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La Stampa - Corriere della Sera Rassegna Stampa
18.10.2013 Il blog di Piergiorgio Odifreddi, calamita per antisemiti e negazionisti
commenti di Elena Loewenthal, Stefano Jesurum. Continua il silenzio di Repubblica

Testata:La Stampa - Corriere della Sera
Autore: Elena Loewenthal - Stefano Jesurum
Titolo: «Odifreddi, il blog calamita per antisemiti - Il matematico negazionista e le ragioni della storia»

Riportiamo dalla STAMPA di oggi, 18/10/2013, a pag. 29, l'articolo di Elena Loewenthal dal titolo " Odifreddi, il blog calamita per antisemiti ". Dal CORRIERE della SERA, a pag. 50, l'articolo di Stefano Jesurum dal titolo " Il matematico negazionista e le ragioni della storia".

Salvo i due articoli che riportiamo nella pagina e una breve, molto breve, sul Giornale, anche oggi silenzio stampa sulle dichiarazioni negazioniste di Odifreddi.
In particolare segnaliamo il silenzio di Repubblica. Comprendiamo l'imbarazzo, dal momento che Odifreddi è un loro 'illustre' collaboratore, ma qualche riga di commento, vista la gravità delle sue affermazioni, non avrebbe sfigurato.

In alto a destra, Piergiorgio Odifreddi

Ecco i pezzi:

La STAMPA - Elena Loewenthal : "Odifreddi, il blog calamita per antisemiti"


Elena Loewenthal

Mentre mezza Italia è all’inseguimento delle spoglie di un criminale nazista fiero di esserlo stato, l’altra infesta il web di parole orrende. La responsabilità primaria di questo inquinamento verbale torrenziale, bulimico, è di Piergiorgio Odifreddi e del suo blog. Il matematico impertinente nonché tuttologo visibilmente in cerca di visibilità lancia da un pezzo i suoi strali contro Israele, che con un risentimento fetido equipara ai peggiori criminali seriali della storia.
Il web, si sa, è diventato ormai il luogo dove l’esercizio della libertà di parola diventa come nulla lo sproloquio dell’arbitrio, della parola che si lancia al vento della rete giusto per farsi sentire. A forza di gridare forte, Odifreddi è riuscito ad attirare entro il suo campo gravitazionale una costellazione di voci accomunate da quello che non si stenta a definire una nuova forma di (vecchio) antisemitismo.
Dall’odio per Israele alla diffidenza per la storia del Novecento così come ci sarebbe stata «propinata» dai vincitori il passo non era poi così lungo. Si è compiuto in questi giorni, sull’onda del tardivo decesso di un boia nazista. Perché più delle parole di Odifreddi – che potremmo anche prendere con il beneficio d’inventario della trovata mediatica, della boiata da megafono – sconcertano i commenti degli internauti, rimbalzati come una fiumana tossica per tutti i social network.
E di questi commenti, stupisce che più della furia, della voglia di presunta rivalsa storica, siano intrisi di una razionalità assurda, di quella serietà che possiamo immaginare sul volto arcigno di una maestrina, le mani sui fianchi e il piede che batte per terra. C’è chi avanza dubbi sull’efficacia dello Zyklon B e sull’infiammabilità di quell’aria impestata per dimostrare che i racconti arrivati da Treblinka e Auschwitz sarebbero incongruenti e dunque falsi. Chi dice che le ha viste bene, a Dachau, ed erano docce vere, altro che! Chi, più in generale, invoca delle prove dello sterminio, che in fondo non ci sono…
Una quantità inenarrabile, insomma, di sentenze, di assurdità declamate. Un quadro terribilmente desolante che suscita due pensieri, tristi entrambi. Il primo è che chi scatena e lascia spazio a tali nefandezze verbali ha delle pesanti responsabilità intellettuali prima ancora che morali. La seconda è che forse l’istanza della memoria esige una revisione. A giudicare da queste escandescenze, ricordare non serve. Diventa anzi una comoda scappatoia per alienare quella memoria, misconoscerla e rinfacciarla a chi l’ha subita. Quella storia lì, dei campi, del gas, dei forni crematori è dell’Europa, di tutti, prima ancora che del popolo ebraico. Il delirio di parole scatenato da Odifreddi è una sconcezza terribile, per me una fitta di dolore misto a rabbia e l’anelito assurdo ma irrefrenabile a un poco di oblio. Lasciatemi in pace con i miei milioni di morti.

CORRIERE della SERA - Stefano Jesurum : " Il matematico negazionista e le ragioni della storia "


Stefano Jesurum

Il noto matematico Piergiorgio Odifreddi di mestiere scrive e insegna in Università. Insomma fa il maestro. A latere si esercita anche nell’antica arte dell’intellettuale a tutto tondo, del grillo parlante, nella fatti-specie blogger di Repubblica. E spesso inciampa, ruzzola, travolgendo il buon senso e il buon gusto oltre che il rispetto per i lettori, l’opinione pubblica, la Storia. Succede da anni: le sabbie mobili in cui si perde sono sovente quelle dell’antisemitismo più o meno conscio e del negazionismo. È accaduto anche in questi giorni di sconvolgenti anniversari (Fosse Ardeatine, rastrellamento del ghetto di Roma) e tempeste emozionali legate ai funerali di Priebke.
Dopo avere sostenuto che i crimini di Israele sarebbero ben peggiori delle Fosse Ardeatine, ora sostiene che il processo di Norimberga sia stato un’opera di propaganda, roba da film e mitologie: «Non entro nello specifico delle camere a gas, perché di esse “so” appunto soltanto ciò che mi è stato fornito dal “ministero della propaganda”... almeno sono cosciente del fatto che di opinione si tratti, e che le cose possano stare molto diversamente da come mi è stato insegnato». Chissà, forse annuncerà di voler chiudere il blog per colpa del «complotto» contro di lui. L’aveva già minacciato tempo fa, sgridato da Scalfari per scivolate simili a questa, poi –— ahinoi — aveva beatamente ricominciato. Il docente. Facesse il bidello sarebbe cacciato da scuola, facesse l’insegnante in un liceo i genitori protesterebbero, invece — come sottolinea la giornalista scientifica Daniela Ovadia — fa lo scienziato... Un paio di commenti scandalizzati ma le sue opinioni hanno la forza della «razionalità». Si dice uomo di sinistra. Che non è garanzia di nulla: le ricerche sui nuovi fascismi segnalano un’area di sovrapposizione tra le opinioni di una certa sinistra estrema e quelle della destra. E io dico: se CasaPound e Odifreddi sostengono le medesime tesi non è certo un problema nostro, no? D’altronde il buon vecchio August Friedrich Bebel lo ripeteva un secolo e mezzo fa che «l’antisemitismo è il socialismo degli imbecilli».

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