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Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 23/09/2009, a pag. 6, l'articolo di Pierluigi Battista dal titolo " A Parigi sconfitte l’arroganza e la realpolitik ". Dal FOGLIO, a pag. 3, l'editoriale dal titolo " L’Unesco ha salvato la faccia". Da LIBERO, a pag. 20, l'articolo di Andrea Morigi dal titolo " L’Italia scarica Hosni. E l’antisemita perde la poltrona all’Unesco ". Dal MANIFESTO, a pag. 13, l'articolo di Anna Maria Merlo dal titolo " Sorpresa Irina Bokova prima donna direttrice ", preceduto dal nostro commento. Riportiamo, inoltre, le dichiarazioni di Fiamma Nirenstein . Ecco gli articoli: Fiamma Nirenstein - " Soddisfazione per l'elezione di Irina Bokova " "Esprimiamo la nostra soddisfazione per la vittoria della candidata bulgara Irina Bukova sul candidato egiziano Farouk Hosni alla Direzione dell’Unesco. Da mesi, la candidatura di Hosni si prospettava come un’ombra sul ruolo che dovrebbe svolgere l’Unesco rispetto alla promozione della cultura nel mondo: Hosni, infatti, aveva espresso nel passato posizioni pesantemente antisemite e anti-occidentali, pur rivestendo (e da ben 22 anni!) l’importante ruolo di Ministro della Cultura egiziano. Hosni aveva fatto ripubblicare in Egitto i Protocolli dei Savi di Sion, aveva dichiarato il proprio disprezzo per la cultura ebraica e l'aveva cancellata dal suo paese con tutte le sue forze, aveva promosso la diffusione di tesi negazioniste dell’Olocausto e aveva anche boicottato e censurato autori arabi colpevoli di aver scritto testi che non combaciavano con le sue idee. Siamo lieti che un candidato come Hosni non sia stato accettato dal consesso internazionale, pur rispettando il suo paese e il suo popolo dalla cultura millenaria: Hosni è stato bocciato grazie alla profonda consapevolezza, espressa anche dai molti deputati italiani di tutte le parti politiche che hanno firmato il nostro appello al Consiglio Esecutivo dell’Unesco, che la cultura debba avere un carattere aperto e universale. E' una vittoria della coscienza civile. Ci congratuliamo infine con la neo Direttrice Irina Gueorguieva Bukova, la prima donna a ricoprire questo importante ruolo".CORRIERE della SERA - Pierluigi Battista : " A Parigi sconfitte l’arroganza e la realpolitik " Era assolutamente inattesa, fino a pochi giorni fa, l’elezione di Irina Gueorguieva Bokova alla direzione dell’Unesco. E ancor di più la cocente sconfitta di Farouk Hosni, sostenuto da uno schieramento internazionale cementato dalla realpolitik. Il FOGLIO - " L’Unesco ha salvato la faccia" L’Unesco non ha perso la faccia. Il suo prossimo direttore sarà l’ambasciatrice bulgara Irina Bokova. Forse non sarebbe stata la fine dell’Unesco, come ha scritto qualcuno, ma se Farouk Hosni fosse davvero riuscito ad aggiudicarsi la direzione dell’istituto per la cultura alle Nazioni Unite la farsa avrebbe assunto un ghigno malefico. Quella che era una battaglia di pochi per bloccare l’ascesa di un recidivo bardo antisemita venuto dal Cairo è diventata una protesta di molti. A cominciare dal prode ambasciatore di Obama, David Killion, che Hosni aveva apostrofato così: “Quell’ebreo”. Al di là di tutte le nefandezze censorie presenti nel curriculum di Hosni, la cosa più grave è che, mentre l’Egitto diventava il principale interlocutore arabo di Israele nella regione, il suo ministro della Cultura si vantava di essere riuscito a impedire la normalizzazione dei rapporti fra i due paesi. Hosni è uno spregiatore culturale, a proprio agio nel demi monde delle lettere internazionali, è stato fiero amico e sostenitore di Roger Garaudy (uno che ha definito Auschwitz una “menzogna”), ha fatto bandire in modo belluino autori e libri israeliani e pellicole sull’Olocausto, è stato causa di regresso, non di progresso, nelle relazioni fra l’occidente e il mondo arabo. Come il Foglio ha cercato di spiegare con una serie di articoli (non inascoltati) su Hosni, il ministro egiziano non si era fatto mancare alcuna sortita antisemita (“brucerei i libri israeliani”, ha detto davanti al Parlamento egiziano). E’ sempre stato metodico, spasmodico e costante nelle proprie dichiarazioni ostili verso la cultura ebraica e Israele. E non soltanto questo: è notizia di ieri che il ministro della Cultura egiziano ha ammesso di aver svolto nel 1985 un ruolo di primo piano nella protezione dei dirottatori palestinesi della nave Achille Lauro. All’epoca dei fatti Hosni era direttore dell’Accademia d’Egitto a Roma, “in veste di diplomatico”. Poteva (è arrivato a un passo dal traguardo), ma non doveva diventare un decennale zar della cultura all’Onu un uomo solidale e complice proclamato di quei terroristi islamici che avevano gettato in mare un anziano ebreo in carrozzella. La vittima si chiamava Leon Klinghoffer. Anche in nome suo e dell’Unesco, Hosni non doveva spuntarla. Infatti se ne torna al Cairo.LIBERO - Andrea Morigi : " L’Italia scarica Hosni. E l’antisemita perde la poltrona all’Unesco " L’Unesco non avrà come direttore generale Farouk Hosni, sconfitto dall’ex ministro bulgaro degli Esteri, Irina Bokova, con 31 voti contro 29. Il MANIFESTO - Anna Maria Merlo : " Sorpresa Irina Bokova prima donna direttrice " "a mettere nei guai Faruk Hosni erano state alcune affermazioni, (...) aveva promesso di bruciare con le proprie mani i libri in ebraico che avrebbero potuto trovarsi nelle biblioteche egiziane. ". A "mettere nei guai" Hosni è stato il suo antisemitismo. Anna Maria Merlo, in tutto l'articolo, non usa mai questa parola. Perchè? Ecco l'articolo: Grande sorpresa ieri nel tardo pomeriggio all’Unesco: la bulgara Irina Bokova, 57 anni, è stata eletta direttrice dell’organizzazione dell’Onu per l’educazione, la scienza e la cultura. Al quinto voto, dopo una settimana di polemiche, Irina Bokova ha ottenuto 31 voti sui 58 del Consiglio esecutivo. Il candidato dato per favorito, l’egiziano Faruk Hosni, è stato sconfitto con 27 voti. La vigilia, al quarto voto, i due candidati avevano ottenuto 29 voti ciascuno. È la prima volta che una donna diventa direttrice del’Unesco. Irina Bokova era un’outsider, all’inizio di questa tornata elettorale per la successione del giapponese Koïchiro Matsuura. Eppure è una diplomatica di carriera che ha tutte le qualità per dirigere l’organizzazione. Ha studiato a Mosca all’Istituto di relazioni internazionali. Dal 2005, è ambasciatrice della Bulgaria in Francia e, contemporaneamente, rappresentante del suo paese all’Unesco. È poliglotta, è stata un personaggio importante della Bulgaria democratica ed è stata per un breve periodo ministro degli esteri. Nel 2001 era stata eletta deputata nella Coalizione per la Bulgaria, una formazione che raggruppava forze di sinistra. A favorire la sua elezione l’abbandono della corsa di altre due donne – la commissaria europea Benita Ferrero-Waldner (austriaca) e l’ecuatoriana Ivonne Baki – che hanno di fatto, e inaspettamente, spalancato la porta a Irina Bokova verso la direzione dell’Unesco. Per una settimana, infatti, le polemiche sono infuriate sul favorito, Faruk Hosni, da 22 anni eternoministro della cultura egiziano, molto legato al presidente Hosni Mubarak. La censura che vige in Egitto, dove Hosni ha proibito persino il best seller Il codice da Vinci di Dan Brown e l’opera di Milan Kundera, la repressione contro gli autori di blog anti-governativi su Internet, avevano destato non poche preoccupazioni per un futuro direttore di un’organizzazione nata per difendere il dialogo tra le culture e la tolleranza. Al contrario, il fatto che la nuova direttrice sia una donna è stato accolto conmolto favore, visto che una delle missioni dell’Unesco è proprio quella di diffondere l’istruzione, di cui sono più spesso private le ragazze in molti paesi. Ma a mettere nei guai Faruk Hosni erano state alcune affermazioni, fatte nel suo paese e per le quali aveva poi dovuto scusarsi, dove, in risposta a un’interrogazione parlamentare dei Fratelli musulmani aveva promesso di bruciare con le proprie mani i libri in ebraico che avrebbero potuto trovarsi nelle biblioteche egiziane. Gli europei, che in un primo tempo sono andati in ordine sparso all’elezione del direttore dell’Unesco, alla fine hanno concentrato i voti su Irina Bokova, anche se la Francia in precedenza aveva sostenuto Hosni, per mantenere buone relazioni con Mubarak. Un rapporto da mantenere solido allo scopo di tenere alta l’attenzione sull’Unione per il Mediterraneo, organizzazione fantasma voluta da Sarkozy per rilanciare la diplomazia francese in Medioriente. Sulla vicenda Obama ha preferito tenereo un profilo basso, attento al dialogo con i musulmani, ma sembra che nei primi turni gli Usa abbiano votato per l’ecuatoriana.Per inviare la propria opinione a Corriere della Sera, Foglio, Libero e Manifesto cliccare sulle e-mail sottostanti lettere@corriere.it lettere@ilfoglio.it segreteria@libero-news.eu redazione@ilmanifesto.it |
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