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Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


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Il Giornale-Libero Rassegna Stampa
14.05.2011 Come Israele entra nella campagna elettorale
Gli articoli di Gian Micalessin, Tommaso Montesano

Testata:Il Giornale-Libero
Autore: Gian Micalessin-Tommaso Montesano
Titolo: «Ecco chi sono gli amici sanguinari di Vauro- Vendola sionista, il leader del Sel scavalcato a sinistra»

Non è compito di IC affrontare temi che riguardano la campagna elettorale, ognuno si regola come crede, ma alcune forze politiche hanno toccato argomenti che ci riguardano da vicino, per questo motivo le riprendiamo.  Sul GIORNALE di oggi, 14/05/2011, a pag.3, Gian Micalessin descrive come il disegnatore Vauro inviti a votare per chi sostiene la prossima Flotilla, mentre su LIBERO, a pag.11, Tommaso Montesano racconta come Vendola sia stato accusato di 'sionismo' essendosi occupato di cultura ebraica nella regione Puglia della quale è governatore.
Ecco gli articoli:

Il Giornale- Gian Micalessin: " Ecco chi sono gli amici sanguinari di Vauro "


Vauro

La Colomba dedicata da Vauro agli amichetti di «Freedom Flotilla» sarà nelle intenzioni anche pacifica, ma svolazza sulle ali di una memoria comodamente corta. Una memoria opportunamente resettata non appena Daniela Santanchè, ospite giovedì sera di Annozero, ricorda al vignettista che la bandiera - disegnata per Freedom Flotilla e sventolata durante le manifestazioni per Pisapia sindaco - rischia di sollevare altri sospetti di collusioni tra estrema sinistra e terrorismo.

Per capirlo basta tornare al 31 maggio di un anno fa. Quella notte una squadra di commandos israeliani di Flotilla 13, l’equivalente dei Navy Seals americani impiegati per eliminare Osama Bin Laden, si cala sulla Mavi Marmaris, una nave turca che guida la spedizione di Freedom Flotilla pronta a forzare il blocco di Gaza. Convinti di fronteggiare dei pacifisti gli incursori si calano dagli elicotteri con le sole pistole, ma si ritrovano circondati da una folla di militanti aggressivi e violenti, armati di spranghe, coltelli e asce. I primi tre incursori vengono circondati feriti e sopraffatti. Uno trascinato sottocoperta è preso in ostaggio. Un altro, gravemente ferito, si butta in mare.

Un terzo lotta in attesa dei rinforzi. Per salvarlo dal linciaggio e recuperare il prigioniero sottocoperta i commandos si ritrovano costretti a uccidere nove «pacifisti» e a ferirne una cinquantina. «Chi si avvicinava - racconterà uno dei sette feriti israeliani - voleva solo ucciderci, ero prigioniero... quando ho sentito la pugnalata allo stomaco mi sono buttato di sotto, ma hanno ripreso a colpirmi e allora mi sono tuffato in mare».
Già l’atteggiamento di un organizzazione «pacifista» pronta ad attaccare uno dei migliori reparti d’elite al mondo dovrebbe destare qualche sospetto.

Ma il peggio sugli «amici» di Vauro salta fuori quando si scopre che sono militanti dell’Ihh («Insani Yardim Vakf»), un’organizzazione umanitaria turca sospettata di collusioni con il terrorismo islamico e legata ad Hamas. Secondo un dossier del 2006 firmato dall’analista americano Evan Kohlman per l’ «Istituto danese di studi internazionali» l’Ihh è nel mirino dell’antiterrorismo turco fin dal 1997. Quell’anno una perquisizione del suo quartier generale ad Istanbul porta alla luce armi, esplosivi, istruzioni per confezionare ordigni esplosivi e documenti sui militanti andati a combattere in Bosnia, Cecenia e Afghanistan. Nel 1996 un memorandum dell’Uclat, il centro francese d’antiterrorismo, rivela invece che Bulent Yildirim, fondatore di Ihh, è coinvolto nel reclutamento di volontari dell’internazionale islamica.

Sospetti comprovati - stando al rapporto - dalle intercettazioni dalle telefonate tra Yildirim e i militanti della moschea milanese di via Jenner impegnati, al tempo, sui fronti della Bosnia.
Le relazioni sospette del gruppo «umanitario» che guida la spedizione di Freedom Flotilla dello scorso anno non si limitano al passato. L’organizzazione, secondo l’intelligence israeliana, coordina le proprie campagne con Hamas ed ha rapporti diretti con i suoi capi. Accuse comprovate dalle foto dell’incontro del gennaio 2009 a Damasco tra il numero uno dell’Yhh Bulent Yildirim e il segretario generale di Hamas Khaleed Meshal. L’Ihh fa inoltre parte della «Union of Good» una confederazione di organizzazioni umanitarie islamiche a cui, nel novembre 2008, il dipartimento del Tesoro americano congela i fondi dopo aver trovato le prove del «trasferimento di milioni di dollari alle associazioni consociate con Hamas».

L’elemento più grottesco è però la profonda dissonanza con cui i fondamentalisti turchi e l’estrema sinistra italiana ed europea reagiscono all’episodio della Mavi Marmaris. Per la sinistra «pacifista» di casa nostra l’episodio è un massacro frutto della violenza israeliana. Per i parenti e i compagni di fede, intervistati dai quotidiani turchi, la morte sulla tolda della Mavi Marmaris è un sacrificio voluto e cercato. «Prima di imbarcarsi ripeteva sempre di voler diventare un martire, lo desiderava tanto» - racconta al quotidiano Milliyet Sabir Ceylan quando apprende che tra i morti figura anche l’amico 39enne Ali Haydar Bengi. «Aiutava gli oppressi, sognava di andare in Palestina e pregava Allah di farlo diventare un martire» conferma in un altra intervista la moglie del defunto. Persino il 55enne «Ali Ekber Yaratilmis padre di cinque figli - stando a quanto riferisce al quotidiano Sabah l’amico Mehmet Faruk Cevher - desiderava da sempre una morte da martire». E il cognato del 61enne Ibrahim Bilgen così descrive la morte del parente ucciso: «Il martirio gli si addiceva proprio... Allah gli ha concesso la morte che desiderava».

Prima di disegnar altre colombe Vauro dovrebbe capire, insomma, a chi vuole dedicarle. Se agli amici del terrore islamico o al pacifismo autentico e sincero. Che naviga, però, assai lontano dalle torbide acque di Freedom Flotilla.

Libero-Tommaso Montesano:" Vendola sionista, il leader del Sel scavalcato a sinistra"


Nichi Vendola

L’adesione l’ha data anche lui. Perché una firma non si nega a nessuno. Soprattutto se la platea dei manifestanti è composta da potenziali elettori del suo partito e il diretto interessato, in questo caso Nichi Vendola, è impegnato a scalare posizioni all’interno del centrosinistra. Stavolta, però, ilpresidentedella Regione Puglia ha fatto i conti senza l’oste. Nella fattispecie il popolo di Freeedom flotilla Italia, che oggi pomeriggio scenderà in piazza, a Roma, per protestare «contro l’assedio israeliano a Gaza e l’occupazione della Palestina ». Una mobilitazione propedeutica alla missione della nave italiana “Stefano Chiarini”, che a fine mese salperà in direzione Gaza, insieme ad altre imbarcazioni, per «portare aiuti umanitari alla popolazione civile e chiedere l’immediata cessazione dell’assedio illegale». E qui sta il punto: sul conflitto israelo-palestinese, per le varie sigle del “popolo antagonista”, in primis “Freedom flotilla Italia”, i Forum per la Palestina e i Campi anti-imperialisti,Vendola è considerato un guerrafondaio al soldo della stella di David. «Un servo dei sionisti», secondo l’accusa lanciata al leader di Sinistra, ecologia e libertà dal “Co - mitato con la Palestina nel cuore”. È successo che Vendola, lo scorso 28 aprile, abbia incontrato a Roma l’ambasciatore israeliano Ghideon Meir. Incontro, peraltro non il primo tra i due, preceduto nel 2009 dall’ospitali - tà concessa, in Puglia, al festival sulla cultura ebraica. «Abbiamo costruito occasioni importanti di riappropriazione delle radici di ebraismo che sono dentro la storia della Puglia», spiegò Vendola auspicando maggiori «rapporti economici, commerciali e istituzionali» tra i due popoli. Troppo, per i rappresentanti del blocco anti-israeliano, che una volta venuti a conoscenza dell’adesione del governatore alla loro iniziativa, hanno iniziato ad attaccare il Vendola «prono al sionismo». Il “Comitato Palestina nel cuore”, sotto la foto del presidente pugliese bollato come l’«Obama de’ noantri», ha diffuso un comunicato dal significato inequivocabile: «Boicotta Israele! Boicotta Nichi Vendola!». «Che tristezza, l’uomo che si propone come rinnovatore della sinistra che mendica un incontro per accreditarsi quale amico dei sionisti». Da qui l’invi - to a inserire il presidente della Puglia nella lista nera: «Proponiamo di inserire Vendola e il suo partito nella lista dei prodotti da boicottare. Non facciamo più sconti a chi ammanta di bella retorica la propria sudditanza al sionismo». Ancora più dura le reazione dell’ex vicepresidente del Parlamento europeo, in quota Rifondazione comunista, Luisa Morgantini, che ha scritto una lettera aperta al leader di Sel impreziosita da 35 firme. «Tu quoque Nichi? », il titolo. Quindi l’incipit: «Caro Nichi, dicci che non è vero e che è stato un terribile equivoco ». «Noi comprendiamo», ha aggiunto, «le ragioni diplomatiche che ti spingono a parlare con l’ambasciatore di uno Stato che pratica l’apartheid, ma è davvero necessario sposarne e diffonderne la propaganda?». Quindi la richiesta di «pubblicare una bella smentita» ai resoconti giornalistici usciti dopo l’incontro, pena la perdita della stima nei suoi confronti. Chissà come si sentiranno, oggi, gli altri parlamentari del centrosinistra che hanno aderito alla manifestazione (tra gli altri, Rosy Bindi e Vincenzo Vita del Pd, Leoluca Orlando e Luigi De Magistris dell’Italia dei valori). Lui, Vendola, sarà in Sicilia per le Amministrative.

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