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Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


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Il Foglio - La Repubblica Rassegna Stampa
15.03.2017 La Repubblica peggio di 'CHI'
I pettegolezzi su Netanyahu di Alberto Stabile-Per i giornali tedeschi 'un dittatore'

Testata:Il Foglio - La Repubblica
Autore: la redazione del Foglio - Alberto Stabile
Titolo: «Netanyahu, 'pazzo e Fuehrer' - Netanyahu-Sara, la lite finisce in tribunale»

Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 15/03/2017, a pag. 3, l'editoriale "Netanyahu, 'pazzo e Fuehrer' "; dalla REPUBBLICA, a pag. 11, con il titolo "Netanyahu-Sara, la lite finisce in tribunale", il commento di Alberto Stabile.

Ecco gli articoli:

IL FOGLIO: "Netanyahu, 'pazzo e Fuehrer' "

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Benjamin Netanyahu

Cosa hanno in comune Assad, Putin, Khamenei, Duterte, Mugabe, Kim Jong-un e Netanyahu? In un mondo normale, niente. Il primo è il dittatore siriano che usa il gas sulla propria popolazione. Il secondo è l’autocrate russo. Il terzo è l’ayatollah iraniano. Il quarto è il presidente delle Filippine fuori di testa. Il quinto è il satrapo africano che affama e ruba. Il sesto è il dio in terra nordcoreano che tiene in schiavitù il suo popolo. Il settimo è il premier eletto di una democrazia che svetta nelle classifiche delle società aperte per separazione dei poteri, libertà di stampa e qualità della vita. Però ad aprire due tabloid di Amburgo e Berlino può capitare di veder inserito Netanyahu fra i “sette dittatori più folli del mondo”. Il titolo ha usato anche la parola “Führer” per etichettare Netanyahu: un termine riservato ad Adolf Hitler, non al premier dello stato ebraico, l’erede dei sei milioni di ebrei uccisi dai tedeschi.

L’Hamburger Morgenpost e il Berliner Kurier, facenti parte della stessa casa editrice, hanno pubblicato un articolo e una infografica con i volti dei sette. Non parliamo di due fogli clandestini. Il Morgenpost ha una tiratura giornaliera di circa 73 mila copie nella città settentrionale di Amburgo. Il sionismo, per alcuni orrendi giornalisti occidentali, è uguale al Gulag nordcoreano, alle carestie agricole nello Zimbabwe, alle forche della Rivoluzione islamica iraniana, alle esecuzioni di massa nelle Filippine. L’ambasciata israeliana a Berlino ha detto al Jerusalem Post: “Il fatto che il primo ministro eletto di una democrazia occidentale – che sta lottando per la sua vita fin da quando è stata fondata – sia collocato nella stessa categoria di alcune delle peggiori dittature del mondo, testimonia più di qualsiasi altra cosa qualcosa che doveva essere scomparso dal mondo molto tempo fa: l’antisemitismo”.

LA REPUBBLICA - Alberto Stabile: "Netanyahu-Sara, la lite finisce in tribunale"

Quello di Alberto Stabile è un commento fondato sul pettegolezzo. Nessuna informazione verificata, ma solo voci giunte da amici di amici di amici, la cui credibilità è pari a zero. Stabile però approfitta della situazione per attaccare Netanyahu. Indegno di un quotidiano serio.

Ecco il pezzo:

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Alberto Stabile

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Benjamin Netanyahu con la moglie Sara

CHE Bibi Netanyahu detesti i giornalisti israeliani (che considera spregiativamente “di sinistra” e “bolscevichi”) è cosa nota. Stavolta, però, il premier israeliano e la sua discussa signora, Sara Ben Artzi in Netanyahu, hanno deciso di querelare per diffamazione, con relativa richiesta di danni, il cronista di Yedioth Aaronoth, Yigal Sarna, per un post pubblicato sulla sua pagina Facebook, in cui racconta che, al culmine di una furibonda lite tra coniugi, Sara avrebbe fatto fermare il munitissimo corteo di macchine che accompagna solitamente il premier e costretto Netanyahu a scendere dall’auto, in piena notte, sull’autostrada Gerusalemme-Tel Aviv. «Non c’è una sola parola rispondente al vero. Soltanto un cumulo di bugie», hanno detto i Netanyahu ai giudici del Tribunale di Tel Aviv. «Per quanto mi riguarda – ha ribattuto ironicamente il giornalista – ho qualche incertezza soltanto su una dettaglio, e cioè se è stata lei a buttato fuori dalla macchina o se lui si è auto espulso dal veicolo...».

Per il resto, Sarna, ha confermato la storia aggiungendo di averla saputa da un amico che, a sua volta, l’aveva appresa dall’amico di uno dei membri del scorta. Ma, al di là della querela per diffamazione, sembra che la distanza i Netanyahu e la magistratura sia destinata ad approfondirsi. Il premier conservatore è infatti da tempo nel mirino della Polizia e della Procura Generale per due vicende di presunta malversazione. In una avrebbe promesso all’editore di Yedioth (percepito come avversario) di influire sulla linea editoriale di un giornale concorrente, se il quotidiano più diffuso d’Israele avesse assunto un atteggiamento più benevolo nei suoi confronti. Nel secondo caso Netanyahu è accusato di aver sollecitato costosi regali da parte di due sostenitori miliardari. Alcuni di questi regali erano destinati a Sara.

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