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L'Osservatore Romano-Famiglia Cristiana Rassegna Stampa
24.08.2017 La stampa cattolica tra smemoratezza & ipocrisia
Ossernatore Romano, Famiglia Cristiana

Testata:L'Osservatore Romano-Famiglia Cristiana
Autore: La Redazione
Titolo: «Ritorno in Terra Santa»

Riprendiamo oggi,24/08/2017, due servizi a cura delle redazioni dei giornali cattolici L'OSSERVATORE ROMANO e FAMIGLIA CRISTIANA, preceduti da un nostro commento.

L'Osservatore Romano: "Ritorno in Terra Santa"

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padre Francesco Patton

Dal Meeting di CL, il Custode di Terra Santa padre Francesco Patton chiede ai fedeli di visitare la Terra Santa e ne spiega le ragioni. Certo, se la Terra Santa è quella che lui cita, ci vuole un certo coraggio, visto che quei paesi che invita a visitare sono preda di stragi e guerre civili. Padre Patton, da bravo esecutore degli ordini vaticani, non ne ha citato uno, che i fedeli visitano regolarmente e con la certezza di non correre nessun pericolo,Israele. Non sia mai, Padre Patton in Israele ci vive, tranquillo e beato, ma se gli chiedete dove vi risponderà in Terra Santa. Santa ipocrisia, che dietro di sè ha 2000 anni di anti-giudaismo.
A dare una mano c'è sempre un David Rosen che apprezza gli inviti vaticani, pronto a giurare che 'tutto va ben,madama la marchesa'. Così va il mondo, meno male che sulla strada del popolo ebraico sono stati altri a segnarne la rinascita.

RIMINI, 23. «Vi esorto a venire pellegrini in Terra santa per condividere l'esperienza di vivere in quei luoghi e di riguadagnare il senso della nostra fede. Non abbiate paura di venire in Terra santa, non fatevi spaventare troppo facilmente dalle notizie che vengono diffuse. La Terra santa è una terra affascinante dove i pellegrini possono venire tranquillamente». E l'appello lanciato al meeting di Rimini dal Custode di Terra santa, padre Francesco Patton, durante il suo intervento nel quale ha ripercorso il significato e la storia degli ottocento anni di presenza francescana in Terra santa. «Vi chiedo in modo accorato di venire. I pellegrinaggi sono anche un modo per sostenere concretamente i cristiani locali e farli sentire parte di una Chiesa che è universale», ha detto padre Patton, che ha ricordato la tragedia della guerra in Siria, paese compreso nella Custodia. «In Siria, seconda culla del cristianesimo, dopo Gerusalemme — ha detto — siamo presenti con vari conventi e quindici frati. In questi anni la comunità cristiana locale si è ridotta di molto a causa della guerra. Ad Aleppo — ha continuato — prima della guerra c'erano circa trecentomila cristiani. Oggi ve ne sono solo trentamila, moltissimi sono fuggiti all'estero e non torneranno più. Quello che come frati abbiamo cercato di fare in questi anni è stato sostenere materialmente e spiritualmente le comunità locali. Si intravede qualche segno di speranza con alcune famiglie, circa sessanta giovani coppie, che tornano. Nonostante tante difficoltà non credo che il Medio oriente resterà senza cristiani. Continuo a fidarmi di Dio che governa la storia. Ci sono paesi in Medio oriente dove la presenza cristiana sta tornando. In Arabia Saudita, dove il cristianesimo era sparito, oggi vivono diversi milioni di cristiani, tutti migranti». Da qui il rinnovato appello a tornare in pellegrinaggio: «Spero che ciascuno, venendo in pellegrinaggio, possa sentirsi provocato nelle scelte presenti e in quelle future dall'incontro con Gesù Cristo. Lavoriamo perché i nostri santuari non diventino dei musei ma luoghi di incontro e di dialogo». Anche perché «il dialogo fa parte della nostra storia e chiede oggi di essere rivitalizzato, ci invita a porci dinanzi agli altri non come persone schierate o come partigiani ma come persone che cercano di dialogare. Trasformare anche semplici occasioni di incontri personali come occasioni di dialogo». Del resto, lo stile del dialogo «è quello insegnatoci dal nostro padre Francesco d'Assisi, che non esitò, mentre infuriava la y Crociata (1219) a viaggiare fino a Damietta, vicino al Cairo, per incontrare il sultano d'Egitto Melek-al-Kamel, nipote di Saladino». Il dialogo non sempre è facile, ha ammesso il Custode, tanto che in questi secoli di storia il martirologio della Custodia di Terra santa si è arricchito di circa 2000 frati morti per la fede e per la carità. «Sono — ha spiegato — i rischi del dialogo, che non cerchiamo per semplice buonismo ma perché è l'unico antidoto allo scontro di civiltà. Se eliminiamo il dialogo cosa resta? Solo la logica della forza. Papa Francesco ci esorta a praticare in tutti i modi il dialogo. Anche se può sembrare una soluzione da ingenui, in realtà senza dialogo diventa impossibile vivere insieme. Non avere paura dell'altro. Le occasioni per dialogare ci sono, basta coglierle». Di missione e fede ha parlato a Rimini anche il vescovo Francesco Lambiasi, nell'omelia della messa di apertura del meeting: «Solo se ci lasciamo devastare il cuore dalla sofferenza dell'altro — che troppo spesso teniamo a debita distanza solo perché altro da noi — la fede ci salva. Altrimenti aggrava la nostra già grave responsabilità». Dio, ha spiegato il presule, «non si stanca di far saltare i muri dei fondamentalismi più gretti dei quali in questi giorni siamo stati purtroppo ancora una volta costretti a vedere di quanta cieca violenza e di quali esiti raccapriccianti siano capaci». Insieme — ha continuato — «Dio Padre non smette di costruire i ponti del dialogo e dell'inclusione più integrante e sconfinata. Perché non riesce a pensarsi come un padre con figli e figliastri, di serie A e di serie B». La messa si era aperta con una preghiera per le vittime degli attentati terroristici a Barcellona e in Europa.

Famiglia Cristiana: "La Luce anche nel Lager"

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Poche righe di recensione, un breve riassunto del contenuto. Fin qui nulla di strano. Quel che sorprende è la categoria in cui Famiglia Cristiana inserisce i libro: "sconsigliato". Viene da chiedersi perchè, per sconsigliarlo ci sarà sicuramente un motivo serio, perchè non viene detto?

TESTIMONIANZE LA LUCE ANCHE NEL LAGER «Come si è rispecchiata la vita quotidiana nell'animo del prigioniero medio nei lager?». Una domanda accademica, se non fosse che a cercare di darle risposta è Viktor E. Frankl, psichiatra e fondatore della logoterapia, ex deportato. Oltre la narrazione dell'Olocausto, Frankl mette in luce come anche nell'esperienza più estrema l'uomo possa scorgere il bagliore di un senso. Carlo Faricciotti L'UOMO IN CERCA DI SENSO  di Viktor E. Frank!, Franco Angeli, pp. 168

IL GIUDIZIO DI FC: SCONSIGLIATO #000CI

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