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La Stampa - Il Foglio Rassegna Stampa
14.12.2017 Michele Emiliano, parole indecenti: 'Gasdotto come Auschwitz'
Cronaca di Andrea Carugati, editoriale del Foglio

Testata:La Stampa - Il Foglio
Autore: Andrea Carugati
Titolo: «'Cantiere del Tap come Auschwitz': Emiliano all’attacco, Calenda lo gela - La banalità del qualunquismo»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 14/12/2017, a pag. 7, con il titolo "'Cantiere del Tap come Auschwitz': Emiliano all’attacco, Calenda lo gela", la cronaca di Andrea Carugati; dal FOGLIO, a pag. 3, l'editoriale "La banalità del qualunquismo".

Ecco gli articoli:

LA STAMPA - Andrea Carugati: " 'Cantiere del Tap come Auschwitz': Emiliano all’attacco, Calenda lo gela"

Immagine correlata
Michele Emiliano

Il cantiere del gasdotto Tap di Melendugno «sembra Auschwitz», l’affondo mattutino del governatore della Puglia Michele Emiliano intervistato a «Circo Massimo» su Radio Capital. «Se vedete le fotografie è proprio identico. Hanno alzato un muro di cinta con filo spinato, stanno militarizzando inutilmente una zona e i cittadini vedono in quella struttura qualcosa che ricorda cose tristi della storia». È solo una tappa della guerra tra Emiliano e il ministro dello Sviluppo Carlo Calenda, che hanno idee molto diverse sul progetto che collegherà l’Azerbaijan con la Puglia. La replica del ministro è durissima: «Il paragone con Auschwitz è grave e irrispettoso, Emiliano rientri nei limiti di un confronto civile». Dopo qualche ora il presidente della Puglia fa retromarcia: «Un paragone oggettivamente sbagliato, mi scuso». Ma è solo una tregua linguistica. Su tutto il resto i due restano lontanissimi. «L’incidente gravissimo in Austria avrebbe dovuto far riflettere, qui in Puglia si rischia un incidente simile», attacca il governatore. «Ma Calenda va avanti senza approfondire. Io non sono il signor No, ma quel gasdotto doveva arrivare a Brindisi, in una zona industriale, non a Melendugno». Lo scontro si estende anche al caso Ilva: «Non si preoccupa dei morti, meglio non averlo come ministro», bombarda Emiliano. «Calenda media tra la lobby del carbone e quella del gas, poi terrorizza con il ricatto occupazionale. Cerca una collocazione perché tra qualche mese è senza lavoro». Immediata la replica del ministro: «Parole infantili e volgari. Dunque sull’Ilva sostengo la lobby del carbone contro quella del gas e sul Tap quella del gas contro quella del carbone. E quei poveracci del petrolio?! Prossima puntata scie chimiche e Stato Imperialista delle Multinazionali».

IL FOGLIO: "La banalità del qualunquismo"

Immagine correlata
Questo è Auschwitz

Il cantiere Tap di Melendugno sembra Auschwitz, se vedete le fotografie è proprio identico. Hanno alzato un muro di cinta con filo spinato, è impressionante”. Pur di mantenere il proscenio mediatico Michele Emiliano è tornato a proporre disgustosi paragoni tra la tragedia della Shoah e le battaglie politico-ideologiche di suo interesse. Dopo l’invito a “rientrare nei limiti di un confronto civile” del ministro dello Sviluppo, Carlo Calenda, il presidente della Puglia s’è poi scusato per avere “inopportunamente utilizzato” un “paragone oggettivamente sbagliato”. Le scuse di Emiliano paiono pelose, tentano di rimediare a una gaffe inescusabile. Soprattutto perché il magistrato (in aspettativa) dovrebbe rappresentare una categoria di professionisti con senso dello stato e della storia, ma non è nuovo a simili intemerate. “Le parole, specie se dette da un’istituzione, sono pietre”, ha detto Raffaele Fitto notando che Emiliano è avvezzo ad azzardare paragoni con lo sterminio del popolo ebraico: a un vertice istituzionale a Bruxelles aveva paragonato l’abbattimento degli ulivi colpiti dalla Xylella, contromisura per evitare il contagio del patogeno, a “quando nei campi di concentramento della Shoah si uccidevano gli ultimi prigionieri mentre stavano arrivando gli Alleati”. Ma non è soltanto Emiliano. Mesi fa, a Bari, un giudice stabilì che un centro per migranti sfigurava il paesaggio pugliese come Auschwitz in Polonia. E’ altrettanto sorprendente che dal Pd di cui Emiliano fa parte non giungano censure, e in particolare da Emanuele Fiano, che ha fatto della lotta all’antisemitismo una sacrosanta bandiera. L’unica attenuante è la condizione di stress di chi ha perso su tutta la linea. Ma la domanda resta: il Pd da che parte sta? Con Emiliano o no? Attendesi risposta, grazie.

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