giovedi` 18 aprile 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


Clicca qui






Libero - Il Manifesto Rassegna Stampa
21.12.2010 Wikileaks riapre il caso Calipari
Giuliana Sgrena perde l'ennesima occasione di farsi un esame di coscienza

Testata:Libero - Il Manifesto
Autore: Andrea Morigi - Giuliana Sgrena
Titolo: «Commissione d'inchiesta»

Riportiamo da LIBERO di oggi, 21/12/2010, a pag. 24, l'articolo di Andrea Morigi dal titolo " Wikileaks accusa: «L’Italia ha insabbiato le indagini su Calipari ". Dal MANIFESTO a pag. 1-3, l'articolo di Giuliana Sgrena dal titolo "Commissione d'inchiesta  " preceduto dal nostro commento.
Ecco i pezzi:

LIBERO - Andrea Morigi : "  Wikileaks accusa: «L’Italia ha insabbiato le indagini su Calipari"


Nicola Calipari

C’è qualche dissonanza concordata fra Italia e Stati Uniti, sulla ricostruzione dei fatti che il 4 marzo 2005 portano alla morte dello 007 italiano Nicola Calipari. Lo suggerirebbe l’ambasciatore americano a Roma, Mel Sembler, in un cablogramma del 3 maggio 2005, diffuso da Wikileaks e pubblicato ieri dal quotidiano britannico The Guardian. Secondo il diplomatico statunitense, il rapporto del governo italiano sull’uccisione avvenuta da parte dei soldati Usa a un check-point di Baghdad era «volto specificamente a scoraggiare ulteriori indagini da parte della magistratura inquirente». Suona piùcome speranzache comecertezza. I timori degli Usa si concentrano in particolare sui giudici, che nel messaggio di Sembler non emergono come un potere imparziale, se arriva a scrivere: «I nostri contatti ci dicono che i magistrati italiani sono famigerati per piegare queste leggi ai loro fini, quindi resta da vedere se la tattica del governo italiano funzionerà su questo punto». Da Palazzo Chigi cercano di tranquillizzarlo. Per loro la cooperazione degli Stati Uniti con l’Italia nel gestire il caso fu «totale e del tutto professionale», scriveva Sembler dopo un incontro con l’allora ministro degli EsteriGianfranco Fini e il sottosegretario Gianni Letta. Sollevato, comunicava al proprio governo che l’Ita - lia voleva «lasciarsi l’incidente alle spalle e spera che il rapporto contribuirà a questo obiettivo». A suo avviso, l’auspicio del governo era che i magistrati concludesseroche «nonc’erano basiper un caso di “eccesso di legittima difesa”». In realtà, la Procura di Roma non si asterrà dalle indagini e il 19 giugno 2006 rinvierà a giudizio Mario Lozano, l’ex soldato Usa accusato di omicidio volontario nei confronti di Nicola Calipari. Il 25 ottobre 2007 la Corte d’Assise di Roma dichiarerà difetto di giurisdizione e non luogo a procedere. Non perché sia stato “addomesticato” alcunché, ma perché l’Italia ha aderito a una risoluzioneOnusecondo cui il personale di stanza in Iraq è sottoposto alla giurisdizione dello Stato di invio. Il processo non si può fare. Sarebbe stato impossibile, anche se la versione dell’accaduto fosse stata diversa. Per Sembler, sembrava tutto a posto. Dopo un incontro con Fini, Letta, il capo del Sismi Nicolò Pollari e il consigliere diplomatico di Berlusconi, Giovanni Castellaneta, ottiene una bozza del rapporto, che peraltro giudica «realistici» i fatti riferiti da Giuliana Sgrena, dall’autista del mezzo coinvolto nella sparatoria e dal responsabile Sismi a Bagdad, anche se «sostiene la tesi del “tragico incidente” » e che «è impossibile attribuire una responsabilità individuale per l’uccisione», ma soprattutto che«nonci sono prove che l’omi - cidio sia stato volontario». Più delicato il passaggio, catalogato come “segreto”, in cui Sembler assicura che il governo italiano «bloccherà i tentativi delle commissioni parlamentari di aprire indagini» sul caso. Per una volta, anche da sinistra prendono per buone le notizie giunte da Washington. Così Ettore Rosato, membro Pd del Copasir, le considera «notizie agghiaccianti», tanto da pretendere «subito chiarimenti in Parlamento». Non si fidano più nemmeno dei loro amici. Eppure, «Fini ha detto che l’Ita - lia non può lamentarsi della cooperazione con gli Stati Uniti», scriveva l’ambasciatore Usa. Nessuno ha insabbiato, insomma. E la presidenza del Consiglio in serata smonta anche l’ul - timo colpo di Assange: «Ancora una volta i resoconti di Wikileaks attribuiti all'ambasciatore americano in Italia corrono il rischio di accreditare posizioni, non solo mai assunte dal governo italiano, ma esattamente contrarie alla verità ».

Il MANIFESTO - Giuliana Sgrena : " Commissione d'inchiesta"


Giuliana Sgrena

Giuliana Sgrena scrive : "L’insabbiamento dell’inchiesta ha rappresentato uno dei «successi » della coppia Berlusconi-Bush junior". Non è sato un 'successo', dal momento che non c'è stato nessn insabbiamento. Semplicemente la macchina con sopra Nicola Calipari e Giuliana Sgrena non s'è fermata al posto di blocco, nonostante le richieste del soldato (Mario Lozano) il quale ha sparato. Lozano non poteva sapere che a bordo dell'auto non c'erano dei terroristi e ha fatto ciò che prevedeva il protocollo.
Sgrena continua : "
E un brivido corre lungo la schiena all’idea che gli stessi uomini – Berlusconi, Fini, Letta e l’allora capo del Sismi, il generale Pollari - che avevano celebrato Nicola Calipari come un eroe lo abbiano poi liquidato come un qualsiasi «effetto collaterale» della guerra". Nicola Calipari non è stato liquidato come 'effetto collaterale' della guerra, ma è impossibile definirlo vittima di un complotto che non c'è stato. Poi Sgrena continua con la solita tiritera tanto amata dai giornalisti del quotidiano comunista, quella dell'Italia asservita al potere Usa : " I nostri governanti si sono mostrati asserviti al potere Usa, fino al punto di sottoporre all’ambasciata americana un documento, che era persino sembrato prendere qualche distanza dalla versione Usa - pur di mettere a tacere l’opposizione -, prima ancora di presentarlo al Parlamento italiano".
Giuliana Sgrena punta il dito contro Berlusconi e Bush per la morte di Calipari, evidentemente si sente la coscienza pulita. Quando è stata rapita le tv internazionali hanno diffuso un video con lei che piangeva e implorava di riportarla a casa. Calipari l'ha fatto, e in tutto ringraziamento è stato ucciso per errore e Sgrena, arrivata a casa, ha rilasciato dichiarazioni molto favorevoli sul trattamento ricevuto dai suoi rapitori.
Se Sgrena avesse un minimo di onestà intellettuale si sentirebbe responsaile per la morte di Calipari ed eviterebbe di rilasciare dichiarazioni offensive per la sua memoria. Lozano ha fattio semplicemente il suo dovere, non poteva sapere chi c'era su quella macchina che andava a tutta velocità verso l'aeroporto incurante dei segnali che imponevano lo Stop. Che doveva fare ?
Ecco l'articolo:

Il caso Calipari per molti è solo unricordo scolorito. Certamente non per noi. L’insabbiamento dell’inchiesta ha rappresentato uno dei «successi » della coppia Berlusconi-Bush junior. Una vittoria di due «grandi amici» che non è stata scalfita nemmeno quando a palazzo Chigi è arrivato Romano Prodi, sotto la cui presidenza del Consiglio il governo costituì parte civile. Non avevamo dubbi che la ragion di stato avrebbe prevalso perfino sul ricordo dei migliori servitori dello stato, ma ora il sacrificio di questa memoria è confermato da un dispaccio Usa secretato rivelato da WikiLeaks. E un brivido corre lungo la schiena all’idea che gli stessi uomini – Berlusconi, Fini, Letta e l’allora capo del Sismi, il generale Pollari - che avevano celebrato Nicola Calipari come un eroe lo abbiano poi liquidato come un qualsiasi «effetto collaterale» della guerra. I nostri governanti si sono mostrati asserviti al potere Usa, fino al punto di sottoporre all’ambasciata americana un documento, che era persino sembrato prendere qualche distanza dalla versione Usa - pur di mettere a tacere l’opposizione -, prima ancora di presentarlo al Parlamento italiano. È sconvolgente pensare che l’operato di periti e magistrati, un lavoro che aveva portato al rinvio a giudizio del militare statunitense Mario Lozano per omicidio volontario politico di Nicola Calipari e tentato omicidio volontario di Carpani e mio, fosse solo un esercizio della magistratura senza nessuna possibilità di successo. Inutili i dibattiti di diritto internazionale per fare valere la sovranità italiana affermando la nostra giurisdizione per celebrare un processo che forse avrebbe permesso di conoscere qualche particolare in più su quanto successo a Baghdad il 4 marzo 2005. Certo, tutti gli ostacoli incontrati, persino per inviare alla segreteria di stato Usa la nostra citazione, avevano svelato gli intenti del governo italiano di evitare un processo e soprattutto il coinvolgimento del governo americano. Tuttavia questo eccesso di zelo fa nascere il dubbio (che non è solo un dubbio) che anche l’Italia avesse qualcosa da nascondere e forse conveniva a tutti mettere al più presto una pietra sopra al caso Calipari. Esauriti tutti i gradi di giudizio con la sentenza della Corte di cassazione, che aveva respinto il nostro ricorso contro la sentenza della Corte d’Assise, ci auguriamo che ora di fronte alle rivelazioni del sito internet fondato da Julian Assange almeno le forze di opposizione in parlamento si assumano la responsabilità di svelare quelle verità finora volutamente insabbiate dal governo. L’apertura di quella Commissione d’inchiesta parlamentare negata nel 2005 risulta oggi indispensabile per cercare la verità sulla morte di Nicola Calipari e anche di tutti quei servitori dello stato che hanno sacrificato la loro vita per difendere il loro paese e garantire la nostra democrazia. WikiLeaks ha ancora una volta svelato l’ipocrisia di governi che accusano il sito web di attentare alla sicurezza dello stato, ma chi attenta alla nostra sicurezza se il governo non è nemmeno in grado di garantire la nostra sovranità?

Per inviare la propria opinione a Libero e Manifesto, cliccare sulle e-mail sottostanti


lettere@libero-news.eu
redazione@ilmanifesto.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT