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Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


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La Stampa - Italia Oggi Rassegna Stampa
05.04.2017 La quotidianità dell'antisemitismo in Europa: estrema destra e islamismo uniti dall'odio
Commenti di Mattia Feltri, Roberto Giardina

Testata:La Stampa - Italia Oggi
Autore: Mattia Feltri - Roberto Giardina
Titolo: «La quotidianità del male - Un ragazzo ebreo perseguitato»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 05/04/2017, a pag. 1, con il titolo "La quotidianità del male", il commento di Mattia Feltri; da ITALIA OGGI, a pag. 12, con il titolo "Un ragazzo ebreo perseguitato", il commento di Roberto Giardina.

Ottimi e informativi entrambi i commenti. Unica pecca di quello di Mattia Feltri è il riferimento finale a Hannah Arendt, per il quale invitiamo Feltri a leggere l'analisi di Antonio Donno su Hannah Arendt  pubblicata su IC: http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=8&sez=120&id=65866

Ecco gli articoli:

LA STAMPA - Mattia Feltri: "La quotidianità del male"

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Mattia Feltri

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"Dio benedica Hitler": si salda l'antisemitismo di estrema destra e quello islamico

Una donna bionda, fra i quaranta e i cinquanta, la si direbbe la donna più innocua del mondo. A una tv locale parla del Napoli e della Juventus, e del centravanti Gonzalo Higuain. «Odio la Juve, devono fare la fine degli ebrei». Attorno ridono. «Nei forni crematori!». Ridono ancora. Poi ci sono altre storie: i ragazzi ebrei delle medie e dei licei che lasciano le scuole delle periferie parigine per la violenza antisemita dei loro compagni islamici, lo studente ebreo di Berlino insultato e picchiato da coetanei di origine araba e turca, l’associazione ebraica Judisk föreningen che chiude nel Nord della Svezia, arresa alle minacce neonaziste. Storie degli ultimi giorni, ma ce ne sono a centinaia. Che bizzarria: secondo un sondaggio tedesco, gli immigrati islamici sono per la metà antisemiti; ed è in reazione a loro, agli immigrati, che trovano nuove fortune i neonazisti. In attesa di uno scontro finale, condividono una vecchia passione: l’odio per gli ebrei. Una ricerca del Congresso ebraico mondiale scopre che nel 2016 sui social sono stati scritti 382 mila post antisemiti, uno ogni 83 secondi. Ed lì che si capisce tutto: sui social si scrivono cose così, «chi difende l’Europa e il capitalismo è un ebreo», «peggio dell’ebola, peggio degli ebrei», «mia madre è sbronza persa, sta bestemmiando contro gli ebrei». Come l’innocua donna bionda: con disincanto totale, anche quando non c’entra nulla, senza la passione degli scellerati, un normale antisemitismo quotidiano da caduta del tabù. La banalità, diceva Hannah Arendt.

ITALIA OGGI - Roberto Giardina: "Un ragazzo ebreo perseguitato"

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Roberto Giardina     Berlino, il mausoleo della Shoah di Peter Eisenmann

E' probabile che un paio d'anni fa non se ne sarebbe parlato, ma la situazione a Berlino, e nel paese, è cambiata a causa dell'arrivo di oltre un milione di profughi in poco più di un anno, e della tensione tra Erdogan e la Germania. Uno studente ebreo di 14 anni, nella capitale tedesca, è stato costretto a lasciare il suo ginnasio perché perseguitato e minacciato dai suoi compagni di scuola arabi e turchi. Una notizia che è finita su tutti i giornali nazionali, e data con risalto dalla Süddeutsche Zeitung alla Frankfurter Allgemeine. Eppure la scuola nel quartiere di Friedenau appartiene alla rete Schule gegen Rassismus, e cerca di integrare ragazzi di etnie e religione diverse.

Friedenau è un quartiere borghese, non è una zona turistica, e ai tempi del muro era una specie di colonia di intellettuali, da Günter Grass a Hans Magnus Enzesberger. La madre del ragazzo ha raccontato la vicenda al settimanale The Jewish Chronicle: aveva scelto appositamente quel ginnasio perché era frequentato da arabi e musulmani. Voleva che il figlio, nato e cresciuto a Londra, studiasse in una comunità multietnica. E' andato tutto bene, finché il ragazzo non ha confidato a un compagno di essere ebreo, da quel momento è cominciato un mobbing sempre più pesante: un coetaneo gli ha detto che non potevano essere più amici «perché gli ebrei sono assassini».

Pochi giorni dopo alla fermata dell'autobus, due ragazzi l'hanno minacciato con una pistola giocattolo, e l'hanno aggredito, stringendolo alla gola. Gli altri compagni di classe hanno assistito alla scena, ridendo, e senza intervenire. I responsabili scolastici hanno diffuso una nota in cui condannano l'accaduto. Ma ora è stata aperta un'inchiesta. Sembra che siano intervenuti con ritardo nel punire i colpevoli. I ragazzi sono stati denunciati e espulsi. Troppo tardi? Ma la domanda è: comunque, un intervento dall'alto avrebbe reso possibile la convivenza in classe del ragazzo con gli studenti turchi e arabi?

Il quattordicenne è stato iscritto al ginnasio ebraico Moses Mendelsson. Il direttore Aaron Eckstaedt ha dichiarato: «Non è un caso isolato, ogni anno da sei a dieci ragazzi lasciano le loro scuole per iscriversi al nostro ginnasio». «Un atto di antisemitismo rivoltante», ha titolato la Frankfurter Allgemeine. Negli ultimi tre o quattro anni si sono avute aggressioni contro gli ebrei, a Berlino, e in altre città, tanto che la Comunità consiglia di non usare la kippah, e di non farsi riconoscere. In diverse moschee gli iman incitano all'odio contro gli ebrei, e alla lotta contro Israele. Una situazione che è andata degenerando rapidamente.

Gli ebrei non erano più di duemila nella Berlino Est, ai tempi del Muro, poco più di 5 mila all'Ovest. Oggi sono tra i 15 mila e 30 mila, il numero è incerto, perché molti ebrei provenienti da altri paesi d'Europa non vengono registrati come tali. Se il numero è cresciuto, evidentemente non avevano timori di tornare a vivere in Germania, commentano le autorità tedesche. In questi mesi di campagna elettorale, tuttavia, il fatto che gli ebrei non possano vivere tranquillamente a Berlino diventa strumento di propaganda.

Ancora una volta colpa della Merkel e della sua politica dell'accoglienza? Ma i ragazzi musulmani che frequentano il ginnasio di Friedenau non sono profughi. Sono figli di genitori benestanti, e da anni residenti in Germania, e molti sono nati a Berlino. La capitale tedesca è, di fatto, la più grande città turca del Continente, con i suoi 250 mila immigrati dal Bosforo. I turchi sono integrati, una decina di deputati sono di origine turca, ci sono scrittori turchi di successo che scrivono in tedesco, un regista turco ha vinto il Festival di Berlino, ma è bastato che Erdogan sobillasse i turchi di Germania (quasi tre milioni, di cui un terzo con doppio passaporto), perché scendessero in strada a migliaia a manifestare contro il paese che li ha accolti. E il 60% all'ultima elezione ha votato per Erdogan, cioè contro le libertà democratiche del paese ospite. Hanno aggredito il compagno ebreo perché era isolato, il più debole, ai loro occhi. Come sempre gli ebrei sono la spia di un malessere sociale.

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