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La Stampa-Corriere della Sera Rassegna Stampa
19.03.2017 Parigi: voglio morire per Allah
Cronaca di Paolo levi, interviste di Leonardo Martinelli e Stefano Montefiori

Testata:La Stampa-Corriere della Sera
Autore: Paolo Levi-Leonardo Martinelli-Stefano Montefiori
Titolo: «»

"Voglio morire per Allah": riprendiamo dalla STAMPA e dal CORRIERE della SERA di oggi, 19/03/2017,  la cronaca di Paolo Levi e l' intervista di Leonardo Martinelli a Thomas Guénolé  e a Pascal Bruckner di Stefano Montefiori.

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Aeroporto di Orly

La cronaca della possibile strage conferma le diverse facce del terrorismo nel nome di Allah, con buona pace di chi si ostina a considerare l'islam una "religione" per di più di pace.
Interessante l'intervista a Thomas Guénolé, con il paragone a Israele, che dovrebbe far riflettere sui destini comuni delle democrazie colpite dal terrorismo islamico. Ma a questa ovvia conlcusione l'Europa non è ancora arrivata. 

La Stampa-Paolo Levi:" Parigi, assalta soldatessa a Orly, pronto a morire per Allah"

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Paolo Levi                "Voglio morire per Allah"

«Sono venuto a morire per Allah»: a un anno dall'attentato all'aeroporto di Bruxelles voleva perpetrare una nuova strage in uno scalo europeo. Ziyed Ben Belgacem, trentanovenne francese già noto alla polizia, si è scagliato contro una pattuglia di tre militari dell'operazione antiterrorismo Sentinelle, a presidio dello scalo parigino di Orly, il secondo più frequentato di Francia dopo lo Charles de Gaulle. L'aggressione è avvenuta al primo piano del terminal Sud, da cui partono tanti voli low cost, inclusi quelli per l'Italia. Sono le 8,22. L'individuo assalta alle spalle una soldatessa di ronda insieme ad altri due colleghi in mimetica, afferrandola per il collo, poi puntandole una pistola a piombini alla tempia. «Depositate le armi, sono qui per morire per Allah, in ogni caso ci saranno dei morti», grida rivolgendosi agli altri due soldati, mentre usa la donna come «scudo umano», secondo quanto riferito dal procuratore, François Molins. Con la militare ventenne comincia una lotta «lunga» e «violenta», «due minuti» in cui lei si dibatte coraggiosamente e lui cerca di strapparle il fucile d'assalto Famas. La soldatessa cade a terra, in ginocchio, Belgacem riesce a impossessarsi del mitra di servizio calibro5,56. Peri due colleghi con l'arma a tracolla è il momento di aprire il fuoco contro l'assalitore, come previsto dalle regole dello stato d'emergenza decretato dopo gli attentati del 13 novembre. II pregiudicato muore sotto al fuoco dei militari. A terra, viene recuperato uno zaino contenente una tanica di benzina, 350 euro, sigarette, accendino e Corano. Fbr Parigi è la fine di una giornata di terrore, con l'aeroporto paralizzato per ore e 3.000 passeggeri evacuati. La sanguinaria giornata di Belgacem era cominciata alle 6,55. Nella banlieue è ancora buio. Lui viaggia troppo veloce, a fari spenti, al volante della sua Clio. Nei dintorni di Stains - nel Nord della capitale - viene fermato da una pattuglia. Prima porge i documenti, ma poi sfodera l'arma a piombini e colpisce un agente, per riprendere la fuga. D poliziotto viene ricoverato all'ospedale Lariboisière, con lievi ferite al volto. «Ho fatto una scemenza, ho sparato alla polizia», scriverà in un sms inviato a padree fratello. Questi ultimi verranno fermati poco dopo insieme a un cugino in attesa di essere interrogati. La corsa della Clio continua verso Sud. Belgacem si ferma a Vitry-sur-Seine, entra in un bar in cui era stato fino a tardi la notte prima, proferisce minacce, apre il fuoco almeno quattro volte senza fare feriti, dimentica il cellulare. Uscendo, riprende a guidare per 5 chilometri, poi abbandona l'auto e si impossessa della Citroën di una donna con la figlia sparando colpi e inneggiando ad Allah. Alle 8,06 lascia la nuova auto in un parcheggio di Orly per l'assalto finale. Nelle perquisizioni in casa vengono ritrovati due machete, valuta estera e cocaina. Delinquente plurirecidivo, condannato per furti, rapine, spaccio di droga, il parigino nato nel 1978 era stato in carcere a Fresnes. Il presidente Hollande ha elogiato l'efficacia dei militari. «Conigli, incapaci»: ha invece protestato Marine Le Pen, che a meno di 40 giorni dalle presidenziali ha subito cavalcato gli eventi. Il premier Cazeneuve l'ha accusata di «presunzione».

 La Stampa-Leonardo Martinelli: " Nessuna ricaduta sulle presidenziali, ormai la gente si è assuefatta"

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Leonardo Martinelli

PARIGI-"Triste dirlo, ma ormai in Francia siamo assuefatti a questo genere di cose". Thomas Guénolé, politologo, docente alla prestigiosa Sciences Po di Parigi, valuta quanto avvenuto ieri all'aeroporto di Orly. Ha pure ascoltato Marine Le Pen reagire. E scuote la testa. «E inutile che si agiti così tanto: se vince, sarà per altri motivi, non per quello». La zarina dell'estrema destra ha puntato il dito contro il Governo attuale, «paralizzato come un coniglio illuminato dai fari di una macchina». E contro «la codardia di tutta la classe politica dinanzi al fondamentalismo islamico, perché credono che sia normale che ci siano persone che sparano sulla folla o che schiacciano con un camion donne, bambini, madri, padri».
Professor Guénolé, non ritiene che questi atti di violenza, in piena campagna delle presidenziali, possano avere un'influenza sugli elettori? E che, in particolare, possano favorire la Le Pen?
«Non lo credo affatto. Ha presente il mitridatismo? È quando si diventa immuni al veleno. Iniziò a praticarlo Mitridate VI, re del Ponto. Per paura di essere avvelenato, si iniettava progressivamente dosi sempre più forti di veleno, che alla fine lo resero immune. E quello che è successo ai francesi con il terrorismo. Episodi co- Thomas Guénolé Politologo e docente alla Sciences Po di Parigi me quello di ieri a Orly, che in altri tempi avrebbero sciocca-to l'opinione pubblica, in un luogo così frequentato, oggi non scuotono più nessuno. E poco delicato dirlo, ma ci vorrebbero più di un centinaio di morti o, comunque, atti più violenti di quanto già abbiamo visto al Bataclan a Parigi o sulla Promenade des Anglais a Nizza. La Francia è diventata come Israele».
In che senso?
«C'è un'abitudine a episodi come quello di Orly. E, come in Israele, il terrorismo "corrente" non ha riflessi sulla politica. Ci vuole un atto grave».
Eppure Marine Le Pen ha cercato subito di cavalcare quanto awenuto, probabilmente ritiene di poterne trarre profitto...
«Si illude. Se lei vincerà alle prossime presidenziali, sarà per altre ragioni».
Quali ?
«Ad esempio, il fatto che un consigliere abile e ascoltato come Florian Philippot le abbia detto di non parlare più di arabi, come faceva il padre, ma d'immigrati. Basta quello per permettere a persone, che si vergognavano a votare il Front National, di convincersi di poterlo fare. La Le Pen può ritrovarsi con i voti dei francesi razzisti veri, di quelli che non si vergognano più di votarla perché lei ha attenuato i toni e di coloro che non credono in quello che dice ma vogliono rompere tutta la baracca. Ecco, messi tutti insieme, possono farla vincere. II terrorismo non c'entra».

Corriere della Sera-Stefano Montefiori:"Temo altri attentati, i jihadisti vogliono Marine Le Pen all'Eliseo"

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Stefano Montefiori           Pascal Bruckner

PARIGI -Quali conseguenze avrà l'attacco di Orly sulla campagna elettorale per l'Eliseo, a poco più di un mese dal primo turno?
«I piccoli incidenti si stanno moltiplicando e credo che la tensione sia destinata ad aumentare. Le elezioni francesi sono cruciali, i vertici dell'Isis cercheranno di influenzarne l'esito con una campagna di attentati. La sicurezza è destinata a tornare al centro della campagna», dice l'intellettuale francese Pascal Bruckner, recente autore di un saggio sull'islamofobia come «razzismo immaginario».
Ma come il terrorismo può spostare voti? Un attentato favorirebbe la risposta estrema di Marine Le Pen, o un candidato giudicato più responsabile come Emmanuel Macron?
«In assoluto un candidato intelligente potrebbe proporsi come l'uomo giusto e rassicurante per governare una situazione di emergenza. Ma fmora è Marine Le Pen che oggettivamente ha tratto vantaggi da questi episodi, perché come sempre prospera sulla debolezza degli altri».
Macron è troppo debole?
«Su questi temi finora lo è stato, anche se sta cambiando a grande velocità e fa bene. Poco fa per esempio l'ho sentito proporre l'istituzione di un servizio obbligatorio di un mese per tutti i giovani francesi, uomini e donne».
Sta aggiustando il tiro?
«Macron ha capito che è arrivato il momento di occuparsi dei temi più concreti, come la sicurezza, giustizia, difesa, polizia. Se è in gamba può recuperare il ritardo che ha accumulato su questi temi con Marine Le Pen. Finora Macron ha vissuto in questo suo mondo fatato dove tutti lo adorano, ubriaco del proprio successo. Quando ha cominciato la sua avventura secondo me non credeva di farcela, e adesso invece si trova alle porte del potere».
Che ha pensato quando Macron ha parlato del colonialismo come di un «crimine contro l'umanità»?
«E stato un errore, che ha dimostrato quanto il candidato centrista sia permeabile al contesto. È in visita in Algeria? Dice una cosa che fa piacere agli algerini. Poi va a trovare i francesi rimpatriati e gli harki (gli algerini che combatterono nell'esercito francese) e dice loro che non devono pentirsi di nulla. Macron è insensibile al principio di non contraddizione».
Che cosa pensa di Fillon?
«È finito. Non vedo come possa risollevarsi. La sua storia è incredibile, simboleggia perfettamente il rapporto di certi cattolici francesi con il denaro: un disprezzo apparente accompagnato da un appetito feroce per gli stipendi e gli abiti di lusso. Fillon è un personaggio balzacchiano. Il suo programma è direttamente danneggiato dallo scandalo perché il rigore per gli altri e non per se stesso non può funzionare. Peccato perché avevo molta stima di Fillon, aveva un programma serio in economia e molto forte sulla laicità e la lotta all'integralismo islamico. Ma non resta che Macron».
Perché l'Isis dovrebbe puntare su Marine Le Pen?
«E la loro migliore candidata perché se la figlia del fondatore del Front National diventasse davvero presidente della Repubblica con un programma anti-immigrati loro potrebbero dire ai musulmani francesi "vedete, l'integrazione è un'illusione, non vi vogliono, dovete combattere lo Stato". L'Isis in difficoltà in Siria e Iraq cercherà di azionare la jihad interna. C'è poi una considerazione un po' paranoica ma secondo me da fare, e cioè che anche i servizi russi hanno interesse a spingere Marine Le Pen. Non sarei sorpreso se gli attentati si moltiplicassero. Per fortuna non sono così facili da preparare».
A Orly infatti è fallito.
«E stata un'azione improvvisata, non un vero attentato organizzato. Ma dimostra la grande porosità tra grande banditismo e jihadismo. E serve a ricordare a tutti che la minaccia è sempre presente e anzi destinata ad aumentare.

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