 a 125 milioni di dollari proprio sostenendo che è l'Unrwa a spingere di fatto i palestinesi a fare ostruzionismo sulle proposte di pace. Per inviare la propria opinione, telefonare:
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