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Pubblichiamo il ricordo di Robert Wistrich di Angelo Pezzana; seguono, dal GIORNALE di oggi, 20/05/2015, a pag. 13, con il titolo "Addio al professor coraggio: voce contro l'antisemitismo", il commento di Fiamma Nirenstein; dalla STAMPA, a pag. 23, con il titolo "Muore a Roma Robert Wistrich, grande studioso dell'antisemitismo", il commento di Maurizio Molinari. Ecco gli articoli:
"In Memoriam" E’ morto per un infarto ieri mattina a Roma Robert Wistrich, era stato invitato da David Meghnagi a tenere alcune conferenze. Era nato il 7 aprile 1945 a Lenger, nella Repubblica Socialista Sovietica del Kazakhstan. La sua famiglia proveniva da Lviv, in Polonia, ma anche nel Kazakhstan l’antisemitismo non era da meno. Suo padre venne anche imprigionato dai servizi segreti sovietici NKVD. Emigrarono allora in Francia. Robert studiò in Gran Bretagna, dove nel 1962, a 17 anni, gli venne attribuita al Queen’s College di Cambridge una borsa di studio in Storia, ottenne poi la laurea in lettere con onore nel 1969. Trascorre un anno di studio in Israele nel 1970, dove diventa responsabile letterario del mensile New Outlook, fondato da Martin Buber. IC lo ricorda negli anni dal 2002 a oggi, in cui ha diretto presso l’Università Ebraica di Gerusalemme il “Vidal Sassoon International Center for the Study of Antisemitism”, il centro di ricerca più importante al mondo per lo studio dell’anti-semitismo. Negli ultimi anni il suo impegno è stato particolarmente rivolto alla minaccia islamica all’esistenza di Israele. Da Wikipedia i libri più rilevanti che ha scritto, tra i quali, importantantissimo “A Lethal Obsession”, putroppo non tradotto in italiano. Ecco l'elenco delle sue opere, purtroppo non tradotte in italiano: Revolutionary Jews from Marx to Trotsky. Barnes & Noble Books, 1976. ISBN 0-06-497806-0 IL GIORNALE - Fiamma Nirenstein: "Addio al professor coraggio: voce contro l'antisemitismo"
Il professor Robert Wistrich ci ha lasciato, ed è troppo triste per essere vero. Spesso si parla di perdite incolmabili, questa volta è vero. È successo qui a Roma all'improvviso, si è spenta ieri all'una una luce di intelligenza e anticonformismo, e nessuno la potrà sostituire. Robert, che aveva 69 anni, era smunto e pallido, l'ho visto sempre sofferente per tutto quello che gli toccava di vedere nel suo campo di studio, l'antisemitismo. Era meditabondo anche se la sua famiglia lo rendeva felice, specie i suoi nipotini: ma la sua Europa si era allontanata del tutto dalla sua Gerusalemme, dove viveva ed era il capo dell'Istituto Vidal Sassoon per lo studio dell'antisemismo. Robert era il maggiore storico dell'argomento, il più innovatore e colto: aveva osato staccarsi da ogni parametro che legava l'antisemitismo alla sola destra per esaminare, per primo, come esso sia potuto allignare anche nella sinistra storica e giù per li rami fino nella sinistra radicale e all'islam jihadista. I suoi libri sono un incanto di scrittura, come il suo inglese british, preciso, appuntito nell'accusare i veri responsabili dell'obbrobrio che gli è toccato a vedere, quello della rinascita in Europa dell'«odio più antico», come si chiama uno dei suoi libri più importanti. Un suo recente saggio descrive persino con mesta poesia l'assedio alla sinagoga di Parigi Don Abravanel di Rue la Roquette: un attacco quasi completamente islamico, un raid deciso a uccidere gli ebrei in preghiera nel cuore di Parigi. Robert con grazia e orrore denuncia qui il fatto che l'élite raffinata e colta ha voltato la testa dall'altra parte condividendo un segreto odio contro Israele e gli ebrei. Ha osato denunciare l'imbarazzante mistura dell'antisemitismo contemporaneo insieme alla evidenza dell'antisemitismo islamico e di sinistra accanto a quello nazifascista: ci lascia così una lezione di coraggio e di vera lotta contro l'odio più antico. LA STAMPA - Maurizio Molinari: "Muore a Roma Robert Wistrich, grande studioso dell'antisemitismo"
È morto improvvisamente a Roma Robert Wistrich, lo storico israeliano considerato il maggior studioso vivente dell’antisemitismo contemporaneo. Wistrich, nato nel 1945 in Kazakistan, era giunto in Italia su invito dell’Università di RomaTre e avrebbe dovuto parlare oggi al Senato sul «Caso francese» ovvero la nuova fenomenologia dell’antisemitismo europeo. Per inviare la propria opinione ai quotidiani, telefonare: segreteria@ilgiornale.it lettere@lastampa.it |
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