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Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


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Liberazione,- L'Unità - Il Manifesto Rassegna Stampa
22.01.2009 Bufale al fosforo
Tre testate a confronto

Testata:Liberazione,- L'Unità - Il Manifesto
Autore: Sara Volandri, Umberto De Giovannangeli, Simcha Leventhal
Titolo: «Israele vuole impunità per le stragi a Gaza: censurati i nomi dei comandanti militari , Le armi sporche usate a Gaza. Israele apre un'inchiesta, Io artigliere ho usato il fosforo bianco»

Riportiamo di seguito tre esempi di informazione scorretta per sulle accuse a Israele di aver utilizzato armi al fosforo   durante l'operazione Piombo fuso.

LIBERAZIONE pubblica  un articolo di Sara Volandri (pag. 9) nel quale Israele,  viene presentata come carnefice della popolazione palestinese e viene accusata di voler insabbiare l'inchiesta sulle armi al fosforo che avrebbe usato durante l'operazione Piombo fuso, proteggendo con l'anonimato i suoi ufficiali.  Ovviamente il quotidiano di Riforndazione Comunista non è nemmeno sfiorato dal sospetto che i crimini di guerra dei quali Israele è accusato possano non essere mai avvenuti e che chi pretende di giudicarli possa non essere imparziale. Ecco il testo:

Sara Volandri - " Israele vuole impunità per le stragi a Gaza: censurati i nomi dei comandanti militari "

La decisione possiede senz'altro una sua logica spietata e chiude il cerchio (di sangue) di "piombo fuso", l'offensiva israeliana nella strscia di Gaza che ha provocato più di mille morti, in gran parte civili del tutto estranei al conflitto.
Come ha rivelato il quotidiano progressista israeliano Haaretz , i vertici dell'esercito hanno infatti deciso di censurare e non rivelare i nomi dei comandanti di battaglione coinvolti nell'operazione ‘Piombo fuso' per evitare eventuali procedimenti giudiziari a loro carico per crimini di guerra. Non sia mai che a un qualche tribunale internazionale (peraltro nessun istituto del genere è riconosciuto da Tel Aviv) venisse in mente di aprire un'inchiesta sui massacri dei palestinesi.
In tal senso, diverse organizzazioni tra cui le stesse Nazioni Unite hanno chiesto l'apertura di inchieste su casi specifici (come la scuola di Jabaliya o altre strutture dell'Onu dove hanno perso la vita decine di persone in seguito ai bombardamenti di Tsaahl).
Inoltre diversi organismi internazionali hanno fatto sapere che intendono indagare sull'uso di armi non convenzionali (come le micidiali armi al fosforo bianco bandite dalla Convenzione di Ginevra o gli ordigni di ultima gnerazione "dime"), sull'uso sproporzionato della forza militare e su violazioni di vario tipo contro la popolazione palestinese. L'International atomic energy agency (Iaea/Aiea), l'organismo dell'Onu che vigila sull'uso dell'energia nucleare, ha confermato di aver già cominciato una procedura per verificare se Israele abbia usato munizioni contenenti uranio impoverito nei 22 giorni di guerra nella Striscia di Gaza: «Investigheremo sulla questione nei limiti delle nostre prerogative», ha dichiarato la portavoce Melissa Fleming.
Una decisione che ha fatto perdere le staffe al governo di Tel Aviv, con il ministero degli Esteri che liquida l'intera faccenda tramite il portavoce Yigal Palmor come «povera propaganda». Non si capisce però se queste accuse di propaganda riguardino la volontà di indagare sui crimini commessi a Gaza o se siano volte a negare la natura stessa dei crimini. Nel primo caso si tratterebbe di una maldestro tentativo intralciare la scoperta della verità, nel secondo di una sgradevole bugia di guerra.

L'UNITA' introduce l'argomento con un titolo che commenta già da sè l'articolo (" Le armi sporche usate a Gaza. Israele apre un'inchiesta"). Udg riprende acriticamente le accuse di Amnesty International a Israele di aver utilizzato armi illegali nel conflitto contro Hamas e di aver colpito la popolazione innocente . Ecco il testo:

Umberto De Giovannangeli - " Le armi sporche usate a Gaza. Israele apre un'inchiesta "

Armi al fosforo bianco. Munizioni all’uranio impoverito. Bombe conosciute con la sigla DIME (Dense Inert Metal Explosive). Ordigni micidiali che sarebbero stati utilizzatida Tsahal nei ventidue giorni dell’offensiva militare nella Striscia di Gaza. Isarele fa i conti con le denunce avanzate da organizzazioni umanitarie internazionali (tra le altre, Human Rights Watch e Amnesty International) e rilanciate da associazioni per i diritti umani dello Stato ebraico (B’Tselem). MUNIZIONI ILLAGALI Le forze armate israeliane hanno annunciato ieri che intendono indagare sulle denunce circa l’uso illegale dimunizioni al fosforo bianco contro zone abitate durante l’offensiva «Piombo fuso» su Gaza. Amnesty International ha reso noto di aver inviato una missione che ha permesso al momento di rintracciare proiettili al fosforo bianco in aree già teatro di scontri tra truppe israeliane e militanti palestinesi, tra cui le periferie meridionale edorientale diGaza City e Jabaliya e Beit Lahia, a norddella città. Questi proiettili sono stati usati - ha reso noto Amnesty - per colpire l’ospedale al-Quds e il principale deposito delle Nazioni Unite a Gaza City, oltre aduna scuola dell’Onu nella città settentrionale di Beit Lahia. «Per rispondere alle denunce delle organizzazioninongovernative e alle affermazioni della stampa straniera circa l’uso di armi al fosforo ed al fine di dissipare ogni forma di ambiguità, è stata istituita una squadra inquirente all'interno del Southern Command che dovrà indagare sulla questione », riferiscono i vertici di Tsahal. «Informazioni confidenziali ricevute daB’Tselem indicano che Israele ha utilizzato fosforo bianco nella Striscia diGaza», conferma a l’Unità undirigente dell’associazione pacifista dello Stato ebraico. L’uso del fosforo bianco a Gaza è stato denunciato anche dal britannico Times. «Se il fosforo bianco è stato sparato in maniera deliberata sulla la gente qualcuno finirà all’ (a Corte per i crimini di guerra) Aia», ha commentato, sempre sul Times, l’ex maggiore dell’esercito britannico, Charles Heyman, perché «è anche un’arma terroristica. Le gocce di fosforo bruciano al contatto con la pelle». L’Agenzia internazionale per l’energia atomica dell’'Onu (Aiea) ha annunciato che indagherà sulle accuse di presunto impiego dimunizioni con uranio impoverito da parte di Israele nella guerra a Gaza. INDAGA L’AIEA L’Aiea è stata sollecitata dagli Stati arabi di verificare tali accuse,ha confermato ieri a Vienna la portavoce dell'agenziaMelissa Fleming. Munizioni con uranio impoverito servono a rafforzare la capacità di penetrazione in materiali blindati. La polvere che si sviluppa dall’esplosione di queste munizioni può danneggiare la salute dell’uomo. Da Gerusalemme arriva una secca replica: «Mai fatto uso di queste armi», dichiara un portavoce del ministero della Difesa israeliano. LE ACCUSE I dottor Mads Gilbert ed Erik Fosse, volontari della Ong norvegese Norwac, hanno operato in queste settimane di guerra nell’ospedale Al-Shifa di Gaza City. «Nell’ospedale Al-Shifanonabbiamo visto bruciature di fosforo né feriti da bombe a grappolo. Ma abbiamo visto le vittime di qualcosa che sembra proprio un nuovo tipo di arma sperimentato dai militari Usa, conosciuto con la sigla DIME », denunciano i due chirurghi. Si tratta di palline di carbonio con unalega di tungsteno, cobalto enichel a ferro il cui enormepotere esplosivo si esaurisce a 10 metri di distanza. «A due metri - spiega il dottorGilbert - divide il corpo ametà; a otto metri sega le gambe, le brucia come se fossero attraversate da migliaia di aghi. Non abbiamo visto i corpi divisi, ma molti amputati. «Su questi strumenti di guerra non ci sono ancora sufficienti ricerche - aggiunge - sappiamo però che chi sopravviveha molte probabilità di contrarreun tumoreedè comunquedestinato ad una vita da disabile». Nel caso della DIME, la cosa inquietante è che l’unione di queste tecnologie permette anche di dare all’esplosione l’effetto di una «lama», di modo che la mitraglia microscopica possa penetrare e tagliare ossa e tessuti del corpo provocando la morte.

IL MANIFESTO di oggi utilizza una tecnica collaudata per accusare lo stato israeliano di aver utilizzato davvero le bombe al fosforo: lo fa pubblicando l'intervento di un ex soldato israeliano il quale afferma che le bombe al fosforo facevano parte dell'arsenale di guerra quando lui era in servizio e che, vedendo le immagini degli edifici bombardati a Gaza, si vede chiaramente che le armi illegali sono state usate, eccome. Al lettore non viene fornita nessuna indicazione circa la competenza del soldato a giudicare da una fotografia se è stata utilizzata un'arma al fosforo. Tanto meno viene messa in questione la veridicità delle fotografie in questione. Il quotidiano comunista beatamente ignora i molti falsi che durante il conflitto sono stati prodotti dalla propaganda antisraeliana,  e che dovrebbero mettere sull'avvisso, stimolando un maggiore senso critico.
Ecco il testo:

Simcha Leventhal  - "Io artigliere ho usato il fosforo bianco"

Ho servito come artigliere nella divisione M109 dell'esercito israeliano dal 2000 al 2003 e sono stato addestrato a utilizzare le armi che Israele sta usando a Gaza. So per certo che le morti di civili palestinesi non sono una sfortunata disgrazia ma una conseguenza calcolata. Le bombe che l'esercito israeliano ha usato a Gaza uccidono chiunque si trovi in un raggio di 50 metri dall'esplosione e feriscono con ogni probabilità chiunque si trovi a 200 metri. Consapevoli dell'impatto di queste armi, le gerarchie militari impediscono il loro uso, anche in combattimento, a meno di 350 metri di distanza dai propri soldati (250 metri, se questi soldati si trovano in veicoli corazzati).
Testimonianze e fotografie da Gaza non lasciano spazio a dubbi: l'esercito israeliano ha usato in questa operazione bombe al fosforo bianco, che facevano parte dell'arsenale quando anche io servivo nell'esercito. Il diritto internazionale proibisce il loro uso in aree urbane densamente popolate a causa delle violente bruciature che provocano: la bomba esplode alcune decine di metri prima di toccare il suolo, in modo da aumentarne gli effetti, e manda 116 schegge infiammate di fosforo in un'area di più di 250 metri. Durante il nostro addestramento, i comandanti ci hanno detto di non chiamare queste armi «fosforo bianco», ma «fumo esplosivo» perché il diritto internazionale ne vietava l'uso.
Dall'inizio dell'incursione, ho guardato le notizie con rabbia e sgomento. Sono sconvolto dal fatto che soldati del mio paese sparino artiglieria pesante su una città densamente popolata, e che usino munizioni al fosforo bianco. Forse i nostri grandi scrittori non sanno come funzionano queste armi, ma sicuramente lo sanno le nostre gerarchie militari. 1300 palestinesi sono morti dall'inizio dell'attacco e più di 5000 sono rimasti feriti. Secondo le stime più ottimiste, più della metà dei palestinesi uccisi erano civili presi tra il fuoco incrociato, e centinaia di loro erano bambini. I nostri dirigenti, consapevoli delle conseguenze della strategia di guerra da loro adottata, sostengono cinicamente che ognuna di quelle morti è stata un disgraziato incidente.
Voglio essere chiaro: non c'è stato alcun incidente. Coloro che decidono di usare artiglieria pesante e fosforo bianco in una delle aree urbane più densamente popolate del mondo sanno perfettamente, come anche io sapevo, che molte persone innocenti sono destinate a morire. Poiché conoscevano in anticipo i prevedibili risultati della loro strategia di guerra, le morti civili a Gaza di questo mese non possono essere definite onestamente un disgraziato incidente.
Questo mese, ho assistito all'ulteriore erosione della statura morale del mio esercito e della mia società. Una condotta morale richiede che non solo si annunci la propria volontà di non colpire i civili, ma che si adotti una strategia di combattimento conseguente. Usare artiglieria pesante e fosforo bianco in un'area urbana densamente popolata e sostenere poi che i civili sono stati uccisi per errore è oltraggioso e immorale.
L'autore è un veterano dei corpi di artiglieria dell'esercito israeliano e membro fondatore di Breaking the Silence

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