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Il Giornale - La Stampa Rassegna Stampa
23.06.2015 Israele parificato ad Hamas: l'ennesima vergogna dell'Onu
Analisi di Fiamma Nirenstein, Maurizio Molinari

Testata:Il Giornale - La Stampa
Autore: Fiamma Nirenstein - Maurizio Molinari
Titolo: «Israele parificato ad Hamas: il solito strabismo dell'Onu - L'Onu contro Israele e Hamas: 'A Gaza crimini di guerra'»

Riprendiamo dal GIORNALE di oggi, 23/06/2015, a pag. 14, con il titolo "Israele parificato ad Hamas: il solito strabismo dell'Onu", l'analisi di Fiamma Nirenstein; dalla STAMPA, a pag. 13, con il titolo "L'Onu contro Israele e Hamas: 'A Gaza crimini di guerra' ", l'analisi di Maurizio Molinari.

Ecco gli articoli:


Le scuole dell'Unrwa (agenzia Onu per i discendenti dei profughi palestinesi): un comodo magazzino per i missili di Hamas

IL GIORNALE - Fiamma Nirenstein: "Israele parificato ad Hamas: il solito strabismo dell'Onu"


Fiamma Nirenstein

Che l'Onu, e ancor più il suo Consiglio per i Diritti umani (Unhrc) condanni Israele è talmente ovvio: è come la notizia del cane che morde un uomo. La «fissazione», come ha detto Netanyahu, è evidente dalle percentuali abnormi: fra il 2006 e il 2013 è stata condannata 45 volte, lo stesso numero di tutti gli altri 192 membri stati tutti insieme. Ma stavolta l'Onu ha cercato di fare il furbo e di offrire in pasto all'opinione pubblica anche l'uomo che morde un cane: la notizia infatti è che (ambedue secondo l'Unhrc) Israele e Hamas, l'organizzazione terroristica padrone di Gaza, «possono aver commesso crimini di guerra» durante il conflitto dell'estate scorsa: questa è la conclusione cui giunge un rapporto di 50 pagine che mette sullo stesso piano un Paese democratico con un esercito dal codice morale inflessibile, e un'organizzazione terrorista che usa le cinture esplosive e uccide i «collaborazionisti» per strada col colpo alla nuca, e che prevede lo sterminio degli ebrei nella sua Carta.

Il Consiglio per i Diritti Umani, anche quando si chiamava Commissione, ha sempre preferito i peccati eventuali di Israele a qualsiasi altra violazione, tanto che non gliene importa quasi niente di quello che accade in Siria, in Arabia Saudita, in Cina... Stavolta ci risiamo, anche se nella relazione si nota un pò di cautela, dopo che il precedente relatore William Shabas è stato estromesso a causa di un suo rapporto, anche economico, con i palestinesi, e dopo che il precedente rapporto Goldstone del 2009 sull'operazione Cast Lead è stato smentito da Goldstone stesso: dopo aver bistrattato Israele scrisse sul Washington Post che non aveva avuto le fonti giuste.

Oggi si condanna il fatto che Israele abbia colpito strutture civili, secondo il rapporto, ingiustificatamente: si chiede a Israele come mai abbia deciso di colpire quegli edifici e si disprezzano i suoi allarmi preventivi alla popolazione, perchè, doce il rapporto, non consentivano abbastanza tempo per l'evacuazione. Nel rapporto si parla di 742 perdite di civili e si accusa Israele di «non avere rivisto la tecnica degli attacchi aerei dopo averne constatato gli effetti sui civili». Cosa avrebbe dovuto fare lo Stato Ebraico per fermare i missili che seguitavano a cadere sugli israliani non si dice. Hamas invece ha, dice il rapporto, «indiscriminatamente preso di mira civili israeliani» e causato «grande scompiglio» a chi cercava di raggiungere i rifugi in pochi secondi. Davvero poca roba in confrono all'intenzione genocida di Hamas. Mai si vide analisi più sconclusionata e incurante delle leggi che in certo senso obbligano un Paese a difendere la propria popolazione civile. Non a caso Hamas si è dichiarata soddisfatta del rapporto.

Chi è più obnubilato di chi si permette di ignorare oggi che la guerra asimmetrica che conducono le guerriglie islamiste come Hamas, fa un uso di civili talmente largo e cinico da rendere impossibile distinguere le strutture civili da quelle che costituiscono legamente un obiettivo di guerra? A tutti era ben noto che il maggiore ospedale di Gaza era usato come sede dello stato maggiore di Hamas (e tuttavia è stato risparmiato), che nelle scuole dell'Unrwa Hamas teneva armi e uomini, e che ogni casa, ogni strada, erano usati per nascondere rampe di lancio o imboccature dei tunnel per gli attacchi terroristi.

La guerra contro Hamas è stata una guerra che Israele ha cercato di evitare in tutti i modi; che ha prevenuto un massacro di israeliani tramite i tunnel, un progetto miliardario finanziato dal Qtar e dall'Iran; e se Israele ha potuto utilizzare Iron Dome per proteggere la sua gente da una pioggia di missili che cercavano donne e bambini, forse è dispiaciuto a qualcuno. Distinguere i morti civili da quelli militari in una guerra in cui la maggior parte dei combattenti non indossa una divisa, e costringe i più a diventare scudi umani è infine una pretesa che si è già dimostrata irrealistica nelle indagini precendete. Ma al Consiglio per i diritti umani interessava affiancare Israele a Hamas in un giudizio che soddisfi chi non distingue fra democrazia e dittatura, fra difesa e aggressione, chi sbaglia i terroristi per combattenti della libertà. E sono tanti.

LA STAMPA - Maurizio Molinari: "L'Onu contro Israele e Hamas: 'A Gaza crimini di guerra' "


Maurizio Molinari


Israele ha proposto molte volte tregue, tutte rotte dai terroristi di Hamas

«Durante la guerra di Gaza sono stati commessi crimini di guerra da parte di Israele e dei gruppi armati palestinesi»: è questa la conclusione della commissione d’inchiesta del Consiglio Onu per i Diritti Umani sul conflitto combattuto della scorsa estate, contenuta in un rapporto rigettato da entrambi i contendenti, con il premier di Gerusalemme che parla di «ossessione contro di noi».

«Senza precedenti»
Il documento, frutto della commissione presieduta dall’americana Mary McGowan Davis, imputa all’esercito israeliano l’«uso sproporzionato della forza nelle aree civili» e ai gruppi armati palestinesi, Hamas e Jihad Islamica, di aver «bersagliato aree civili con i razzi». Sebbene l’impostazione si proponga di essere imparziale, il contenuto delle accuse allo Stato ebraico è prevalente. «L’estensione delle devastazioni e delle sofferenze umane a Gaza è stato senza precedenti ed influenzerà la prossime generazioni» afferma McGowan Davis, suggerendo un’indagine da parte del Tribunale penale internazionale non solo su quanto avvenuto nella Striscia ma anche su quanto avviene nei Territori palestinesi della Cisgiordania in ragione «della paura delle comunità sottoposte a regolari minacce».

Le vittime
Nel complesso la commissione Onu afferma che 1462 civili palestinesi sono stati uccisi dagli israeliani, di cui un terzo bambini, mentre Hamas ha lanciato oltre 4800 razzi e 1700 colpi di mortaio contro Israele uccidendo 6 civili e ferendone altri 1600. Le accuse a Israele riguardano l’uccisione di civili nelle loro case a causa di attacchi aerei: 142 famiglie hanno perduto almeno 3 membri in questi raid su edifici residenziali per un totale di 742 vittime. «Il fatto che Israele non abbia cambiato il metodo dei raid, anche dopo l’evidente risultato in vittime civili - afferma il rapporto - solleva il dubbio se sia parte di una politica più vasta approvata ai livelli più alti del governo».

Il rapporto accusa anche Israele di «centinaia di morti civili» durante le operazioni di terra a Shujaiyeh e Rafah. «Quando la sicurezza di un singolo soldato israeliano è a rischio, tutte le regole vengono violate» attesta il documento Onu, che fa riferimento a 21 collaborazionisti uccisi da Hamas e 14 tunnel scavati per colpire i civili israeliani «con effetti traumatici sulla popolazione».

Sami Abu Zuhri, portavoce di Hamas a Gaza, liquida come «inesistenti» gli addebiti sollevati mentre ritiene che «il rapporto consente di processare Israele all’Aja». E anche Saeb Erakat, consigliere del presidente palestinese Abu Mazen, afferma: «È ora di far rispettare ad Israele la legge internazionale». Per il premier israeliano Netanyahu il rapporto è invece «frutto di un’ossessione contro di noi» perché «il mandato e il modo di operare della commissione presumevano la nostra colpevolezza» in quanto non hanno considerato che «Israele non commette crimini di guerra ma combatte contro il terrore». «L’Onu è diventato per i palestinesi il fronte della guerra contro Israele - aggiunge l’ambasciatore Ron Prosor - e questo rapporto è una loro arma».

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