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Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 16/10/2015, a pag. 14, con il titolo "Netanyahu: Abu Mazen mente ma sono pronto a incontrarlo", il commento di Maurizio Molinari; dal GIORNALE, a pag. 14, con il titolo "Altro che moderato: Abu Mazen è un leader bugiardo", il commento di Fiamma Nirenstein. Ecco gli articoli:
LA STAMPA - Maurizio Molinari: "Netanyahu: Abu Mazen mente ma sono pronto a incontrarlo"
«Abu Mazen è un bugiardo ma sono pronto ad incontrarlo perché può aiutare a riportare la calma»: il premier israeliano Benjamin Netanyahu attacca e al tempo stesso apre al presidente palestinese nel tentativo di ricorrere alla politica per porre fine alla rivolta dei coltelli. La doppia mossa di Netanyahu segue il passo falso compiuto da Abu Mazen mercoledì sera, quando ha parlato in tv ai palestinesi accusando le forze di sicurezza israeliane di aver «ucciso a sangue freddo» un «palestinese innocente» ovvero il tredicenne Ahmed Manasra.
IL GIORNALE - Fiamma Nirenstein: "Altro che moderato: Abu Mazen è un leader bugiardo"
Alla fine il "Ministero per le Trattative" dell'OLP ha fornito una "piena traduzione del discorso di Abu Mazen" che in realtà è una toppa alla bugia di Abu Mazen, troppo grossa per essere sostenuta. Adesso, in inglese Abu Mazen, nella versione edulcorata, dice che "gli israeliani sparano a freddo ai bambini come hanno fatto con Ahmed Manasra". Ma nel discorso autentico, in arabo, Abu Mazen di fronte a un popolo infiammato di passione islamista fino alle pugnalate, non solo è rimasto fedele alle sue stesse false affermazioni che la Moschea di Al Aqsa sia minacciata ma ha anche inventato una menzogna propagandistica esagerata. In una cornice in cui si è guardato bene dal chiedere ai suoi di recedere dalla violenza omicida ha rincorso i social media che ripetono con la tv e i giornali palestinesi che i giovani accoltellatori sono di fatto bravissimi ragazzi cui la polizia e l'esercito danno la caccia per ucciderli e ha citato un nome: Ahmed Manasra. Ha detto di questo ragazzo di 13 anni che "ci sono state esecuzioni di bambini come Ahmad Manasra". Peccato che un film mostri Ahmad con un lungo coltello in mano: a Pisgaat Zeev, a Gerusalemme, ha accoltellato un altro bambino israeliano ora gravissimo. Il terrorista minorile è stato fermato, ma non è stato affatto ucciso: adesso se ne prevede la guarigione all'ospedale Hadassa. Abu Mazen avrebbe potuto almeno interessarsi alle condizioni del ragazzo prima di denunciarne "l'esecuzione". Ma il luogo comune del bambino ucciso con crudeltà dagli israeliani è da sempre uno dei preferiti dalla sua propaganda: esponenti di spicco come il Primo Ministro Rami Hamdallah ripetono che i "bambini vengono assassinati a freddo". Abu Mazen, imbarazzato di fronte alla grande ondata islamista cui lui stesso contribuisce, ha fatto uso della taqiyya, la bugia consentita di usare dalle leggi islamiche per un bene maggiore.
E' già successo tante volte: basta pensare al potentissimo mito di Mohammed Al Dura, il bambino mostrato a tutto il mondo morente nelle braccia di suo padre: svariate indagini (tedesche, francesi...) hanno dimostrato che il bambino non è stato ucciso dagli israeliani, e forse è ancora vivo. Molti ricorderanno le lettighe cariche di morti che saltano giù o la pretesa che i soldati israeliani uccidessero i palestinesi per venderne gli organi. Accanto alle bugie, il pregiudizio internazionale si accanisce su Israele: il portavoce del Dipartimento di Stato John Kirby ha ripetuto il mantra per cui "Israele fa uso di forza eccessiva". Ma cos'è la "forza eccessiva" contro un terrorista col coltello che cerca vittime? In Francia certo nessuno rimprovera l'eliminazione dei terroristi di Charlie Hebdo, o negli USA è difficile immaginare che la polizia non spari a un terrorista armato. Ma in Israele, mentre nei dintorni si uccidono per niente migliaia di persone e nessuno dice nulla, c'è sempre una sensibilità speciale. Sarà mica antisemitismo? Per inviare la propria opinione ai quotidiani, telefonare: lettere@lastampa.it segreteria@ilgiornale.it |
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