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Legge bavaglio in Polonia. Cronache e commenti oggi,02/02/2018 sul GIORNALE a pag.14 Fiamma Nirenstein, sulla STAMPA a pag.8 Elena Loewenthal, Monica Perosino, sulla REPUBBLICA Anna Lombardi intervista Jan Gross. Il Giornale-Fiamma Nirenstein:" Shoah, non c'entriamo, la Polonia vara la legge che indigna Israele"
Il Senato polacco è andato fino in fondo sull'onda della spinta nazionalista, che da sempre eccita il popolo polacco in modo poetico quanto illusorio e alla fine bugiardo.Ieri, senza riguardo per la storia, il Senato ha votato dopo qualche giravolta una legge per cui "chiunque dichiari pubblicamente e contrariamente ai fatti che la Nazione Polacca o la Repubblica di Polonia è responsabiule o coresponsabile per i crimini nazisti commessi dal Terzo Reich.. o di altri crimini che costituiscono crimine contro l'umanità o crimini di guerra o chiunque altrimenti diminuisca le responsabilità dei veri perpetratori di tali crimini è condannabile a multa o alla prigone fino a tre anni" Israele è giustamente irato, anche perchè il primo ministro Netanyahu, che dichiara che la menzogna non passerà, sabato scorso aveva ottenuto al telefono dalla sua controparte polacca Mateusz Moraswiecki la promessa di una revisione della cancellazione delle responsabilità polacche. Adesso, Israele medita con rabbia e anche con imbarazzo una reazione adeguata. Il dilemma è serio. Da una parte la Polonia è molto amichevole verso Israele nell'ambito della sempre astiosa e aggressiva Unione Europea, dall'altra il gesto revisionista e persino negazionista della verità storica è sconcertante e doloroso. Come stanno veramente le cose? C'è un pò di ragione e del torto marcio nella posizione Polacca. Perchè è certamente vero che non sono stati i Polacchi a organizzare lo sterminio degli ebrei, che i nazisti non erano loro amici, al contrario: fra i 5milioni e mezzo e i 6 milioni e mezzo di cittadini polacchi ( che combatterono aspramente e con coraggio) furono uccisi dai nazisti, ma la sofferenza degli ebrei che erano il 10 per cento della popolazione totale,. circa 3 milionbi e mezzo, è incomparabile: tutti fuorchè un centinaio di migliaia sono stati sterminati. I tedeschi costruirono in Polonia circa 450 fra campi di concentramento, campi di lavoro e di prigionia e 700 ghetti. Gli ebrei furono destinati all'estinzione di massa nei campi di Auschwitz Birkenau, Belzec, Chelmno, Majdanek, Treblinka, Sobibor. Certo, furono i naszisti a scegliere la Polonia perchè era più facile spingere le masse presenti in quel Paese alla morte, ma anche perchè poteva contare su un inveterato, profondo, aggressivo antisemitismo di massa. I campi non sono polacchi, sono nazisti, va bene; 6700 polacchi sono commemorati al museo di Yad va Shem perchè salvarono tanti ebrei. Ma i polacchi furono spesso complici, denunciarono, spiarono, uccisero come a Jedwabne, nel 1941, dove i 1600 cittadini ebrei furono fatti a pezzi, bruciati vivi, sottoposti a torture da antisemiti polacchi e tedeschi. A Kielce, nel 1946, decine di ebrei furono massacrati durante un pogrom polacco, dopo la Shoah. I nazisti erano già andati a casa. La Polonia vuole dimenticare la sua brutta faccia antusemita e così facendo rischia di riportare in vita l'odio contro gli ebrei. Mio padre dopo che la sua famiglia, del villaggio di Baranov, era stata sterminata (il padre, la moglie del padre, un fratello minore adorato oltre a quattro sorelle per parte di padre oltre a diversi zii e cugini) a Sobibor, campo di concentramento nazista su suolo polacco, tornò dopo la guerra a rivedere la sua casa. Un gruppo di polacchi gli si fece intorno e lo minacciò di morte se non se ne fosse immediatamente andato. Nel film di Lanzmann "Shoah" i contadini che si assiepano lungo le rotaie dei treni della morte facevano agli ebrei che li guardavano supplicando aiuto dai treni piombati il segno della morte sulla giugulare. Intorno al Ghetto di Varsavia, dove i bambini morivano per la strada ridotti pelle e ossa, la gente non si batteva per salvarli, camminava tranquilla. Davvero i polacchi vogliono dimenticare tanta responsabilità? Israele afferma che non lo permetterà. La Stampa-Elena Loewenthal:" Quella terra svuotata dei suoi ebrei è il simbolo dello sterminio"
Alla vigilia della Seconda Guerra Mondiale vivevano in Polonia circa tre milioni e mezzo di ebrei, che componevano grosso modo I'11% della popolazione totale. Nel 1945 erano duecentomila, ed è terribilmente facile fare i conti: il 90 per cento è stato sterminato. Nel 2010 erano poco più di tremila. Che lo voglia o no, la Polonia è a un tempo il simbolo e l'essenza dello sterminio, con il vuoto assurdo che si ritrova. La legge appena approvata dal Parlamento polacco è a un tempo scandalosa e coerente: la «dismissione» della Shoah, il fatto di rinnegarla in quanto parte del passato polacco è l'ultimo atto di quel secolare e non di rado violento senso di estraneità che il Paese ha manifestato verso i «suoi» ebrei. Basti pensare che più di un anno dopo la fine della guerra, e precisamente il 4 luglio del 1946, con la cenere residuale dei forni crematori ancora a concimare il terreno delle campagne, in una cittadina polacca di nome Kielce 40 ebrei furono ammazzati e più di 80 feriti nel corso di un vero e proprio pogrom innescato dalla diceria secondo cui alcuni di loro avevano rapito un bambino per usarne il sangue - secondo il più classico e assurdo copione della violenza antiebraica, dal Medioevo in poi. pag. 1 di 5
La Stampa-Monica Perosino:" Carcere per chi parla di complicità "
Come non fosse successo nulla, sordi alle proteste delle vittime dell’Olocausto, dell’opposizione interna, di Israele, dell’Ue e degli Stati Uniti, pochi minuti prima delle due di mercoledì notte, la Camera alta polacca ha approvato con 57 voti favorevoli, 23 contrari e due astenuti la controversa legge sui campi di sterminio che prevede pene fino a tre anni di carcere per chiunque si riferisca ai lager nazisti come campi «polacchi». Ma il punto che più fa scatenare le reazioni è un altro: diventerà illegale accusare la nazione polacca di collaborazionismo con il regime hitleriano. Ora gli occhi sono tutti puntati sul presidente Duda che dovrà decidere se approvare la legge, bloccarla o imporre modifiche. Il governo polacco non accenna a passi indietro e i legami tra il presidente e il leader del partito al potere, il PiS di Kaczynski, sono molto stretti. Così che Duda potrebbe assecondare i desideri del partito ultraconservatore. «Noi polacchi, siamo stati vittime, come lo erano gli ebrei», ha detto l’ex premier Beata Szydlo. «È un dovere difendere il buon nome della Polonia». Ma il «buon nome della Polonia» e la sua reputazione internazionale è precipitata dopo le condanne incrociate degli Stati Uniti, che vedono la legge come una «minaccia alla libertà di parola» e ne chiedono il veto, di Israele che accusa Varsavia di negazionismo e anche del ex premier Donald Tusk e attuale presidente del Consiglio europeo: l’espressione campi polacchi riferita ai lager nazisti «è una spregevole diffamazione» ma la legge approvata dal Senato ha avuto l’effetto boomerang di «promuovere questa vile calunnia in tutto il mondo, efficacemente come nessuno ha mai fatto prima». Il primo vicepresidente della Commissione Europea Timmermas riporta il dibattito al punto cruciale: «Tutti i Paesi europei occupati da Hitler hanno avuto, oltre ai molti eroi, anche collaborazionisti». I colloqui diplomatici delle ultime 72 ore hanno portato a un nulla di fatto, e l’ira di Israele contro la legge non si placa: «Non lasceremo che la decisione del Senato polacco passi senza reazioni. L’antisemitismo polacco ha alimentato l’Olocausto» ha detto il ministro Yoav Gallant. Mentre il premier Benjamin Netanyahu, potrebbe richiamare l’ambasciatore israeliano in Polonia per consultazioni, come chiesto da più parti. In Israele il dibattito era scoppiato già nel fine settimana, dopo il primo via libera alla Camera polacca: «La nostra posizione è che il testo deve essere cambiato», aveva affermato Netanyahu, chiarendo che «non abbiamo tolleranza per la distorsione della verità e la riscrittura della storia o la negazione dell’Olocausto». Fonti diplomatiche di Varsavia sono al lavoro per tentare di contenere i danni, ma non nascondono la sorpresa: «La legge è stata studiata ed emendata con l’aiuto di autorità ed esperti israeliani. E nella maniera più assoluta non protegge i criminali, e non limita le discussioni pubbliche su i casi di pogrom contro gli ebrei, verificati in tutta l’Europa occupata, inclusa la Polonia. A questi crimini hanno partecipato anche i polacchi». La Repubblica-Anna Lombardi: " Jan Gross, la destra estirpa il passato così la retorica xenofoba funzione" «Imporre un bavaglio ai fatti storici è una questione molto seria. Un tentativo di falsificare la verità. Che a mio giudizio implicitamente ammette che parte della popolazione polacca fu complice del processo di eliminazione dei loro compatrioti ebrei durante la seconda guerra mondiale». Per inviare la propria opinione, telefonare: segreteria@ilgiornale.it direttore@lastampa.it rubrica.lettere@repubblica.it |
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