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Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


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Avvenire - Il Messaggero Rassegna Stampa
20.11.2015 Attentati in Israele: per Avvenire gli ebrei non sono uccisi ma 'muoiono', per il Messaggero i terroristi sono semplicemente 'folli'
La disinformazione firmata Susan Dabbous, Eric Salerno

Testata:Avvenire - Il Messaggero
Autore: Susan Dabbous - Eric Salerno
Titolo: «'Intifada' di sangue: cinque uccisi negli assalti - Israele, ondata di violenza: tre accoltellati a Tel Aviv, imboscata in Cisgiordania»

 Riprendiamo da AVVENIRE di oggi, 20/11/2015, a pag. 23, con il titolo "'Intifada' di sangue: cinque uccisi negli assalti", la cronaca di Susan Dabbous; dal MESSAGGERO, a pag. 6, con il titolo "Israele, ondata di violenza: tre accoltellati a Tel Aviv, imboscata in Cisgiordania", la cronaca di Eric Salerno.

Ecco gli articoli:

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Il luogo dell'attentato terroristico di ieri a Tel Aviv

AVVENIRE - Susan Dabbous: "'Intifada' di sangue: cinque uccisi negli assalti"

Ecco la ricostruzione dei fatti di ieri secondo Susan Dabbous: "Due ebrei sono morti, ieri, accoltellati in un centro commerciale a sud di Tel Aviv, e tre persone, tra cui un americano, hanno perso la vita in un attacco a Gush Etzion, una colonia nei Territori palestinesi". Gli ebrei "muoiono" oppure "perdono la vita", non vengono uccisi da terroristi palestinesi. Inoltre il secondo attacco è avvenuto presso una "colonia", e dunque in parte già trova una giustificazione, secondo Dabbous. In due righe una summa di disinformazione nello stile inconfondibile del quotidiano dei vescovi.

Ecco il pezzo:

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Susan Dabbous

Ancora sangue in Israele. Due ebrei sono morti, ieri, accoltellati in un centro commerciale a sud di Tel Aviv, e tre persone, tra cui un americano, hanno perso la vita in un attacco a Gush Etzion, una colonia nei Territori palestinesi. L'attacco è avvenuto in un negozio di articoli religiosi - all'interno del centro commerciale - che riserva un'ala per la preghiera. «Era da poco iniziata la preghiera del pomeriggio quando un uomo ha fatto irruzione nella sala dove si stava svolgendo la funzione religiosa e ha iniziato ad accoltellare i fedeli». Così un testimone ha raccontato la paura aTel Aviv nel giorno più sanguinoso dall'inizio dell'Intifada dei coltelli" (che dal primo ottobre ha provocato la morte di 15 israeliani e circa 80 palestinesi). L'assalitore è stato poi bloccato da fedeli, clienti e negozianti e rinchiuso in un magazzino di scarpe fino all'arrivo della polizia. L'uomo è stato arrestato e identificato come un 36enne originario di Dura, villaggio vicino Hebron dove lo scontro tra israeliani e palestinesi è particolarmente acceso attorno alle colonie e ai luoghi sacri contesi. Il palestinese, incensurato, avrebbe ottenuto il permesso di entrare in Israele circa un mese fa per lavorare in un ristorante, ma agli investigatori ha dichiarato provocatoriamente di averlo chiesto con l'obiettivo «di attaccare e uccidere degli ebrei».

Si è rivelato molto grave anche l'attacco a Gush Etzion, colonia israeliana nei Territori palestinesi, a Sud di Gerusalemme: tre morti e nove feriti. A qualche ora dall'attentato di Tel Aviv, un palestinese ha iniziato a sparare dalla sua macchina verso altre automobili prima di lanciarsi col suo mezzo su dei pedoni ad un incrocio. Le vittime sono un israeliano di 50 anni, un turista ebreo americano di 18 e un passante palestinese. Il turista si trovava in un pullman con altri cittadini statunitensi (alcuni dei quali rimasti feriti) e stava compiendo un tour dei Territori palestinesi (Giudea e Samaria). L'aggressore è stato ferito e arrestato.

«Ci felicitiamo per l'ardita operazione a Tel Aviv che ha provocato la morte di due sionisti - ha fatto sapere il partito radicale Hamas al potere a Gaza-. Facciamo appello ai palestinesi perché proseguano sulla medesima strada». Immediata la reazione del premier Benjamin Netanyahu: «Chiunque condanni gli attacchi in Francia, deve condannare quelli in Israele - ha detto, senza però menzionare l'occupazione nei Territori -: è lo stesso terrore». Gli attacchi di Parigi sono stati particolarmente sentiti a Gerusalemme dove sono state affisse bandiere francesi ai lampioni del centro in segno di solidarietà con la capitale francese.

IL MESSAGGERO - Eric Salerno: "Israele, ondata di violenza: tre accoltellati a Tel Aviv, imboscata in Cisgiordania"

Il Messaggero pubblica il consueto articolo di Salerno, la cui cifra di oggi è l'ipocrisia. Scrive Salerno: "Terrorismo, ha subito gridato il premier israeliano" dopo gli attentati di ieri. A parte il fatto che non si capisce il motivo dell'utilizzo di un verbo svalutativo come "gridare", ha usato parole non più dure di quelle impiegate da François Hollande dopo gli attentati di Parigi del 13 novembre. Evidentemente l'Europa può reagire e combattere il terrorismo, secondo Salerno, ma Israele no.
Scrive ancora Salerno, citando Hamas: "
«Ci felicitiamo per l'ardita operazione a Tel Aviv che ha provocato la morte di due sionisti. Facciamo appello ai palestinesi perché proseguano nella medesima strada»: questa, la folle reazione di Hamas agli accoltellamenti." Folle? Si tratta di una strategia del terrore che mira al genocidio degli ebrei e alla distruzione di Israele, come spiega chiaramente la stessa Carta costitutiva di Hamas, stilata 27 anni fa. Non c'è niente di folle e i terroristi non sono pazzi o disadattati, ma criminali.

Ecco il pezzo:

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Eric Salerno

Due israeliani accoltellati a morte a Tel Aviv; un altro israeliano, un ebreo americano e un palestinese uccisi con raffiche di mitra in Cisgiordania; almeno dieci i feriti. E' stata una delle giornate più sanguinose dell'ondata di violenza che da ottobre ha investito Israele e i territori occupati. Terrorismo, ha subito gridato il premier israeliano, come a Parigi. «Chiunque condanni gli attacchi in Francia, deve condannare quelli in Israele: è lo stesso terrore. Chi non lo fa è ipocrita e cieco». Parole simili a quelle pronunciate da Netanyahu dopo gli attacchi dell'11 settembre negli Stati Uniti. «Dietro questi atti di terrorismo - ha aggiunto - c'è l'Islam radicale che cerca di distruggerci, lo stesso che colpisce a Parigi e minaccia tutta l'Europa». Non ha detto se intende portare avanti la minacciata sospensione dei contatti tra i servizi segreti israeliani e quelli europei come ritorsione per la decisione dell'Unione a etichettare i prodotti provenienti dalle colonie nei territori palestinesi.

Nel mirino del primo attacco di questa lunga giornata di violenza alcuni uomini che stavano all'interno di una piccola sinagoga nella grande metropoli sul mare. Li ha aggrediti quasi sulla porta e dopo averne ammazzati due è stato respinto verso l'esterno dove ne ha ferito un terzo prima di essere ferito e bloccato. L'aggressore è un palestinese di 36 anni residente nel villaggio di Dura presso Hebron, una zona dove Hamas è forte e ha plaudito a questa e altri attacchi simili avvenuti nelle ultime settimane. Non aveva precedenti e alla polizia ha detto di aver chiesto e ottenuto il permesso per lavorare in Israele un mese fa con l'intento di uccidere i suoi nemici. «Ci felicitiamo per l'ardita operazione a Tel Aviv che ha provocato la morte di due sionisti. Facciamo appello ai palestinesi perché proseguano nella medesima strada»: questa, la folle reazione di Hamas agli accoltellamenti. Poco più tardi un israeliano è stato accoltellato, al valico di Reihan, nella Cisgiordania settentrionale.

LA RAFFICA L'attacco successivo, molto più grave, è avvenuto nel pomeriggio a sud di Betlemme su una strada di collegamento tra gli insediamenti israeliani più importanti della zona. Nei pressi della colonia di Alon Shvut, un automobilista palestinese ha aperto il fuoco contro alcune vetture uccidendo tre persone: un residente della zona, un americano studente di una scuola religiosa ebraica che, come volontario stava distribuendo pasti ai soldati, e un palestinese di 24 anni residente di Hebron colpito, evidentemente, per errore. Il terrorista, dopo aver sparato, ha continuato la sua corsa ma ha perso il controllo della vettura finendo contro un'altra automobile. E' stato il conducente di questa a disarmarlo e a consegnarlo alla polizia che ammette come non riesce a spiegare perché proprio in questi ultimi mesi la situazione si sia aggravata. L'attacco di Tel Aviv assomiglia a molte altre aggressioni da parte di giovani armati di coltello; quello in Cisgiordania, per l'uso di un mitra Uzi di fabbricazione israeliana, indica probabilmente un salto di qualità pericolosa.

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