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Libero - Il Foglio Rassegna Stampa
10.09.2009 L'Italia non può votare per l'antisemita Farouk Hosni all'Unesco
Commenti di Andrea Morigi, redazione del Foglio

Testata:Libero - Il Foglio
Autore: Andrea Morigi - La redazione del Foglio
Titolo: «L’egiziano antisemita all’Unesco che l’Italia non può votare - Se questo è Unesco»

Riportiamo da LIBERO di oggi, 10/09/2009, a pag. 20, l'articolo di Andrea Morigi dal titolo "L’egiziano antisemita all’Unesco che l’Italia non può votare". Dal FOGLIO, a pag. 3, l'editoriale dal titolo " Se questo è Unesco ". Ecco gli articoli:

LIBERO - Andrea Morigi : " L’egiziano antisemita all’Unesco che l’Italia non può votare "

  Farouk Hosni

A partire dal prossimo 17 settembre, a Parigi, a scrutinio segreto, cadrà la scelta su uno degli attuali nove aspiranti alla carica di direttore generale dell’Unesco, l’organizzazione delle Nazioni unite per l’istruzione, la scienza e la cultura. Sulla candidatura dell’egiziano Faruk Hosni, promossa dall’Egitto e appoggiata, oltre che dal mondo arabo e islamico anche dall’Italia, sono divampate polemiche politiche e giornalistiche. Si premierebbe chi, nel maggio 2008, ha dichiarato che sarebbe disposto a bruciare personalmente ogni libro israeliano che si trovasse nella biblioteca nazionale di Alessandria d’Egitto. Benché, in seguito, lo stesso Hosni abbia ritrattato quella dichiarazione, «che ho pronunciato involontariamente... nella foga della discussione politica», rimane il dubbio che il pentimento abbia l’unico scopo di guidare un’organizzazione internazionale. Non ha però smentito di aver affermato di trarre odio per Israele dal latte materno e che gli intellettuali come lui non accetteranno mai Israele. Al contrario, secondo quanto riporta la stampa internazionale, in una successiva conversazione con la stampa egiziana, Hosni avrebbe recentemente accusato l’ambasciatore statunitense presso l’Unesco, David T. Killion, di svolgere, principalmente in quanto a suo dire ebreo, un’azione per sottrarre consensi alla candidatura egiziana. Pare che siano il suo incubo: ne vede anche dove non ce n’è traccia, perché Killion non è ebreo, ma ha lavorato per il deputato democratico della California Tom Lantos, acceso sostenitore di Israele. Già ministro della cultura egiziano negli ultimi due decenni, Hosni si è distinto per aver esteso la censura a ogni aspetto della vita intellettuale, tanto che l’organizzazione internazionale Reporter Senza Frontiere ritiene che «il ministro egiziano debba fornire assicurazioni inequivoche sul proprio impegno per la libertà d’espressione, condannando pubblicamente le violazioni della libertà di stampa e gli arresti di blogger». Alla fine dello scorso mese di agosto il filosofo Bernard-Henri Lévy, il produttore cinematografico Claude Lanzmann e lo scrittore sopravvissuto all’Olocausto Elie Wiesel hanno lanciato un appello affinché l’Unesco «si risparmi la vergogna» di scegliere come proprio rappresentante chi ha pronunciato in diverse occasioni parole di odio antisemita.Il Centro Simon Wiesenthal teme che, nella prospettiva in cui Hosni sia scelto come direttore generale, si ponga «una seria minaccia agli autentici valori dell’Unesco».L’Italia non può, solo per compiacere la Lega dei Paesi Arabi e l’Organizzazione della Conferenza e sperare di ottenere da loro contropartite in termini politici ed economici, favorire la nomina di Hosni.Per questo, Libero lancia un appello affinché la posizione italiana sia riconsiderata e il nostro governo opti per una candidatura europea, scegliendo tra i nomi proposti, sui quali i ventisette paesi comunitari devono ancora prendere una decisione: la commissaria alle relazioni esterne dell’Unione europea Benita Ferrero-Waldner, l’ambasciatrice lituana all'Unesco, Ina Marciulionyte, e l’ambasciatrice bulgara a Parigi, Irina Bokova. Oppure si astenga. Ma lo dica.

Il FOGLIO - "  Se questo è Unesco"

Do ut des. E’ per riuscire a riportare a casa il caporale Gilad Shalit, oltre che per mantenere stabile il confine fra Egitto e Gaza, che Israele ha mutato la sua posizione da “contro” a “non opposto” rispetto alla candidatura alla guida dell’Unesco di Farouk Hosni. Il Cairo sta facendo di tutto perché il suo ministro della Cultura che ha detto, in Parlamento, di voler “bruciare” personalmente i libri israeliani, arrivi all’Unesco. L’Amministrazione Bush era contraria anche solo al fatto che l’Egitto lanciasse Hosni come candidato e il Wall Street Journal nel suo primo editoriale ha spiegato perché non deve diventare il direttore dell’Unesco. Ieri un alto ufficiale dell’Amministrazione Obama ha detto al Washington Post: “Non esiste che sosteniamo questo candidato”. A chi dice che Hosni dev’essere giudicato dai fatti e non da quel che dice risponde il Wall Street Journal con l’elenco di “scrittori, bloggers, artisti, musicisti e cineasti torturati, sequestrati, imprigionati o banditi in Egitto da quando Hosni è diventato ministro nel 1987”. Nel curriculum di questo Zdanov arabo c’è un livore spasmodico contro Israele e il giudaismo. Da ultimo il modo in cui Hosni ha trattato il rappresentante di Obama all’Unesco, David Killion, il quale si dice stia lavorando contro il nome di Hosni. “Quell’ebreo!!!”, avrebbe detto Hosni quando è venuto a sapere del boicottaggio di Killion. Hosni si sbaglia, Killion non è ebreo. Ha soltanto lavorato con il deputato democratico Tom Lantos, ardente sostenitore di Israele e unico sopravvissuto all’Olocausto eletto al Congresso. Tanto basta per accendere l’odio nelle vene del ministro egiziano. Tutti i realismi sono leciti, anche quello italiano, ma il fatto resta grave. Quando il nostro ministro degli Esteri Franco Frattini decise di non partecipare a “Durban II”, la sceneggiata antisemita ordita dall’Onu, quello fu un gesto coraggioso, nell’asse giusto, lontano dalle regole della diplomazia “mediterranea” (leggi eurabica). Sarebbe bello se l’Italia facesse qualcosa anche sull’Unesco, contro questo pilastro dell’antisemitismo e dell’intolleranza intellettuale. Causa di regresso, non di progresso, nelle relazioni fra l’occidente e il mondo arabo. Ci poniamo tutti la domanda di Time: “Hosni è un bigotto antiebraico?”. Come abbiamo cercato di dimostrare con la nostra inchiesta a puntate su Hosni, la risposta è sì.

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