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Libero - Ansa Rassegna Stampa
24.10.2013 Qatar: tra censura di Israele e legge per impedire l'accesso di omosessuali e trans
un esempio di 'civiltà islamica'

Testata:Libero - Ansa
Autore: Michael Sfaradi - Redazione Ansa
Titolo: «Anche il Qatar 'occidentale' censura la bandiera di Israele»

Riportiamo da LIBERO di oggi, 24/10/2013,a pag. 18, l'articolo di Michael Sfaradi dal titolo "Anche il Qatar «occidentale» censura la bandiera di Israele". Pubblichiamo il lancio ANSA dal titolo " Qatar rimuove bandiera  Israele in gara. E' polemica ".
Ecco i pezzi:

LIBERO - Michael Sfaradi : " Anche il Qatar «occidentale» censura la bandiera di Israele "


Michael Sfaradi, cerchiata in rosso, la bandiera dell'atleta israeliano è censurata

Si continua a cancellare la bandiera di Israele, c’è chi la brucia nelle manifestazioni e chi la cancella dai tabelloni degli eventi sportivi o si rifiuta di gareggiarci contro. Solo per citare alcuni precedenti, basta ricordare la decisione dello Sepahan Isfahan, squadra di calcio della Serie A iraniana, che il 20 febbraio 2012 ha annullato un incontro con il Partizan Belgrado perché l’allenatore dei serbi era l’israelia no Avram Grant, lo stesso che nel 2007 guidò il Chelsea fino alla finale di Champions League. Alle Olimpiadi o ai Mondiali di Nuoto o Judo, nuota- tori di diversi stati arabi non sono scesi in vasca o lottatori non sono saliti sul tatami solo perché avrebbero dovuto gareggiare con degli israeliani. Per finire, come si può dimenticare la scandalosa performance della schermitrice tunisina Serra Besbes che salì in pedana ma si rifiutò di gareg- giare contro un’avversaria israeliana?
LA LINEA BIANCA
In questi giorni è in corso a Doha, nel Qatar, la coppa del mondo di nuoto e ogni volta che i nuotatori israeliani sono scesi in vasca sul display al posto della bandiera con lo scudo di David è apparsa una linea bianca, e la stessa ban- diera è sparita dagli edifici che ospitano le gare. Sui tabelloni ufficiali Israele è siglato con le tre lettere ISR e i nomi degli atleti non sono scritti per in- tero al punto che qualcuno di loro non aveva capito se si era qualificato o no alla batteria successiva. Stessa cosa si è ripetuta anche durante una delle finali, trasmessa in diretta televisiva, dove alla partenza della gara sono comparsi i nomi dei nuotatori accanto alle bandiere dei loro Paesi, solo per Amit Ivry non c’è stato l’onore di vedere la bandiera dello Stato che tanto bene ha rappresen- tato perché anche in questo caso l’apposita casella è rimasta bianca. Ignorare, cancellare e demonizzare Israele in tutti i campi, anche quello sportivo, per creare un mondo virtuale dove lo Stato ebraico non ha diritto di cittadinanza. Questa è la nuova guerra mediatica di cui siamo da tempo testimoni e i media occidentali che non riportano mai questi eventi con la dovuta rilevanza e i vertici delle varie federazioni che minimizzano questi gravissi- mi episodi anziché censurarli, stanno creando tutti i presupposti affinché anche lo sport, che dovrebbe essere un momento di pace e contatto fra le genti, diventi un campo di battaglia. In Israele per diversi anni è stata adottata una politica di basso profilo e tanta pazienza nei confronti di questi atti ma i commenti della gente comune e della stampa in generale dopo aver visto le dirette televisive da Doha fanno trasparire ormai una forte insofferenza davanti a situazioni di delegittimazione che nessun altro Paese al mondo avrebbe accettato e sopportato in silenzio per così tanto tempo.
LE PROTESTE
In queste ore si stanno alzando forti le voci nei confronti dei vertici dello sport israeliano e delle rappresen- tanze diplomatiche che hanno il dovere di chiedere alle federazioni internazionali la stessa dignità che viene riservata a tutti anche per gli atleti israeliani. Ma se pensiamo che lo Stato Ebraico non è ammesso ai Giochi del Mediterraneo proprio per l’opposizione degli Stati Arabi che si affacciano sul Mare Nostrum e che lo stesso C.I.O. non ha avuto il coraggio di celebrare, durante le Olimpiadi di Londra 2012, i quaranta anni dell’attentato al villaggio olimpico di Monaco 1972, è chiaro che la volontà di difendere certi diritti, e doveri, si scontra con gli squallidi interessi politici che nulla hanno a che fare con la purezza dello sport.

ANSA - " Qatar rimuove bandiera  Israele in gara. E' polemica "

Segnaliamo, in particolare, la parte finale del lancio, perché utile a capire che aria tira in Qatar: " A novembre verrà discussa l'introduzione di una legge che impone test all'immigrazione per individuare omosessuali e trans e vietare loro di entrare nel Paese. Molti si chiedono se queste norme discriminatorie siano compatibili con l'organizzazione di un evento sportivo internazionale aperto a tutti e richiedono l'intervento delle associazioni sportive di tutto il mondo per garantire il rispetto di diritti fondamentali e di standard internazionali. ".

 DOHA, 23 OTT - Il Qatar ha rimosso la bandiera di Israele esposta al Centro Acquatico Hamad di Doha durante una tappa della Coppa del Mondo di nuoto della Fina, la federazione mondiale, terminata due giorni fa e alla quale hanno partecipato anche nuotatori israeliani. La notizia riportata da Doha News è stata accolta con entusiasmo dalla popolazione qatarina contraria alla partecipazione di Israele a un evento sportivo in Qatar; ma l'episodio ha suscitato critiche da parte di molti addetti ai lavori, convinti che questa sia una discriminazione inammissibile soprattutto in ambito sportivo. L'organizzazione Qatar Youth Opposed to Normalization (QAYON) aveva chiesto in una lettera indirizzata al presidente della Qatar Swimming Association di boicottare Israele. L'ostilità dell'emirato verso Israele non è una novità. Nel 2011 durante la conferenza delle sedi regionali per il boicottaggio di Israele, Abdul Latif Khalid Al Rumaihi, un ufficiale del servizio doganale del Qatar, dichiarò che il Qatar era stato fra i primi Paesi a richiedere di imporre un blocco totale dei prodotti israeliani nel mercato locale. Molti residenti in Qatar si chiedono se il Paese intenda applicare queste discriminazioni a tutti gli eventi sportivi internazionali che si terranno a Doha, in particolare ai Mondiali di Calcio del 2022. «Cosa farà la gente quando ci saranno i Mondiali? Si chiamano Mondiali. Non si può vietare a un Paese di partecipare» scrive un commentatore qatarino sul web. A novembre verrà discussa l'introduzione di una legge che impone test all'immigrazione per individuare omosessuali e trans e vietare loro di entrare nel Paese. Molti si chiedono se queste norme discriminatorie siano compatibili con l'organizzazione di un evento sportivo internazionale aperto a tutti e richiedono l'intervento delle associazioni sportive di tutto il mondo per garantire il rispetto di diritti fondamentali e di standard internazionali.

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