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Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 27/09/2017, a pag. 2-3, con il titolo "Culto del Superuomo e finanziamenti oscuri. Alle radici del “miracolo azzurro” dell’AfD", il commento di Francesca Sforza; dalla REPUBBLICA, a pag. 14, con il titolo 'Oggi attaccano i musulmani domani toccherà a noi ebrei', l'intervista di Tonia Mastrobuoni a Josef Schuster, presidente del Consiglio centrale degli ebrei tedeschi.
Ecco gli articoli: LA STAMPA - Francesca Sforza: "Culto del Superuomo e finanziamenti oscuri. Alle radici del “miracolo azzurro” dell’AfD" Il commento di Francesca Sforza è omissivo e parziale. Dipinge il partito AfD come un gruppo di neonazisti, mentre la realtà è più complessa. Quello che Sforza non scrive è innanzitutto che il voto per AfD è stato, come riportano i sondaggi, in gran parte un voto di protesta contro le politiche di accoglienza indiscriminata da parte del governo tedesco negli ultimi anni. Inoltre Sforza non fa cenno all'odio per le libertà, per l'Occidente e per gli ebrei diffuso endemicamente tra gli immigrati musulmani. Come più volte sottolineato - dati alla mano - da Manfred Gerstenfeld su IC, l'antisemitismo oggi in Europa è in gran parte odio per Israele, che viene rivolto verso gli ebrei: http://www.informazionecorretta.com/main.php?sez=360&cat=rubriche Ecco l'articolo:
Azzurri i cartelloni elettorali, azzurri i palchi dei comizi, azzurre le bandiere, azzurro «il miracolo», come dicono fra loro i sostenitori di Alternative für Deutschland, il partito di estrema destra che vuole cambiare il volto politico della Germania. La scelta del colore è avvenuta molto tempo fa, quando ancora il movimento non aveva la forma di un partito - fondato ufficialmente a Berlino nel 2013 - ma si muoveva nel magma delle subculture di destra, tenute sempre a distanza dalla pubblicistica mainstream. Tra i primi a utilizzarlo c’è stato Felix Menzel, classe 1985, nato a Karl Marx Stadt, e fondatore nel 2003 della rivista «Blaue Narzisse», il Narciso Azzurro. Inizialmente si trattava di un foglio scolastico per i giovani di Chemnitz, angusta provincia della Sassonia, ma in breve tempo si è ingrandito fino a diventare una rivista prima cartacea, poi online, e oggi è considerato un punto di riferimento nell’informazione più avanzata dell’AfD. LA REPUBBLICA - Tonia Mastrobuoni: 'Oggi attaccano i musulmani domani toccherà a noi ebrei' Le parole di Josef Schuster, presidente del Consiglio centrale degli ebrei tedeschi, sono unidirezionali. Schuster non considera esplicitamente il pericolo maggiore di antisemitismo, quello correlato all'immigrazione islamica, anche se sottolinea la necessità di educare chi proviene da altri Paesi. Ma è proprio questo antisemitismo, che di solito si esprime attraverso l'odio verso Israele, che costituisce la più grande minaccia oggi in Europa. Anche a Schuster, dunque, suggeriamo la lettura dell'intervista del Jerusalem Post a Beatrix von Storch, deputata AfD, su IC alla pagina http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=999920&sez=120&id=67734 Ecco l'intervista:
Presidente Schuster, è preoccupato per l’avanzata Afd? «Sì, il risultato a due cifre dell’Afd riempie di preoccupazione la comunità ebraica in Germania. Un partito che aizza contro le minoranze e altre culture e che tollera idee di estrema destra, è diventato il terzo partito nel Bundestag. Al momento l’Afd attacca soprattutto musulmani e profughi. Ma sono sicuro che potrebbero farlo anche con noi, non appena lo ritenessero opportuno». Pensa che l’antisemitismo potrebbe aumentare? «Da un po’ di tempo i sondaggi e le statistiche criminali ci dicono che l’antisemitismo sta aumentando. Soprattutto l’antisemitismo riferito a Israele. Per noi è molto importante, perciò, che il nuovo governo nomini un Responsabile per la lotta contro l’antisemitismo, perché si batta per respingere con forza e con convinzione l’antisemitismo». Alcune biografie dei neoparlamentari dell’Afd non promettono nulla di buono, ci sono estremisti di destra, nostalgici, negazionisti. Come può accadere in un Paese come la Germania che ha svolto un approfondito esame del proprio passato nazista? «Qui dobbiamo distinguere sicuramente tra Est e Ovest. Nella Ddr il nazionalsocialismo è stato rielaborato in modo meno intenso e soprattutto meno autocritico rispetto alla Germania federale. E anche oggi il compito deve continuare ad essere quello di proseguire con lo studio del nazionalsocialismo, soprattutto con i giovani, per i quali quegli accadimenti sono molto lontani nel tempo. E per i cittadini di origine straniera, che non hanno un legame famigliare con quel periodo. La conoscenza del nazionalsocialismo e della Shoah è spaventosamente scarsa». Come si spiega un successo così enorme dell’Afd? «Evidentemente c’è una importante fetta di elettorato dell’Afd che nutre una grande insoddisfazione e delusione, rispetto alla politica attuale. Molti cittadini si sentono anche angosciati per l’enorme numero di profughi arrivato nel 2015. Le parole d’ordine populiste dell’Afd, purtroppo, hanno prodotto i loro frutti. Il partito illude le persone che ci siano soluzioni semplici ai loro problemi. Ma per molti problemi seri, l’Afd non ha una soluzione». Il leader Afd, Alexander Gauland, ha detto che il diritto all’esistenza di Israele non può essere un ragion di Stato, per la Germania? «Se non ho capito male il signor Gauland, quando ha parlato alla prima emittente pubblica Ard, ha chiarito che non voleva mettere in discussione questo principio, ma voleva solamente capire che cosa significhi esattamente. Tuttavia l’obiettivo di dichiarazioni di questo tipo, per me, è molto chiaro. L’Afd tenta in molti punti di mettere in discussione e di screditare il codice di valori che rappresenta il fondamento della nostra società e cerca anche di sabotare i nostri principi di fondo. È qualcosa che non dobbiamo lasciar accadere». L’Afd ha mai cercato di mettersi in contatto con voi? C’è il tentativo di un dialogo? «No, finora no. Ma non vedo le basi per un colloquio». Per inviare la propria opinione ai quotidiani, telefonare: direttore@lastampa.it rubrica.lettere@repubblica.it |
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