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Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


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Italia Oggi - Corriere della Sera Rassegna Stampa
04.01.2017 Germania: come contenere le violenze degli immigrati islamici?
Commenti di Roberto Giardina, Danilo Taino

Testata:Italia Oggi - Corriere della Sera
Autore: Danilo Taino - Roberto Giardina
Titolo: «Profili razziali della polizia di Colonia, libertà di difendere ma senza ipocrisie - Sestuplicati i reati di algerini»

Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 04/01/2017, a pag. 26, con il titolo "Profili razziali della polizia di Colonia, libertà di difendere ma senza ipocrisie", il commento di Danilo Taino; da ITALIA OGGI, a pag. 12, con il titolo "Sestuplicati i reati di algerini", il commento di Roberto Giardina.

Ecco gli articoli:

ITALIA OGGI - Roberto Giardina: "Sestuplicati i reati di algerini"

Sugli errori della polizia tedesca il 31 dicembre 2015 a Colonia, rimandiamo all'analisi di Roberto Giardina del 6 febbraio 2016: http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=74&sez=120&id=61330

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Roberto Giardina

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Angela Merkel

Quanto è avvenuto o, meglio, non avvenuto a Capodanno, spiega perché Frau Angela può essere sicura di vincere per la quarta volta alle elezioni del prossimo settembre. Quasi sicura, diciamo meglio. Dopo Trump, meglio essere prudenti nelle previsioni, ma in Germania dovrebbe accadere qualcosa di straordinariamente tragico per far perdere la Merkel. Dopo la strage al mercatino di Natale, a Berlino non si è voluto rinunciare alla grande festa di Capodanno alla Porta di Brandeburgo, un milione di persone assiepate a festeggiare la mezzanotte. Una folla impressionante che, in parte, ha invaso il Tiergarten, il parco nel cuore della metropoli. Alle due del pomeriggio, si è chiuso l'accesso perché non ci sarebbe entrato un solo essere umano in più. E non è successo assolutamente nulla.

A Colonia si temeva un bis delle violenze dell'anno scorso: 2 mila giovani arabi ubriachi aggredirono centinaia di donne, davanti ai poliziotti spaventati e impreparati. Un duro colpo alla politica dell'accoglienza della Cancelliera. Stampa e Tv cercarono di censurare i fatti per cinque giorni. Quest'anno, la zona tra la stazione centrale e il Duomo era superprotetta da 2.300 agenti. Anche in riva al Reno non è accaduto nulla, ma Simone Peter, una leader dei Verdi, protesta, e non solo lei, perché i poliziotti hanno fatto i poliziotti: hanno fermato, denunciato, centinaia di giovani solo a causa del loro aspetto di stranieri. E, la polizia nei comunicati interni, usa il termine in gergo da questurino "Nafris", per indicare i sospetti, cioè Nordafrikaner Intesivtäter, tizi che hanno compiuto già diversi reati.

Per i buonisti, anche in Germania, la polizia avrebbe torto sempre, a prescindere. Avrebbero dovuto fermare gruppi di finlandesi alti e biondi, o di norvegesi? Il capo della polizia, Juergen Mathies, si è scusato per il termine «Nafris», non verrà più usato, ma ha ribattuto: nonostante quanto era già avvenuto, a Colonia sono arrivati gruppi compatti di nordafricani, molti ubriachi, che non avevano all'apparenza alcuna intenzione di festeggiare il Capodanno. La polizia li ha accerchiati, controllati, ne ha fermati circa 900 e li ha rispediti indietro, non perché non «sembravano ariani», ma a causa del loro atteggiamento. La Peter è stata criticata anche da molti suoi compagni di partito, perfino da Cem Özdemiir, il capo dei Grünen, i Verdi, di origine turca, e ha fatto rapidamente marcia indietro: si accontenta delle scuse per il termine «Nafris», e delle assicurazioni ricevute. Ma il danno è fatto.

«E preoccupante», commenta Ozdemir, che non cade mai nella retorica del buon profugo, che centinaia di Fluchtlingen (fuggiaschi), siano tornati a Colonia con intenzioni preoccupanti... la triste verità è che molti capiscono solo un linguaggio duro e chiare misure di sicurezza». I giovani del 31 dicembre 2015, e quelli dell'ultimo San Silvestro a Colonia erano quasi tutti del Maghreb, ma i profughi da Tunisia, Algeria, Marocco, non avrebbero diritto all'asilo politico, e andrebbero rimandati indietro. Ma nessuno dei fermati per le violenze è stato espulso. In quanto ai «Nafris», il 63% (8.653) dei marocchini giunti in Germania, e il 48% (8.034) degli algerini, risiedono in Nord Renania Westfalia, il Land di Colonia. Secondo i dati del Bka, il Bundeskriminalamt, una specie di Fbi tedesca, il 22% dei profughi responsabile di reati appartiene al gruppo dei «Nafris», benché solo il 2% dei fuggiaschi venga da questa zona. Dal 2013, i reati compiuti nella regione da algerini è sestuplicato, quello dei marocchini è aumentato del 36%. L'anno scorso il Land ha espulso appena 108 marocchini e 102 algerini. Adesso Frau Merkel chiede misure più efficaci, il ministro degli interni De Maziére promette espulsioni rapide. Altrimenti i populisti dell'AfD, giunti al 12%, in base ai sondaggi, continueranno a conquistare voti, anche a sinistra.

CORRIERE della SERA - Danilo Taino: "Profili razziali della polizia di Colonia, libertà di difendere ma senza ipocrisie"

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Danilo Taino

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Le violenze a Colonia il 31 dicembre 2015

La «polemica di San Silvestro» sembra volere entrare nella tradizione di Colonia e della Germania. L’anno scorso, era stata seria ed era durata settimane, dopo che gruppi di uomini, in maggioranza nordafricani, avevano molestato e derubato centinaia di donne che, sulla piazza della cattedrale della città renana, volevano festeggiare il Capodanno. Violenze da ascrivere alla politica di apertura verso i rifugiati voluta da Angela Merkel e all’inefficienza delle forze dell’ordine — era l’accusa più forte.

Oggi, le critiche sono rivolte ancora alla cancelliera e alla polizia, però per ragioni opposte. E piuttosto deboli. Per evitare la ripetizione del Capodanno 2016, quest’anno a Colonia sono stati mobilitati tremila agenti, novecento nella sola piazza del Duomo. I quali hanno impedito che ci fossero molestie facendo particolare attenzione a che gruppi di uomini dalle apparenze nordafricane non ripetessero le azioni di 12 mesi fa. L’accusa alle forze dell’ordine, ora, è quella di racial profiling, cioè di monitoraggio su basi razziali: i poliziotti tenevano d’occhio e circondavano più chi aveva capelli neri come un tunisino che non un biondo probabile tedesco. Per essere più efficiente e veloce, la polizia ha usato anche il termine Nafri per indicare i nordafricani. Una leader dei Verdi, Simone Peter, ha sollevato una questione di «proporzione e legalità» di un operato siffatto. Amnesty International ha parlato di «violazione dei diritti umani». Dibattito singolare. La polizia ha evitato un nuovo caso Colonia dieci giorni dopo che l’attentato di Berlino aveva sollevato un serio allarme sicurezza. Quanto a Nafri, è un’abbreviazione, nient’altro. Le garanzie di libertà sono importanti: si difendono però meglio con dosi minori di ipocrisia politicamente corretta.

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