|
| ||
|
||
Riportiamo dal GIORNALE di oggi, 09/06/2010, a pag. 13, l'articolo di Fiamma Nirenstein dal titolo " Ora la sinistra ci ripensa: basta fango su Israele ", seguito dal suo comunicato dal titolo " Inserire IHH nella lista delle organizzazioni terroristiche UE ". Dal CORRIERE della SERA, a pag. 17, l'intervista di Francesco Battistini al generale Eiland dal titolo " Andrò a fondo nell’inchiesta. Ma i soldati si sono solo difesi ". Dall'UNITA', a pag. 28, l'intervista di Umberto De Giovannangeli a Mairead Corrigan-Maguire dal titolo " Macché sconfitti. Ora Gaza è sotto gli occhi del mondo ", preceduta dal nostro commento. Il GIORNALE - Fiamma Nirenstein : " Ora la sinistra ci ripensa: basta fango su Israele "
Fiamma Nirenstein : " Inserire IHH nella lista delle organizzazioni terroristiche UE " Israele è una discussione primaria nel mondo odierno, è il pomo della discordia, il pretesto preferito per attaccare l’Occidente, la migliore arma di legittimazione della vecchia bandiera sovietica totalitaria della pace a strisce, è il tarlo che rode l’anima degli ebrei di sinistra che adorano la loro legittimazione narcisistico-diasporica che li esime dalla poco elegante vicenda di essere un popolo, anzi, una nazione; e soprattutto è la questione che dà agli antisemiti la possibilità di esprimersi sotto copertura e alle maggioranze automatiche dell’Onu quella di farsi forti. È anche il migliore degli stendardi rossi da sventolare davanti al toro islamista, come hanno fatto da Istanbul Ahmadinejad, che di nuovo ha promesso di cancellare Israele, Bashar Assad dalla Siria ed Erdogan, il premier turco che sta costruendo una carriera islamista per il suo Paese sulla minaccia a Israele. Ma il troppo stroppia e l’immensa quantità di fango rovesciata in questi giorni su Israele ha nauseato anche Bernard-Henri Lévy, uno dei critici più attivi (è autore insieme ad altri del documento detto Jcall della sinistra contro il governo israeliano, e ha subito criticato Israele dopo la vicenda della flottiglia) della politica israeliana: proprio su Haaretz, foglio pacifista e ipercritico, pur conservando le sue riserve sulla «stupidità» dell’operazione e del governo Netanyahu, condanna la disinformazione e la criminalizzazione antisraeliana. Quello che non si riesce a chiarire bene invece è il ruolo della Turchia, che ha varato la flotta benché avvertita del pericolo che comportava; che sapeva chi fossero gli uomini dell’IHH e che tuttavia ha lasciato che si imbarcassero in numero cospicuo senza check in da un porto diverso, che cavalca adesso la vicenda nel modo più plateale, usando Istanbul come piattaforma di lancio di operazioni bellicose. La Turchia agisce con foga in ogni campo: si è presa una reprimenda da Angela Merkel per essersi definita primo ministro dei turchi che vivono in Germania; ha fatto sollevare qualche sopracciglio quando di fatto ha cercato di salvare l’Iran dalle sanzioni offrendosi di arricchirne l’uranio; quando un’installazione di radar dentro la Turchia è crollata improvvisamente mentre la Nato avrebbe avuto bisogno di informazioni sulla Georgia, raggiunta dal radar. www.fiammanirenstein.com "L'organizzazione turca IHH (Insani Yardim Vakfi), che ha organizzato la spedizione tutt'altro che pacifica della "Mavi Marmara", ha tutte le caratteristiche storiche e operative per essere inserita nella lista delle organizzazioni terroristiche europee, così come suggerito ieri dall'European Jewish Congress". Lo dichiara in una nota l'On. Fiamma Nirenstein (Pdl), Vicepresidente della Commissione Esteri della Camera. "La definizione dell'Unione Europea di 'terrorismo' - sottolinea Nirenstein - si riferisce a tutti gli individui, gruppi o entità che hanno commesso, tentano di commettere, o agevolano l'attuazione di atti terroristici. Con ’atti terroristici' si intende anche 'la partecipazione alle attività di un gruppo terroristico, compreso il finanziamento delle sue attività o la fornitura di risorse materiali'. "Stando a quanto emerso in questi giorni a seguito dei tragici eventi del 31 maggio, come ormai è possibile leggere in numerosi rapporti, l'IHH mantiene stretti legami con Hamas, che è inclusa nella lista delle organizzazioni terroristiche dell'UE dal 2003, e fa parte della "Union of the Good", una organizzazione ombrello islamica affiliata ai Fratelli Mussulmani, che nel 2008 è stata inserita dagli Stati Uniti nella propria black list. "Negli anni '90 - continua Nirenstein - il governo turco allora in carica indagò l'IHH per i suoi legami con Al Qaeda e per supporto della lotta armata in Afghanistan, Cecenia e Iraq. Nel 1997, una perquisizione delle sedi della presunta Ong turca portò alla scoperta di armi, esplosivi e documenti che ne provavano il legame con gruppi terroristici. “Già nel febbraio 2009, durante una manifestazione a Gaza, il capo dell'IHH, Bülent Yildirim, aveva parlato di "martirio nel nome di Allah" contro l'embargo della Striscia. Yildirim è stato anche nel mirino dell'intelligence francese negli anni '90 per supporto e finanziamento di gruppi di fondamentalisti islamici in paesi mussulmani. "Da ultimo, il terribile atteggiamento aggressivo del gruppo che era presente sulla nave Mavi Marmara - l'unica sulla quale si sono registrate violenze - come documentato dai video, conferma l'atteggiamento aggressivo degli appartenenti all'organizzazione IHH, che con spranghe di ferro, coltelli e da quanto si può vedere nelle foto, anche pistole forse sottratte ai militari, hanno aggredito i soldati israeliani. "Credo che queste preoccupanti informazioni - conclude Nirenstein - vadano tenute in seria considerazione per valutare lucidamente quanto avvenuto il 31 maggio e che non sia possibile accettare la definizione di Ong pacifista per una organizzazione che per anni ha usato una veste umanitaria per nascondere azioni di supporto al terrorismo e di destabilizzazione dell'area mediorientale". CORRIERE della SERA - Francesco Battistini : " Andrò a fondo nell’inchiesta. Ma i soldati si sono solo difesi "
GERUSALEMME — Generale Eiland, il governo israeliano l'ha incaricata dell'inchiesta sulla strage della nave Mavi Marmara. Per «esaminare lo svolgimento dei fatti e trarre lezione per il futuro». Qual è stato l'errore principale dei soldati israeliani? «Non penso ci sia stato un vero errore». Ma hanno sparato sui civili... «C'è una regola che vale in tutto il mondo, per i corpi speciali come per l'ultimo soldato di guardia: in una situazione di pericolo, se non c'è altra scelta, si ha il diritto di difendersi». Se il mondo si chiede che indagine sarà, quella della commissione militare israeliana nominata dal premier Netanyahu e dal ministro della Difesa, Barak, non deve far altro che ascoltare le parole dell'alto ufficiale che di quella commissione è stato messo a capo: il generale della riserva Giora Eiland, 59 anni, già capo del Consiglio per la sicurezza nazionale, ex consigliere militare del primo ministro Olmert. Il generale Eiland non lavorerà da solo. «Saremo una squadra di militari ed esperti. Avremo accesso a tutto il materiale disponibile. Dobbiamo consegnare le nostre conclusioni entro il 4 luglio». Su che cosa vi concentrerete? «E' chiaro che c'è stato un errore, ma non dei soldati: lo sbaglio è stato nel sottovalutare chi fossero i passeggeri della nave turca. Negli ultimi due anni, sono state fermate altre sei navi di pacifisti. E anche sulle altre cinque della Freedom Flotilla non c'erano stati problemi: i militari di Forza 13 non avevano motivo d'aspettarsi un comportamento diverso dal solito. State comunque sicuri: verificheremo fino in fondo se non fosse possibile fermare la nave in un altro modo». Che cosa pensa delle pressioni internazionali per quest'inchiesta? Dall'Onu alla Casa Bianca, dall'Europa al resto del mondo, tutti vorrebbero una commissione internazionale... «Dico solo questo: se veramente c'è stato un errore, in questa vicenda, è su come ha reagito la comunità internazionale. Fosse successo in qualsiasi altro Paese del mondo, nessuno avrebbe avuto molto da ridire sul comportamento dei soldati». Però c'è un però: l'operazione è avvenuta in acque internazionali e su territorio turco... «Ma il problema, più che su com'è stata organizzata o è stata condotta l'operazione, è politico. L'avessero fatto gli americani questo blitz, nessuno avrebbe aperto bocca». Questa storia è un'altra picconata al mito dell'esercito migliore del mondo? «Le nostre squadre speciali restano comunque ottime. Si ricorda la nave Karin A, che portava a Gaza un carico d'armi? Intercettarla così lontano da terra, nel Mar Rosso, non fu facile: il merito fu di Forza 13. Molte operazioni che hanno successo non vengono pubblicizzate. Quella dei 7 sub palestinesi fermati lunedì davanti a Gaza, per esempio, è stata un'ottima azione». E chi dice che questi soldati hanno il grilletto facile? «Sono uomini che operano con grande professionalità. In Cisgiordania, centinaia di terroristi sono stati arrestati senza ammazzare nessuno: semplicemente, sorprendendoli nella notte». L'UNITA' - Umberto De Giovannangeli : "Macché sconfitti. Ora Gaza è sotto gli occhi del mondo"
Corrigan-Maguire dichiara : " Siamo stati vittime di un rapimento collettivo in acque internazionali. Quello che sta avvenendo a Gaza - denuncia - è un lento genocidio del popolo palestinese ". Rapimento...come quello di Gilad Shalit? Che è prigioniero da quattro anni di Hamas? Stando a quanto scrive Udg nel pezzo, la signora Corrigan-Maguire ora è comodamente seduta a casa sua. L'avevamo vista a distanza. Con un binocolo. Mentre la Marina militare israeliana «scortava» la “Rachel Corrie” nel porto di Ashdod dopo averla abbordata a largo della Striscia di Gaza. Per qualche secondo eravamo riusciti a stabilire un contatto telefonico: «Stiamo bene,nonci siamo arresi, vogliono liberarsi di noi più in fretta possibile...», poi la linea era caduta. Ma non era «caduta» la determinazione che ha sempre caratterizzato la sua azione, la sua vita, daBelfast al Medio Oriente.Unasfidadi libertà. Quella di Mairead Corrigan- Maguire, Premio Nobel per la Pace 1976, una delle animatrici del «Free Gaza Movement». Ora che ha fatto rientro forzato a Dublino, riusciamo a ristabilire quel contatto interrotto ad Ashdod. Mairead è stanca, provata, ma non rinuncia ai mille impegni in agenda, ai quali strappa qualche minuto per l'Unità. Per inviare la propria opinione a Giornale, Corriere della Sera, Unità, cliccare sulle e-mail sottostanti segreteria@ilgiornale.it lettere@corriere.it lettere@unita.it |
Condividi sui social network: |
|
Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui |