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Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


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Corriere della Sera - L'Unità Rassegna Stampa
19.03.2009 Shalit ancora prigioniero
Hamas incolpa Olmert

Testata:Corriere della Sera - L'Unità
Autore: Viviana Mazza - Umberto De Giovannangeli
Titolo: «Soldato Shalit, mille giorni (e un fallimento in più) - Accordo saltato. ' Olmert ha ingannato la famiglia Shalit '»

La trattativa per liberare Gilad Shalit è fallita. Di seguito riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 19/03/2009, a pag. 17, la cronaca di Viviana Mazza dal titolo " Soldato Shalit, mille giorni (e un fallimento in più) " e dall'UNITA', a pag. 25, l'intervista di Umberto De Giovannangeli a Radwan, uno dei leader di Hamas, dal titolo " Accordo saltato. ' Olmert ha ingannato la famiglia Shalit ' ". Ecco gli articoli:

CORRIERE della SERA - Viviana Mazza : " Soldato Shalit, mille giorni (e un fallimento in più) "

GERUSALEMME — Volto e tono pacati sotto i riflettori accecanti. Giacca sportiva verde militare contro il freddo della sera di Gerusalemme. Noam Shalit legge da un foglietto, seduto nella tenda in cui vive da 13 giorni, davanti alla casa del primo ministro israeliano Ehud Olmert. «Sabato sera torniamo a casa nostra a Mitzpe Hila. Speravamo si fosse aperta una finestra di opportunità con la fine del governo Olmert, ma purtroppo si è chiusa. Quindi, ora possiamo solo aspettare un miracolo». Dopodomani saranno passati 1.000 giorni esatti dal rapimento del figlio di Noam, l'allora 19enne Gilad, caporale dell'esercito, al confine con Gaza. Il posato ingegnere, sua moglie Aviva e l'altro figlio Yoel smonteranno le due tende, una con sedie e tavolini, l'altra coi materassi, piantate a Gerusalemme per spingere il governo a negoziare per il rilascio di Gilad.
Il governo ha trattato con Hamas per giorni. Gli Shalit avevano sperato. I negoziati sono falliti. Israele ha offerto di rilasciare 325 prigionieri sui 450 richiesti da Hamas in cambio di Shalit (e di questi ne avrebbe mandati 144 in esilio, lontano dalle loro case in Cisgiordania o a Gaza). Ha rifiutato di liberarne altri, condannati a plurimi ergastoli per alcuni dei più violenti attacchi nella seconda Intifada. Olmert ha accusato Hamas di aver irrigidito la propria posizione alla fine: «Ci sono linee rosse che non oltrepasseremo », ha detto martedì. Hamas dice di non aver mai cambiato le richieste: 450 prigionieri, nomi e cognomi. «Olmert non dia spiegazioni, agisca », aveva replicato all'inizio Noam Shalit, aggrappato alla sua finestra di speranza.
Ora mentre gli Shalit fanno i bagagli ed è incerto quanto il nuovo governo di destra di Netanyahu sarà disposto a trattare, Olmert parla di una «nuova strategia di pressione » per riavere Shalit. L'embargo contro Gaza continuerà fino al suo rilascio. Dai valichi «passerà il minimo assoluto ». Già nei giorni scorsi anche gli Stati Uniti hanno protestato perché Israele ha impedito il passaggio di beni come carta igienica, carne in scatola, candele. Il capo dell'Unrwa, l'agenzia Onu per i rifugiati palestinesi, Karen AbuZayd dice che Israele bloccherà anche il trasporto di materiali per ricostruire Gaza finché Shalit non sarà liberato. Inoltre, una commissione diretta dal ministro della Giustizia israeliano Daniel Friedman presenterà domenica alcune proposte per rendere le condizioni dei carcerati di Hamas più dure (ad esempio, niente visite di familiari o della Croce rossa internazionale).
La replica non si è fatta attendere. Secondo il quotidiano
Al Hayat, Hamas ha minacciato di rapire altri soldati e avvertito che «se Israele continua a restare sulle sue posizioni Gilad Shalit farà la stessa fine di Ron Arad». Molti israeliani in questi giorni ripensano al pilota catturato nel 1986 durante una missione in Libano dalla milizia sciita Amal. I negoziati per il suo rilascio fallirono nell'88. Non tornò più a casa.
Olmert, premier screditato, e Noam Shalit, padre disperato: così i media hanno presentato la storia. Centinaia di israeliani — politici, attivisti, soldati, famiglie — sono andati in pellegrinaggio alla tenda. Non tutti erano d'accordo che si dovesse trattare. Le famiglie delle vittime ed esperti di sicurezza ritengono immorale o inopportuno il rilascio di tanti terroristi per la vita di un soldato. Ieri in pochi sono andati a trovare Noam. È passata una classe di liceali. Lui era cupo, ma si è detto felice di vederli. «Sono contento che i giovani non pensino solo alle discoteche e ai bar. Loro sono i futuri soldati».

L'UNITA' - Umberto De Giovannangeli : " Accordo saltato. ' Olmert ha ingannato la famiglia Shalit ' "

Come scrive Umberto De Giovannangeli all'inizio del suo pezzo, l'intervista contiene " la "verità" di Hamas sul fallimento delle trattative per la liberazione di Shalit " e non una versione veritiera di come sono andate le cose. Hamas ha ricattato Israele ponendo delle condizioni inaccettabili in cambio della liberazione di Shalit. Che Olmert abbia ingannato la famiglia Shalit, come riportato nel titlo, ci pare una scelta infelice.             Ecco l'articolo:

La «verità» di Hamas sul fallimento delle trattative per la liberazione del caporale Gilad Shalit. La risposta di Hamas alle affermazioni del premier israeliano Ehud Olmert. «Olmert è il responsabile del mancato accordo. Ha avuto paura. E così facendo ha preso in giro l’opinione pubblica israeliana e la famiglia Shalit». Verità di parte. A sostenerla è Ismail Radwan, uno dei leader politici del movimento islamico a Gaza. «L’accordo - rivela Radwan - prevedeva la liberazione in due fasi di mille prigionieri palestinesi. Nella prima fase ne dovevano essere scarcerati 450, due mesi dopo i restanti 550. Poi la marcia indietro».
«Non subiremo i ricatti» di Hamas. Così il premier israeliano Ehud Olmert ha motivato il fallimento dei negoziati indiretti per la liberazione del caporale Shalit.
«Olmert mente sapendo di mentire. E mente innanzitutto alla famiglia Shalit. Da parte nostra non c’è stato alcun irrigidimento finale nella trattativa. Avevamo concordato la liberazione di mille prigionieri palestinesi, tra i quali 450 combattenti di Hamas. La lista era pronta...».
Questa è la versione di Hamas...
«No, è una versione che può essere confermata dai mediatori egiziani...».
E cosa avrebbe fatto fallire un accordo che sembrava ormai in dirittura d’arrivo?
«La paura di Olmert. All’ultimo momento, gli inviati israeliani hanno posto come condizione non negoziabile che tutti i prigionieri liberati accettassero di andare in esilio. A quel punto era chiaro che volevano far fallire le trattative. I palestinesi preferiscono morire nella loro terra piuttosto che vivere altrove».
Olmert aveva posto la liberazione di Shalit come precondizione per una tregua duratura a Gaza.
«Da subito abbiamo affermato che le due cose erano separate. L’”hudna” (tregua, ndr.) è legata alla fine del blocco imposto da Israele a Gaza. La liberazione di Shalit è legata a quella dei palestinesi prigionieri nelle carceri israeliane. Così è sempre stato e così sarà per il futuro...».
Un futuro che prevede una eventuale ripresa di trattative con un nuovo primo ministro israeliano: Benjamin Netanyahu.
«Per noi non c’è alcuna differenza fra Olmert e Netanyahu. Non ci attendiamo dal nemico alcuna concessione. Se e quando avverrà lo scambio, sarà perché Israele avrà compreso che non c’è altro modo per ridare libertà al soldato Shalit. Libertà per libertà. E l’obiettivo di Hamas è liberare tutti i prigionieri palestinesi».
Anche con nuovi rapimenti?
«Con ogni mezzo».
Israele minaccia di inasprire le misure contro gli esponenti di Hamas detenuti.
«Chiami le cose con il loro nome. Israele minaccia di torturare i nostri fratelli prigionieri. Se ciò avverrà, sapremo come rispondere».
Da un negoziato all’altro. Quello tra Fatah e Hamas per la formazione di un governo di unione nazionale. Esponenti di Fatah sostengono che Hamas sta alzando il prezzo...
«Non siamo al suk. Un nuovo governo deve tener conto della volontà espressa dal popolo palestinese nelle elezioni del gennaio 2006 (che sancirono la vittoria di Hamas, ndr.)».
La ricostruzione di Gaza. Sarà gestita dall’Anp?
«Sarà gestita dalle forze che a Gaza sono radicate. Nessuna esclusa. Hamas è tra queste».

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