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Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


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La Stampa - Corriere della Sera - Il Foglio - La Repubblica Rassegna Stampa
22.04.2009 Ahmadinejad torna in Iran acclamato dalla folla
Intanto la giornalista Saberi si prepara al processo d'appello, difesa dal Nobel Shirin Ebadi

Testata:La Stampa - Corriere della Sera - Il Foglio - La Repubblica
Autore: Maurizio Molinari - La redazione del Corriere della Sera - La redazione del Foglio - Gad Lerner - Vittorio Zucconi
Titolo: «Astuzie iraniane -Ahmadinejad accolto come un eroe in patria - Ostaggi atomici - Iran, Ebadi difenderà la giornalista Roxana -»

Iran : dopo il discorso tenuto a Durban II, Ahmadinejad è tornato ed è stato acclamato dalla folla. I quotidiani iraniani vedono nella fiera dell'antisemitismo un successo del presidente ahmadinejad, paragonato ieri da Israele a Hitler.
Notizie anche sulla giornalista Roxana Saberi, della cui difesa è stata incaricata il premio Nober per la Pace Shirin Ebadi.
Riportiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 22/04/2009, a pag. 1-32, l'articolo di Gad Lerner dal titolo " Astuzie iraniane " preceduto dal nostro commento. Dalla STAMPA, a pag. 15, la cronaca di Maurizio Molinari dal titolo " Ahmadinejad accolto come un eroe in patria ". Dal FOGLIO, a pag. 3, l'editoriale dal titolo " Ostaggi atomici " e dal CORRIERE della SERA, a pag. 12, l'articolo dal titolo " Iran, Ebadi difenderà la giornalista Roxana ". Ecco gli articoli:

La REPUBBLICA - Gad Lerner : " Astuzie iraniane "

Gad Lerner scrive : " Eppure Ahmadinejad non è il nuovo Hitler. La figura dimessa del presidente iraniano non è comparabile alla follia del Mein Kampf sprigionata dal bagno di sangue nelle trincee d´Europa. La sua propaganda è il frutto di calcoli razionali, rivela astuzia diplomatica, individua e manipola una crepa negli equilibri mondiali per volgerli a proprio vantaggio.
Là dove Hitler esprimeva forza delirante, Ahmadinejad pianifica un disegno. ".
Ricordiamo che Ahmadinejad fra non molto tempo, avrà un mezzo in più ( la bomba atomica ) rispetto a  Hitler per portare a termine il suo piano di distruzione. Gad Lerner  contrappone la presunta razionalità di Ahmadinejad alla follia di Hitler. Ci chiediamo : c'è qualcosa di razionale nel desiderio di distruggere lo Stato di Israele? C'è qualcosa di razionale nell'odio verso gli ebrei e gli occidentali?
Ecco l'articolo:

Israele prova sgomento di fronte alla violazione del suo lutto. Impietriti nel ricordo delle vittime della Shoah per due lunghi minuti, i suoi cittadini subiscono un´onta da cui speravano di essersi liberati per sempre: la rinascita della loro nazione diffamata alla stregua di un complotto imperiale.
Rivive in loro l´incubo dei sopravvissuti, che consiste nella sarcastica negazione delle sofferenze patite.
Eppure Ahmadinejad non è il nuovo Hitler. La figura dimessa del presidente iraniano non è comparabile alla follia del Mein Kampf sprigionata dal bagno di sangue nelle trincee d´Europa. La sua propaganda è il frutto di calcoli razionali, rivela astuzia diplomatica, individua e manipola una crepa negli equilibri mondiali per volgerli a proprio vantaggio.
Là dove Hitler esprimeva forza delirante, Ahmadinejad pianifica un disegno. Non ha più ebrei da perseguitare in casa propria. Né lo Stato d´Israele rappresenta una minaccia strategica per la millenaria potenza iraniana che oggi mira alla riconquista dei suoi spazi regionali. Trent´anni dopo la rivoluzione che ha sconvolto l´islam e indebolito l´occidente, Teheran scopre che l´attacco agli ebrei - di nuovo additati come subdoli dominatori di nazioni piegate ai loro interessi - è dirompente quanto la minaccia nucleare. Perché? Perché può spaccare il mondo così come ha già spaccato l´Unione europea e l´assemblea delle Nazioni Unite.
Per questo è opportuno riconoscere la forza dirompente delle tesi di Ahmadinejad, da tanti applaudite a Ginevra quasi che l´esistenza di Israele simboleggiasse l´ingiustizia del mondo contemporaneo. Egli non corrisponde solo alle frustrazioni di un islam decaduto, ma si rivolge pure alle masse popolari d´Europa, Asia e Sud America sofferenti per il fallimento delle loro economie. Confida nel loro bisogno di cambiamento e gli propone un bersaglio comune. Più volte si è rivolto alla Germania e alle giovani nazioni dell´Est post-comunista per invitarle a emanciparsi dal senso di colpa: non avete patito forse anche voi milioni di morti, sessant´anni fa? I morti ebrei contano forse più dei vostri? Perché tollerate che il ricatto morale alimentato da una propaganda interessata legittimi l´oppressione dei palestinesi?
È sintomatico lo sbandamento della Chiesa di Roma, stretta fra il desiderio di recuperare la sua radice ebraica e l´impossibilità di viversi come mera parte dell´Occidente. Allargando quella crepa l´Iran mira a conseguire nuovi alleati, isolando gli Usa prima di intavolare una trattativa in cui candidarsi a capofila di un vasto schieramento mondiale.
Così le nazioni occidentali vengono costrette a politiche schizofreniche. Il governo italiano boicotta la Conferenza di Ginevra ma difficilmente recederà dal suo ruolo di primario partner commerciale di Teheran. Consapevole della pericolosità dell´azzardo nucleare e antisemita di Ahmadinejad, foriero di un devastante conflitto di civiltà, il nuovo presidente Usa ha operato una svolta: propone il dialogo sugli interessi materiali ai propagandisti dell´odio. Confida che anche l´arma tossica dell´antisemitismo divenga merce di negoziato, così come l´arma nucleare. Sa di correre un forte rischio, ma ogni paragone con la viltà delle democrazie europee novecentesche è fuori luogo perché la situazione è ben diversa. Qui si tratta di disinnescare un ordigno restituendo ai persiani (e agli arabi) il loro spazio vitale, assicurandone la compatibilità con la sicurezza d´Israele. Non esistono soluzioni pacifiche alternative, ma neppure il ricorso alla guerra ha probabilità di successo.
La forza degli argomenti di Ahmadinejad, infatti, non risiede nella folle tesi di Israele "corpo estraneo" al Medio Oriente, bensì nel riconoscere la contraddizione del nostro tempo in cui la convivenza non è più assicurata dai tentativi di far coincidere Stati e nazionalità. Né i confini tracciati col righello né le prove di Stato etnico bastano più a garantire la pace mondiale. Il nuovo equilibrio internazionale abbisogna di nuove garanzie per la multietnicità e la multiculturalità.
Il focolare ebraico rimesso in discussione è uno scandalo che indigna, come le deformazioni della storia. Ma non è allargando il conflitto che lo proteggeremo: al contrario, gli incendiari sono all´opera per indicare nei soliti ebrei la causa dei disastri prossimi venturi. Ci vuole sangue freddo per controbattere la loro sfida velenosa.

La STAMPA - Maurizio Molinari : " Ahmadinejad accolto come un eroe in patria "

Mahmud Ahmadinejad torna a Teheran accolto come un eroe di guerra ma gli epiteti lanciati contro Israele da Ginevra gli causano il primo attacco diretto da parte del presidente americano, Barack Obama. Appena atterrato con l’aereo che lo ha riportato in patria dalla Svizzera, il presidente iraniano è stato accolto da una folla di militanti che gridava «Morte all’America » e «Il regime sionista va sradicato». Slogan di «Morte a Israele» si sono levati anche dai banchi del Parlamento di Teheran, dove la maggioranza dei deputati ha approvato una mozione al presidente, accolto dal quotidiano «Iran» con il titolo «Il grido di giustizia fa infuriare i razzisti occidentali» e dal «Keyhan» con un «Benvenuto Ahmadinejad, odio per Israele razzista a Ginevra». Poco dopo è arrivata la polemica reazione del presidente americano, che per la prima volta dal suo insediamento alla Casa Bianca ha criticato a chiare lettere il leader iraniano. «La retorica che ha usato a Ginevra non è nuova e non è quella che ci aspettavamo» ha detto Barack Obama, ricordando di «non aver mai avuto facili illusioni» sul percorso del dialogo con la Repubblica Islamica. Riguardo agli insulti sul «razzismo di Israele» lanciati dal podio della Conferenza Onu dal leader iraniano, Obama ha aggiunto: «Molte delle frasi pronunciate da Ahmadinejad, e particolarmente quelle dirette verso Israele, le ho trovate paurose, lesive della prospettiva di migliorare le relazioni bilaterali». A conferma della palpabile irritazione, Obama ha fatto riferimento - seppur in maniera indiretta - all’uso dell’opzione militare, affermando: «Continueremo ad avere con l’Iran un approccio basato sui contatti diplomatici diretti ma senza togliere dal tavolo le altre opzioni ». Poco prima che Obama parlasse da Washington, a margine dell’incontro alla Casa Bianca con il re giordano Abdallah, fonti diplomatiche a Ginevra avevano tentato di ammorbidire l’impatto delle frasi di Ahmadinejad facendo sapere che non aveva pronunciato una passo del discorso scritto in cui definiva l’Olocausto come «un pretesto per far soffrire i palestinesi ».Manon è servito.

Il FOGLIO : " Ostaggi atomici "

Le due giornaliste americane Laura Ling e Euna Lee erano sulla frontiera cinese con la Corea del nord – sponda est del fiume Tumen – al lavoro per la rete televisiva dell’ex vicepresidente americano Al Gore. Stavano girando un documentario sui coreani in fuga dagli orrori del regime. Ma la loro guida cinese aveva informato in segreto l’esercito della Corea del nord e le ha portate proprio sulla linea di frontiera. Quando le due hanno messo piede sulla superficie ghiacciata del fiume sono state catturate. La giornalista americana Roxana Saberi, inviata di Fox News, invece aveva fatto un patto con il suo giudice a Teheran. D’accordo, io ammetto la mia “colpevolezza”, acconsento al colpo propagandistico del vostro regime, accetto senza protestare la parte della bella spia americana che mi avete affibbiato; voi in cambio mi restituite la libertà, sia pure con l’espulsione dal paese in cui sono nati i miei genitori. Il giudice però l’ha tradita: dopo averle estorto con l’inganno la confessione, l’ha condannata a otto anni di carcere. Le accuse per le tre sono le stesse, vaghe e terribili: atti ostili di spionaggio. Queste trappole contro giornaliste straniere fanno parte di piani pensati a freddo? Ci sono elementi che fanno pensare di sì. Con gli ostaggi nelle mani di sistemi giudiziari fantoccio, i due regimi possono condurre le trattative nucleari con in tasca una nuova carta negoziale di valore insperato. Proprio quando entrambi si trovano a un incrocio decisivo. Pyongyang ha appena stracciato gli accordi atomici raggiunti fino a oggi e ha provato – con la scusa della messa in orbita di un satellite – un missile balistico intercontinentale. Teheran teme che alle aperture americane di Barack Obama segua un altro round di sanzioni economiche, ad aggravare la situazione nel paese già disastrata e con elezioni tra due mesi. Il solo punto certo è che questi espedienti violenti non sono quelle che i diplomatici chiamano misure di “confidence building”, di riavvicinamento fiducioso fra le parti.

CORRIERE della SERA - " Iran, Ebadi difenderà la giornalista Roxana "

TEHERAN — L’avvocato iraniano e premio Nobel per la pace Shirin Ebadi difenderà la giornalista irano-americana Roxana Saberi, condannata a 8 anni di carcere in Iran per spionaggio in favore degli Stati Uniti.
La Ebadi, invitata a partecipare alla difesa da Reza Saberi, il padre di Roxana, ha detto all’agenzia tedesca Dpa che la condanna «non ha alcuna ragione logica», che si tratta «solo di una giovane giornalista», che «non ha mai avuto un’opportunità di mettersi in contatto con governi stranieri». «Il nostro primo obiettivo — ha detto un responsabile dell’ufficio legale della Ebadi — sarà ottenere il rilascio della Saberi su cauzione. Poi prepareremo la linea di difesa per l’appello».
L’avvocato Abdolsamad Khorramshahi, che resta nel team della difesa, aveva dichiarato lunedì che stava preparando il ricorso. Il portavoce della magistratura Alireza Jamshidi ha detto ieri all’agenzia iraniana Irna che la richiesta è stata presentata. Ha aggiunto: «Spero la corte d’appello cambi il verdetto», un’insolita predizione su un caso in corso.
Il dipartimento di Stato Usa chiede un «processo d’appello trasparente». Il processo in cui Saberi è stata condannata si è tenuto il 13 aprile a porte chiuse.

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