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Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


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Informazione Corretta - Libero - Il Giornale - La Stampa Rassegna Stampa
16.09.2012 Non esiste nessuna 'primavera araba'
commenti di Deborah Fait, Carlo Panella, Luciano Gulli. Interviste a Daniel Pipes ed Edward Luttwak di Andrea Morigi, Paolo Mastrolilli

Testata:Informazione Corretta - Libero - Il Giornale - La Stampa
Autore: Carlo Panella - Luciano Gulli - Andrea Morigi - Paolo Mastrolilli
Titolo: «E se ci offendessimo noi occidentali? - Al Qaeda ha il braccio politico. Una svolta, grazie a Obama - La voglia di censurare il film una sconfitta per l’Occidente - 'Scusarsi è un errore: è in gioco la libertà' - La primavera araba era soloun’illusione.»

Riportiamo da LIBERO di oggi, 16/09/2012, a pag. 1-13, l'articolo di Carlo Panella dal titolo " Al Qaeda ha il braccio politico. Una svolta, grazie a Obama ", a pag. 12, l'intervista di Andrea Morigi a Daniel Pipes dal titolo "  «Scusarsi è un errore: è in gioco la libertà» ". Dal GIORNALE, a pag. 13, l'articolo di Luciano Gulli dal titolo " La voglia di censurare il film una sconfitta per l’Occidente ". Dalla STAMPA, a pag. 2, l'intervista di Paolo Mastrolilli a Edward Luttwak dal titolo "  La primavera araba era soloun’illusione. L’America si ritiri".

Invitiamo a leggere la Cartolina da Eurabia di Ugo Volli di oggi, pubblicata in altra pagina della rassegna.
http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=&sez=280&id=46074

Ecco i pezzi, preceduti dal commento di Deborah Fait dal titolo " E se ci offendessimo noi occidentali? ":

INFORMAZIONE CORRETTA - Deborah Fait : "E se ci offendessimo noi occidentali? "


Deborah Fait

Credo sia giunta l’ora di eliminare definitivamente l’espressione “primavera araba” , intendo definitivamente perche’ per mesi  ce ne hanno parlato per illudere gli allocchi di cui il mondo occidentale tremebondo e’ pieno,  che l’islam fosse cambiato e che I popoli arabi volessero la democrazia.

Vedevamo soltanto rivolte e morti, gente fatta a pezzi  ma “loro” , I soliti visionari innamorati dei figli di Allah (penso con nostalgia a Oriana Fallaci) , continuavano a parlare di ” primavera”, offendendo quella bella e dolce stagione dell’anno .

Poi, alcuni giorni fa,  e’ uscito un film che offendeva l’Islam e cosa e’ successo? La “primavera” e’ diventata un inferno di morte e distruzione ma gli stessi visionari continuano a parlare, bovinamente, di “primavera araba”. 

A questo punto una persona normale cosa puo’ pensare? Di vivere in un mondo sbagliato dove I cattivi vincono e I buoni  muoiono o ne escono sconfitti, svergognati, umiliati.

La tragedia delle Torri Gemelle non ha insegnato niente all’America? Forse agli americani ha insegnato qualcosa ma al loro presidente proprio niente e adesso e’ la’ sorpreso che I suoi amici della Fratellanza Musulmana lo abbiano tradito.

Credeva lui, Obama, nel 2009, di potersi fare amico il mondo arabo, e’ andato,  inchinandosi a destra e a manca, a visitare tutti I dittatori  oggi defunti, chi in prigione come Mubarak, chi fatto, civilmente ,  a pezzi come Gheddafi.  Voleva diventare amico di quelle popolazioni che gridavano “Morte all’America” e che oggi, per un film,  bruciano , ammazzano, stanno facendo esplodere il Medio oriente.

Dopo I primi quattro morti a Bengasi, tra I quali l’ambasciatore Americano in Libia, Barak Obama ha detto questa frase assurda e stupida che a momenti mi faceva cadere dalla sedia “ Non mi aspettavo una cosa del genere dalla nuova democrazia libica”.

Democrazia libica?????????

Ma ha un’idea questo presidente degli Stati Uniti d’America di cosa significhi democrazia? Ma dove vive? Secondo lui quelle bande di pazzi fanatici assassini che hanno preso il potere in Libia dopo Gheddafi sono dei democratici?

A un presidente della piu’ grande Potenza del mondo non e’ permessa una  simile naivete’ , e’ pericoloso, ha cosegnato il Medio oriente ai fanatici, distribuendo sorrisi e dollari,  e adesso ne subiamo le conseguenze .  

Il film!

Naturalmente appena uscita la nortizia chi poteva essere responsabile di quella pellicola blasfema? Ma Israele naturalmente , lo avrete indovinato subito, e, dopo Israele, ecco fare il nome di  un ebreo non meglio identificato che , infatti, non esiste.

E’ la regola questa, nessuna meraviglia, e’ la prima cosa che ho pensato …”vedrai che daranno la colpa a noi” mi son detta, memore delle Torri Gemelle  che, notoriamente, sono state fatte implodere col loro terribile carico di 3000 morti da Israele prima, dalla CIA poi, infine da tutti e due insieme,  e queste soffiate velenose messe in giro dai soliti notissimi , sono ancora attuali.

Chi non e’ mai colpevole e’ l’Islam!

E’ spaventoso il riguardo che l’Occidente ha nel trattare questa gente, hanno paura, hanno una fifa blu e anche in questi giorni infernali di distruzione e morte, I media e I vari capoccia di stato continuano a dare la colpa al film blasfemo!

Ma vi sembra normale che dal Mediterraneo all’Iraq, Afghanistan, passando per l’Africa Nera, I musulmani mettano a ferro e fuoco tutto quello che trovano sulla loro strada….per un FILM?

Vi sembra normale?

Ho trovato una lettera nella rubrica  delle lettere di informazionecorretta, la pubblico nel caso non l’aveste letta, e’ di un certo Moshe di Tel Aviv e io la considero stupenda perche’ in poche parole dice delle verita’ assolute :

Cari amici islamici , siete offesi per un film ? Sapete , vi converrebbe essere meno permalosi , perchè la lista dei motivi per cui siamo offesi noi occidentali è molto piu' lunga della vostra . Siamo offesi di come sterminate i cristiani in medioriente . Siamo offesi , quando in Egitto o in Nigeria fate irruzione nelle Chiese cristiane  linciando decine di innocenti ( al vergognoso urlo Dio è grande ) . Siamo offesi del vostro antigiudaismo diabolico e malato presente nei vostri libri scolastici , nelle tv arabe e nei vostri giornali . Siamo offesi ,per il fatto  che in Francia il 60% dei detenuti sia di fede musulmana . Siamo offesi che in Norvegia , dietro quasi il 100% degli stupri ci sia  un musulmano . Siamo offesi di vedere il traffico bloccato ogni venerdi' ,perchè pregate in strada senza permesso , e col pretesto della preghiera attuate in realta' una lenta e graduale  conquista territoriale  di interi quartieri di citta' europee che voi considerate Dar-Al-Harb . Siamo offesi per la bimba down che in Pakistan è stata quasi condannata a morte per blasfemia , in seguito a una vostra calunnia . Siamo offesi perche' da 11 anni , per prendere un aereo stiamo mezz' ora in fila come pecore , ci dobbiamo spogliare come per la visita medica , e nella borsa a mano non possiamo portarci da casa una bibita , un dentifricio o uno shampoo . Siamo OFFESISSIMI . . Quindi non fate troppo i permalosi , perche' il giorno che presenteremo la lista delle offese che abbiamo subìto noi  a causa vostra ( e quel giorno fidatevi arrivera' ) , sara' un giorno tremendo . Ricordatevi , presto o tardi nella vita i conti si saldano sempre .

Moshe' K . , Tel Aviv
http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=&sez=90&id=46054

Parole sante, Moshe’ di Tel Aviv, e io aggiungerei anche che siamo offesi, dovremmo essere offesi, ma in realta’ oltre a Israele nessuno lo e’,  perche’ un paese membro dell’ONU, Israele, e’ minacciato di sterminio ogni giorno dall’Iran.

Siamo offesi dai volumi (alcuni sono in mi possesso) di vignette tratte dai media arabo/islamici contro cristiani ed ebrei dove gli ebrei sono rappresentati come dei mostri che mangiano bambini arabi col sangue che gli cosa lungo il mento.

Siamo offesi per la distruzione dei Budda.

Siamo offesi per la distruzione di ogni riferimento e reperto ebraico sul Monte del Tempio a Gerusalemme.

Siamo offesi perche’ e’ stata tagliata la pancia a Theo Van Gogh , anch’egli giustiziato a causa di un film sulla situazione di schiavitu’ delle donne arabe.

Voi, o figli di Allah,  offendete ogni giorno l’Occidente con la paura, morte e attentati ma mai orde di cristiani fanatici o di ebrei fanatici sono entrati nei vostri quartieri nelle citta’ occidentali che state invadendo, per ammazzarvi, per bruciare le vostre case e le vostre moschee, le vostre scuole.

MAI!

Voi potete fare ogni malefatta e ci sara’ sempre qualche occidentale colla testa vuota o piena di quella roba la’….che vi giustifichera’.

Di piu’, molto di piu’ e molto peggio, signori dell’islam, ogni vostra malefatta verra’ attribuita all’Occidente.

E’ una delle prime frasi che ho letto sui forum spazzatura dopo l’assassinio dell’Ambasciatore :” e’ colpa di noi occidentali ….”

Concludo colla ciliegina di Ban Ki Moon, segretario generale dell’ONU il quale ha  dichiarato  che lui ritiene  il film  odioso e che è risentito per le violenze.

Non vi sembra che ci sia qualcosina che non va in questa frase?

Come, il film e’ odioso e le violenze (morti) lo fanno “risentire”? Ma poverino.

Ban Ki Moon , forse e’ la violenza ad essere odiosa non un film che per quanto brutto sia , per quanto blasfemo sia, non e’ altro che un film!

Non c’e’ differenza tra morte e una storia inventata?

Ecco, io credo che finche’ l’Occidente fara’ questo tipo di ragionamenti e continuera’ a parlare di Primavere Arabe 

di fronte a rivolte sanguinose e a orde di pazzi fanatici assetati di sangue umano, non ne usciremo e il mondo dovra’ vivere altri 11 settembre.

Chi ringrazieremo quando accadra’? Ci pensi su Mister Obama!

Auguro Shana’ Tova’ a tutti

LIBERO - Carlo Panella : " Al Qaeda ha il braccio politico. Una svolta, grazie a Obama "


Carlo Panella

«Ascolta Obama, noi siamo tutti Osama»: urlato con ritmi ossessivi nei cortei che hanno dato l'assalto alle ambasciate Usa a Tunisi, Khartoum, Cairo, Amman, Bengasi, Tripoli del Libano, Sanaa, questo slogan segnala una svolta clamorosa nella vicenda del terrorismo islamico. Non è la prima volta che immagini di Osama bin Laden vengono ostentate durante cortei, ma è la prima volta che ovunque, platealmente, pubblicamente, la mobilitazione dei salafiti, i fondamentalisti islamici radicali (in rotta persino con i Fratelli Musulmani) si salda con al Qaeda, rivendicando la sua piena contiguità ideologica e di azione. Questa è la tragica novità (...) (...)dell'11 settembre del 2012, che si è concretizzata a Bengasi, con l'inedita sinergia tra una manifestazione di massa e l'azione di un commando di 100 terroristi che hanno occupato l'ambasciata Usa e ucciso l'ambasciatore Chris Stevens. Dunque, come è sempre più evidente la fredda preparazione dell'azione congiunta tra manifestanti e l'azione del commando terrorista di Bengasi, è anche sempre più palese l'azione di una cabina di regia unitaria della rete dei salafiti, che dimostra di essere in grado di mobilitare grandi cortei in contemporanea ovunque nel mondo arabo (ad eccezione, e non è un caso, ci pensino gli avversari di George W. Bush e della sua strategia, di Baghdad e dell'Iraq). Gli otto morti di venerdì scorso, non sono dunque il frutto di un casuale effetto domino, della spontanea reazione all'idiota film contro Maometto postato su YouTube da un demenziale gruppo di cristiano-copti di Los Angeles, ma di una riuscita prova generale di coordinamento della Internazionale salafita, in rivendicato, esplicito appoggio ad una al Qaida e a gruppi terroristi vari che vengono vissuti come proprio «braccio armato». Il tutto, la Storia fa di questi scherzi, grazie agli enormi spazi di libertà che si sono aperti all'azione dei salafiti con la caduta dei regimi autoritari arabi. La stessa cauta reazione delle forze di sicurezza dei governi arabi «democratici», che hanno aperto il fuoco (ma non a Bengasi) solo per evitare la conquista manu militari delle ambasciate Usa, dimostra che questi hanno ben chiaro di trovarsi di fronte a un movimento eversivo che ha alle spalle un forte consenso, una consistente simpatia ed empatia in ampi strati della popolazione, come peraltro dimostra il successo alle elezioni dei partiti salafiti, in aperta concorrenza con i Fratelli Musulmani. Il disastro è che questo nuovo scenario non solo vede i nuovi governi arabi «democratici» del tutto incapaci di un contrasto politico efficace (si limitano, in extremis, ad una dura repressione), ma anche di una totale incapacità di Usa e Europa persino di comprendere questo nuovo scenario salafita-qaidista. D'altronde, anche se cogliessero questa novità, la base dottrinale del rapporto dialogante con l'Islam degli Usa di Barack Obama, e la confusa ignavia di un'Europa catalettica, non permetterebbero di enucleare una risposta politica. È infatti evidente che con questo crescente movimento salafita-qaedista, non è possibile dialogo, confronto, mediazione. Pure, l'Occidente avrebbe una fortissima arma di pressione. Il presidente egiziano Morsi è venuto in Italia e in Europa a chieder aiuti economici per un Egitto ormai sulle soglie del fallimento. Simile è la situazione in Tunisia e Yemen, mentre la Libia si salva solo grazie ai contratti petroliferi senza condizione stipulati con Europa e Usa. Basterebbe vincolare tutti gli aiuti e i contratti petroliferi con i nuovi governi arabi a una seria politica di contrasto del movimento salafita-qaidista, e le pavidità dei nuovi leader arabi «democratici» sarebbero costrette subito a trasformarsi in coraggio. Ma per un'azione simile ci vuole lungimiranza e coraggio. Doti che ha in pieno solo papa Ratzinger, che ha pronunciato durissime parole non solo contro i terroristi, ma proprio contro il fondamentalismo dei salafiti nel suo coraggioso viaggi in Libano. Doti che l'Occidente ha deciso di non praticare, quando si rapporta col mondo dell'islam.

Il GIORNALE - Luciano Gulli : " La voglia di censurare il film una sconfitta per l’Occidente "


Luciano Gulli

Monta uno sgradevole, distur­bante senso di colpa, di disagio ipocrita e un filino servile nei con­fronti del mondo islamico. Il moti­vo va cercato lì, nei catastrofici, sanguinosi effetti prodotti da un film imbecille prodotto in Usa da un gruppo di scervellati la cui col­pa principale non è quella di aver offeso il Profeta, ma di aver prodot­to un'opera scombiccherata, a metà tra il demenziale e il cretino. E tuttavia accade di peggio. Per­ché accanto al senso di colpa- co­me se l'idea o il gesto di un singolo imbecille (e in America, come nel resto del mondo, gli imbecilli so­no funesta maggioranza) dovesse coinvolgerci tutti e farci sentire tutti colpevoli - lievita anche una voglia di censura e di autocensura degna di altre epoche e di altre sta­gioni politiche.
Una censura «con lo sterzo», ol­tretutto; dove le libertà di pensie­ro, di espressione, di parola ­quando dovessero disturbare, an­che solo in ipotesi, la sensibilità del mondo islamico più retrivo ­potrebbero essere appunto sotto­poste alla censura preventiva di un sinedrio che dice se, come e quando. Proprio come andava di moda nel Ventennio fascista e nel Settantennio comunista. (Men­tre per le barzellette che hanno per protagonisti Gesù, la Madon­na e il Padreterno ci si può acco­modare tranquillamente, come si è sempre tollerato, facendosi un baffo della sensibilità dei cristia­ni).
Quando mai si era vista una Ca­sa Bianca tentennare così vistosa­mente­a parte le prese di posizio­ne di maniera- di fronte agli attac­chi di turbe di fanatici che nella lo­ro ebrezza distruttrice se la sono presa anche con le ambasciate di Paesi europei sparse per il Nord Africa e il Maghreb? Quando mai si era vista una casa Bianca chiede­re a quelli del motore di ricerca Go­ogle - oh, con molta buona grazia e felpate giustificazioni, certo - di rimuovere da You Tube (Google ne ha la proprietà) il controverso film su Maometto? E quando mai vi sareste aspettati di leggere sul web la giustificazione imbarazza­ta di un funzionario di Google -proprio loro: le intransigenti ve­stali della libertà totale di You Tu­be, dove si trova di tutto e di più­che mentre annuncia il rifiuto dell' azienda alle richieste di Washin­gton ammette che il filmato è già stato espun­to, per motivi di opportunità politica, per co­sì dire, in India e in Indonesia? E già che c’era­no, anche in Li­bia? Ah, sì, in ef­fetti, ehm, an­che in Egitto?
Il produttore del film, tal Nakoula Basse­ley Nakoulaun, cristiano copto di origine egiziana, può dirsi soddi­sfatto. La sua provocazione è per­fettamente riuscita. E soddisfatto potrà dirsi anche il regista, Alan Roberts, al secolo Robert Brow­nell, che a 65 anni ha finalmente raggiunto la notorietà dopo aver bordeggiato tutta la vita tra pellico­le porno come La giovane Lady Chatterley e scemate a colori co­me Karate Cop .
In vena di autocensura, per ve­nire da noi, in Europa, sembra an­che l’ex ministro della Giustizia francese, l’eurodeputata di origi­ne marocchina e algerina Rachi­da Dati, che si chiede «se non po­tremmo fare di più per impedire la diffusione di questa robaccia». Salvo poi aggiungere, in tardiva re­tromarcia: «Non si tratta di limita­re la libertà di espressione, ma del­l’odio razziale e religioso il mon­do può fare a meno».
Fra i pochi a non aver perso il senso delle proporzioni, in tutto questo, è per paradosso la Tuni­sia, il cui partito islamico modera­to al governo ha condannato l’at­tacco di sabato all’ambasciata de­gli Stati Uniti a Tunisi. Sono stati proprio i giovani del partito al po­tere, Ennahda, a riconoscere che le violenze come quelle inscenate da gruppi radicali sabato scorso «minacciano i progressi del Paese verso la democrazia dopo decen­ni di dittatura». Ma sembrano gli unici, i musulmani tunisini, a mo­strare moderazione e senso delle proporzioni di fronte a un episo­dio scopertamente strumentaliz­zato per appiccare l’incendio ai quattro angoli del mondo.
Già, perché le proteste ieri sono arrivate fino alle Maldive e all’Au­stralia, dove la polizia, intuendo che non si trattava di una cosa se­ria, ha affrontato i manifestanti «sparandogli» contro certi spray al pepe.

LIBERO - Andrea Morigi : " «Scusarsi è un errore: è in gioco la libertà» "


Daniel Pipes, Andrea Morigi

Daniel Pipes, presidente del Middle East Forum, intravede un'unica soluzione agli attacchi antioccidentali. Una dichiarazione universale secondo cui «tutti i cittadini godono della libertà d'espressione, che significa specificamente il diritto di insultare e di infastidire. Le autorità tuteleranno tale diritto. I musulmani non godono di privilegi speciali ma sono soggetti, come ogni altro, alle stesse regole sulla libertà d'espressione. Lasciateci in pace». Ma i fedeli più fanatici della "religione della pace" non sembrano essere d'accordo, nonostante le recenti aperture verso la democrazia. E poi rimane ancora molto lavoro da fare anche nei Paesi occidentali attualmente sotto assedio. Cosa sta accadendo nel mondo islamico? «Dal 1989, le "regole di Rushdie" sono divenute epidemiche. 23 anni dopo, il colpo da maestro dell'ayatollah Khomeini, che poco prima di morire decretò una condanna a morte per Salman Rushdie, si è diffuso e si è trasformato in azioni ormai scontate delle masse in Afghanistan, Bahrain, Bangladesh, Egitto, India, Iraq, Kuwait, Libia, Malesia, Nigeria, Pakistan, Territori palestinesi, Qatar, Sudan, Siria, Tunisia e Yemen. I fondamentalisti islamici ritengono di avere il diritto di dettare agli occidentali il tenore delle opinioni sull'islam, come parte di una tendenza a imporre loro la legge islamica, la sharia. Tutto indica che queste pretese cresceranno in futuro e che i fondamentalisti islamici otterranno vittorie e perciò si sentiranno incoraggiati, mentre le comuni-cazioni continuano a rendere più stretti i legami all'interno del mondo». Ma, rispetto ad allora, è noto che cosa fa scattare la rabbia islamica... «Alcuni fra coloro che hanno scatenato il disagio dei fondamentalisti islamici negli anni successivi (come i militari statunitensi che bruciarono copie del Corano all'inizio di quest'anno) non avevano nessun intento provocatorio. Ma in generale, la tendenza è a far imbestialire i musulmani, in particolare con le vignette danesi pubblicate nel 2005 e con le attività del pastore della Florida, Terry Jones. Un gruppo anti-islamico in Canada, per esempio, progetta di approfondire le tensioni attuali e aggravarle. Insieme, i fondamentalisti islamici e gli attivisti anti-islamici hanno creato un rapporto simbiotico dove uno alimenta l'altro. Così, alcuni individui finiscono per tenere in ostaggio i governi». Apparentemente gli Usa e l'Europa non sanno che cosa fare, tranne condannare i film "blasfemi". Ma non si tratta di una sconfitta per la libertà d'espressione? «Chiedere perdono è un grande errore. Così come è pericoloso l'appello della Casa Bianca a Google, proprietaria di YouTube, per far sì che sia tolto dalla circolazione il film che ha provocato quest'ultima ondata di violenza, "L'innocenza dei musulmani". Sia Jones sia Google presumibilmente hanno ricevuto simili inviti a far scendere la tensione per la causa degli americani che vivono all'estero. La volontà di pacificazione, in altre parole, trionfa sul Primo emendamento della Costituzione americana, che garantisce la libertà d'espressione». Cosa vede nel futuro dei rapporti internazionali? «Il famoso scontro di civiltà non esiste, ma stiamo assistendo a una separazione delle civiltà. È un fenomeno che assume molte forme, dalle enclaves esclusivamente islamiche in Occidente al matrimonio, all'economia, all'educazione, alla cultura, ai media, all'intrattenimento, ai viaggi, ai siti web e perfino al calcolo del tempo. Quali turisti, per esempio, andranno a prendere il sole sulle spia:e tunisine o a visitare le antichità egizie fra un po' di tempo? Prevedo ancora un 'ulteriore separazione». E i nuovi governanti del inondo arabo, che ruolo svolgono in questo processo? «Non hanno molta esperienza, ma anche loro partecipano alla rabbia per le offese contro l'islam o Maometto. In ogni caso sono responsabili di quanto accade, compresa la morte delle persone durante le pro-teste». Dopo quest'ondata di violenza, le primavere arabe sono finite? «È cambiato molto. I governi di quella regione, dalla Tunisia allo Yemen, sono più deboli di prima. E dall'altra parte i fondamentalisti islamici hanno guadagnato forza e potere». Pensa a una strategia dietro gli attacchi dietro le ambasciate occidentali? «Non penso a una strategia nel senso di qualcuno, o di qualche organizzazione che sia dietro le violenze. In questo caso, sono la televisione e altri media a svolgere il lavoro, mostrando le offese contro l'islam e invitando alla reazione». Ma le proteste - e l'ucdsione dell'ambasciatore Americano in Libia - influenzeranno le prossime elezioni presidenziali americane? «Ne dubito. La gente di destra, che sostiene Romney, dirà che quanto è accaduto è dovuto alla debolezza di questa amministrazione, mentre la gente di sinistra, che sostiene Obama, dirà che è stato a causa delle persone che hanno realizzato il film. Non penso che molti elettori cambieranno opinione».

La STAMPA - Paolo Mastrolilli : " La primavera araba era solo un’illusione. L’America si ritiri "


Paolo Mastrolilli, Edward Luttwak

Dobbiamo ritirarci dal mondo islamico, lasciando solo una minima presenza strategica per tutelare i nostri interessi ». Secondo Edward Luttwak, analista del Center for Strategic and International Studies, le proteste di questi giorni segnano la fine di una illusione: «Hanno sbagliato i neocon, a pensare che la democrazia sarebbe arrivata in Medio Oriente abbattendo Saddam, e ha sbagliato il presidente Obama, a credere che invece il dialogo l’avrebbe fatta avanzare. Almeno per il momento, la democrazia non interessa al mondo islamico. Dobbiamo abbandonare i sogni e concentrarci realisticamente sui nostri interessi». Che cosa sta succedendo nei Paesi arabi? «Una esplosione generalizzata e ideologica di anti americanismo e risentimento contro gli occidentali». Dacosaèprovocata? «Dalla povertà, l’insoddisfazione economica, l’emarginazione, la sensazione che questa parte del mondo stia ancora perdendo il treno. La cultura giudaico-cristiana ci dice che in questo mondo bisogna soffrire, perché la ricompensa arriverà in paradiso. L’islam, invece, promette anche soddisfazioni terrene, e il loro fallimento è inaccettabile». La«primaveraaraba»nonstavacambiandole cose? «Dobbiamo chiarire una cosa: le proteste non sono scoppiate perché i governi in carica erano poco democratici, ma perché erano troppo laici. La stessa famiglia del tunisinoMohamed Bouazizi ha detto che lui si era dato fuoco per l’oltraggio di vedersi rifiutare la licenza da un funzionario donna. Il problema era che Ben Ali aveva dato incarichi alle donne. Queste rivolte hanno portato le elezioni, non la democrazia. Agli islamici la democrazia che legifera non interessa, perché le leggi le ha già date Allah attraverso il Corano. In queste condizioni, il voto serve solo agli estremisti per andare al potere col sostegno della maggioranza della popolazione». Perciò abbiamo sbagliato ad appoggiare laprimavera? «Abbiamo sbagliato a invadere l’Iraq, credere alla primavera, e aiutare gli oppositori a rovesciare Gheddafi. Quando faceva attentati e cercava armi di distruzione di massa, era giusto colpirlo: una volta che aveva rinunciato e si faceva i fatti propri, ci conveniva lasciarlo al suo posto». L’attaccodiBengasi eraprevedibile? «Tutti sapevano che a Derna gli uomini di Al Qaeda giravano senza nascondersi, nella piena luce del giorno». Oracosabisognafare? «Portare a termine il ritiro dall’Afghanistan, evitare l’intervento in Siria, eliminare gli aiuti economici e il nostro coinvolgimento nello sviluppo della regione. Per qualche tempo, bisogna lasciare che gli islamici facciano i conti tra di loro». Così non rischiamo nuovi attentati in Occidente? «Dobbiamo mantenere piccole presenze strategiche, e quando veniamo a sapere di un campo di addestramento o un incontro tra terroristi, colpire. Prenderemo il petrolio dove si può, ad esempio in Arabia. Svilupperemo le nostre fonti energetiche e cureremo i nostri interessi».

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