venerdi 19 aprile 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


Clicca qui






Libero - Italia Oggi Rassegna Stampa
17.11.2017 Onu contro Israele e solidale con i peggiori dittatori
Commenti di Giovanni Sallusti, Paolo Vites intervista Gian Micalessin

Testata:Libero - Italia Oggi
Autore: Giovanni Sallusti - Paolo Vites
Titolo: «Siamo noi che accusiamo l'Onu: insulta Israele e coccola i dittatori - L'Onu ha poco da criticare la Ue»

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 17/11/2017, a pag. 11, con il titolo "Siamo noi che accusiamo l'Onu: insulta Israele e coccola i dittatori", il commento di Giovanni Sallusti; da ITALIA OGGI, a pag. 8, con il titolo "L'Onu ha poco da criticare la Ue", l'intervista di Paolo Vites a Gian Micalessin.

Ecco gli articoli: 

Immagine correlata

LIBERO - Giovanni Sallusti: "Siamo noi che accusiamo l'Onu: insulta Israele e coccola i dittatori"

Immagine correlata
Giovanni Sallusti

Se volesse replicare con nerbo alle accuse di "disumanità" scaraventate addosso all'Italia dalle Nazioni Unite (ma ci rendiamo conto si tratti di un periodo ipotetico dell'irrealtà), il ministro Alfano in missione diplomatica a New York avrebbe una caterva impressionante di argomenti. E parliamo di questioncine assai più sostanziali di un accordo con la Libia per la gestione del flusso migratorio nel Mediterraneo (che al massimo è da approfondire, non certo da smantellare). L'Alto commissario per i diritti umani, il principe giordano Zeid Rad al-Hussein, dice che «la comunità internazionale non può continuare a chiudere gli occhi davanti agli orrori inimmaginabili sopportati dai migranti in Libia»? Benissimo, ecco una serie di casi in cui l'Onu gli occhi li tiene serrati, o peggio li muove con feroce strabismo.

 

 

LE BASTONATE L'assemblea generale ha appena bastonato in un solo giorno lo Stato d'Israele con 9 risoluzioni di condanna. Nella stessa seduta, il resto del mondo si è beccato complessivamente 6 risoluzioni: una a testa per Paesi non propriamente fondati sulle libertà individuali come Corea del Nord, Iran, Siria e Myanmar. Una alla Crimea, e poi un grande classico, la censura agli Stati Uniti per l'embargo prolungato a Cuba (la censura a Cuba peri dissidenti torturati nelle carceri castriste anche questa volta si farà la prossima). Perché questa palese persecuzione dell'unica comprovata democrazia liberale esistente in Medio Oriente, perché Israele peggio di artisti della "disumanità" come Kim Jong Un e gli ayatollah di Teheran? Sarà mica che all'Onu scorrazza liberamente uno dei virus più "disumani" del pianeta, l'antisemitismo? Perché, esimio principe al-Hussein, la maggioranza nel Consiglio per i Diritti Umani (27 membri su 45) è saldamente in mano al blocco delle dittature, o comunque dei Paesi "parzialmente liberi" (grazioso ossimoro per alludere a quei luoghi dove lo Stato può farti sparire dalla sera alla mattina)? Guarda caso, questo Consiglio tramutato in ritrovo di tiranni è lo stesso che vuole inquisire Israele per crimini di guerra, e che ha stabilito la simmetria legale e morale tra lo Stato ebraico e i suoi nemici, i terroristi islamici di Hamas e altri praticanti della jihad. Ancora perché da due anni la presidenza del Comitato per i Diritti Umani è appannaggio dell'Arabia Saudita, un Paese campione di "disumanità" dove puoi essere condannato alla decapitazione per i seguenti reati: consumo di stupefacenti, contrabbando, omosessualità, falsa profezia, apostasia, adulterio, stregoneria e magia?

I CAMPI DI LAVORO Perché al fianco dei sauditi in questo nobilissimo consesso siede la Cina, che tiene tuttora aperti più di 1400 laogai, campi di lavoro forzato e di rieducazione dove i prigionieri sono abitualmente seviziati con scariche elettriche, incatenati in posizioni dolorose, picchiati con bastoni e bruciati con sigarette, privati di cibo e sonno, mutilati anche negli organi genitali, e siede perfino il Qatar, conclamato apprendista stregone del terrorismo islamico più "disumano", vedi alla voce Isis? I piromani del diritto incaricati di stabilire quando esso brucia, a questo siamo? Infine, carissimi burocrati de luxe alloggiati al Palazzo di Vetro che vi scandalizzate se l'Italia accenna una timida reazione all'invasione incontrollata delle sue coste, la domanda delle domande: perché tollerate che esista una Dichiarazione islamica dei diritti umani alternativa a quella (non più) universale del 1948, in cui si dice che le libertà fondamentali valgono finché rimangono nel quadro dei limiti generali previsti dalla legge islamica, ovvero non valgono? La libertà al guinzaglio della sharia, è stata promulgata il 19 settembre 1981 in sede Unesco, agenzia delle Nazioni Unite, la stessa da cui Donald Trump ha appena ritirato gli Stati Uniti in quanto infestata dal "pregiudizio antisraeliano": perché? È ora che rispondiate a queste domande, perché avete ragione, «non possiamo più chiudere gli occhi davanti agli orrori».

ITALIA OGGI - Paolo Vites: "L'Onu ha poco da criticare la Ue"

Immagine correlata
Gian Micalessin

L’Onu torna a farsi viva dopo un silenzio assordante durato anni sulla Libia, un silenzio cominciato con l'appoggio esplicito delle Nazioni Unite all'azione della Nato che portò alla caduta di Gheddafi e all'inizio della tragedia dei migranti, quella tragedia che adesso l'Alto commissario per i diritti umani del Palazzo di Vetro addossa a Unione Europea e soprattutto all'Italia per quanto riguarda i campi di internamento in cui sono rinchiusi come bestie i migranti che arrivano in Libia: «I’Onu non ha niente da criticarci e da insegnarci» dice l'inviato di guerra de Il Giornale, Gian Micalessin, «visto che dal 2014 i suoi inviati sono rimasti al sicuro a Tunisi infischiandosene di intervenire sul territorio libico, mentre migliaia di migranti morivano nel deserto senza che loro facessero nulla per fermare la tratta». «Le accuse agli accordi presi da Minniti dimenticano che lo scorso anno prima di questi accordi sono morte nel Mediterraneo 4 mila persone», ha aggiunto.

Domanda. L'Alto commissario per i diritti umani, il principe giordano Zeid Raad al-Hussein ha definito «disumana» la politica dell'Unione europea nell'assistere la guardia costiera libica a rimandare i migranti indietro, facendoli finire nei campi di detenzione dove subiscono un trattamento orribile. E così? Risposta. La prima cosa che va detta è che l'Onu non è più in Libia dal 2014. I suoi uomini se ne sono stati comodamente in Tunisia, mai sul terreno libico a vedere cosa succedeva, mentre migliaia di migranti morivano nel deserto senza che loro facessero nulla per fermare la tratta. L’Onu non ha proprio nulla né da criticarci né da insegnarci.

D. Cosa c'è dietro questa denuncia che sembra perfino assomigliare ad un attacco, secondo lei? R. Teniamo conto di chi l'ha fatto. Il personaggio che ha fatto l'accusa è già squalificato per i suoi interventi a gamba tesa in campo politico, si è già distinto per attacchi a Trump e al Regno Unito prettamente politici, che non hanno a che fare con i diritti umani. È un uomo sopra le righe che svolge una funzione più politica che di reale interesse ai diritti umani come invece dovrebbe.

D. Lei da tempo sostiene che l'Onu è ormai una organizzazione priva di Senso, ne ha criticato la totale mancanza di impegno nella crisi siriana. Conferma? R. L'Onu è una organizzazione che non è riuscita a raggiungere un successo che sia uno dai tempi della Bosnia, dove i caschi blu furono testimoni senza intervenire del massacro di Srebrenica, fino alle guerre africane dove si sono distinti per stupri e violenze sulla popolazione. I rapporti su questi episodi sono stati insabbiati da loro stessi, e poi spendono gran parte del budget per laute paghe ai loro funzionari reclutati nel terzo mondo invece che intervenire in esso.

D. Resta il problema drammatico dei campi di internamento in Libia, dei veri lager. Gli accordi presi da Minniti hanno sacrificato questo aspetto pur di portare a casa il risultato? Sono stati presi con interlocutori al limite della legalità? R. Minniti ha fatto un accordo con il governo libico di Tripoli che poi si dovrebbe occupare di gestire il resto. E' un accordo molto pragmatico che non ha aggiunto sofferenze a sofferenza che già c'era. Ricordiamoci dei 4 mila morti in mare lo scorso anno, chi oggi si fa intenerire per i campi di internamento dovrebbe ricordarsi che il problema dei migranti esiste dalla cattura di Gheddafi voluta dalla Nato con l'appoggio dell'Onu. In Libia poi è in atto una campagna razzista contro gli africani accusati di aver collaborato con Gheddafi e da allora trattati come razza inferiore, dannati nei campi dove vengono trattati come bestie. L'Italia ha fatto ben poco per creare questa situazione, ha tutelato i propri interessi come si poteva.

D. Tra l'altro nelle ultime ore il generale Haftar è stato denunciato da alcuni avvocati per i diritti umani al Tribunale dell'Aja per crimini di guerra. E' un atto che ha quale vero significato in questo momento? Sbarazzarsi di lui? R. Esistono sicuramente massacri fatti dalle sue milizie, ma quale milizia in Libia non ha fatto massacri? Sarebbe bello che questi avvocati si occupassero anche di questi altri casi.

D. Forse Haftar è maggiormente coinvolto con la criminalità libica che gestisce il traffico dei migranti? R Sicuramente i suoi campi di detenzione non sono migliori di quelli di Tripoli. Non illudiamoci: in Libia non esistono «i buoni», quelli che c'erano sono stati fatti fuori.

D. In sostanza, quale futuro possibile per risolvere il problema di questi lager? R Le prospettive sono quelle dettate da Minniti che conosce bene i termini del problema: la punta dell'iceberg che comincia nel cuore dell'Africa. Bisognerebbe riuscire a chiudere quelle frontiere che dalla caduta di Gheddafi sono un portone aperto verso il Mediterraneo. E spetterebbe proprio alle Nazioni Unite occuparsi di questo.

Per inviare la propria opinione ai quotidiani, telefonare
Libero 02/999666
Italia Oggi 02/582191
Oppure cliccare sulle e-mail sottostanti


lettere@liberoquotidiano.it
italiaoggi@class.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT