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Corriere della Sera,il Manifesto Rassegna Stampa
16.02.2008 Intellettuali un po' vigliacchi e giustificazioni inaccettabili
I casi di Dandini,Fazio, Marcorè e Parlato

Testata:Corriere della Sera,il Manifesto
Autore:
Titolo: «DANDINI, FAZIO, MARCORÈ: PIÙ CORAGGIO SU ISRAELE - Anche i grandi sbagliano»

DANDINI, FAZIO, MARCORÈ: PIÙ CORAGGIO SU ISRAELE

Questo il titolo del  pezzo di Aldo Grasso sul CORRIERE della SERA di oggi, 16/02/2008 a pag.49, sul cui contenuto concordiamo. Con l'eccezione del riferimento a Valentino Parlato. La nostra opinione qui sotto, dove riportiamo l'articolo di Parlato in prima pagina sul MANIFESTO di oggi.

Cominciamo con Aldo Grasso:


Sabato sera, quando ho visto Serena Dandini intervistare Enrico Mentana ero così sicuro del buon esito del mio appello che già avevo immaginato l'attacco del pezzo: «Brava Serena, faccio ammenda: non sono certo il più dandiniano tra gli spettatori di Raitre eppure....». Ero sicuro che la Dandini, ospitando Mentana, dicesse due parole di condanna sul boicottaggio contro gli scrittori israeliani, ospiti d'onore alla Fiera del Libro di Torino, o almeno prendesse le distanze dalla fatwa lanciata da Tariq Ramadan. Niente, dovrò aspettare ancora per la mia autocritica.
Speravo in Neri Marcorè, ma ha detto che la sua «mission» è un'altra. Speravo molto in Fabio Fazio, sempre così attento ai grandi problemi del mondo e alle cause mediatiche, così pronto a citare Gianni Minà e Gino Strada. Ha ritenuto invece rivolgersi alle agenzie con una giustificazione tutta ligure: «emu za detu», abbiamo già dato, abbiamo già intervistato Amos Oz, abbiamo già intervistato David Grossman. Ma nessuno metteva in discussione la sua correttezza. Gli si chiedeva soltanto, in questo momento, in una particolare situazione dove nelle università ci sono ancora dei cretini che compilano liste di persone da additare come complottatori, di dire una parola, insomma di fare cultura. Chi si occupa di libri, chi parla di cultura (come lodevolmente fa Raitre di Paolo Ruffini) non può rassegnarsi all'idea di un boicottaggio e, come ha scritto giustamente Luciano Canfora, «scendere al livello mentale di Hamas». Il silenzio non sempre ha favorito la comprensione tra gli uomini. Ci sono momenti in cui ci vorrebbe un po' più di coraggio, come l'ha avuto Valentino Parlato, anche a costo di dire qualcosa di impopolare.

Ecco il pezzo di Valentino Parlato sul MANIFESTO di oggi, 16/02/2008 in prima pagina. A differenza di Aldo Grasso, noi non troviamo nulla di coraggioso nelle parole di Parlato. Gli odiatori di Israele più furbi e intelligenti, si sono schierati tutti contro il boicottaggio, una richiesta che solo un branco di stupidi poteva fare. Parlato non appartiene alla schiera di questi ultimi, lui sa bene che è da idioti volere il boicottaggio della cultura israeliana, si rischia di fare solo una pessima figura. Lui, gli scrittori isrealiani, li vuole alla Fiera del Libro di Torino, ma solo se è possibile metterli sotto accusa, in un ipotetico tribunale che abbia il compito di processare lo Stato ebraico. E' la stessa posizione dello storico Giovanni De Luna, anche lui contro il boicottaggio, gli scrittori li vuole, ma in una Fiera del Libro che inviti, in contrapposizione, anche tutti gli odiatori di Israele, in modo da snaturare la natura dell'invito. Forse a Le Monde l'hanno capito, per questo dicono che la sinistra è antisemita, se si comporta in questo modo. Se invece Le Monde ha fatto un errore, come Parlato si augura, il che è possibile, conoscendo bene le pregiudiziali del quotidiano francese verso Israele, fa lo stesso. Chi è antisionista è antisemita. La critica al governo è tutt'altra cosa. Ne prenda atto Parlato, e non cerchi scusanti citando Dario Fo, Edoardo Sanguneti, Margherita Hack o Franco Cardini, tutti ben noti per le loro posizioni contro Israele, e non certo verso la politica di qualche governo. Se davvero Parlato vuole che crediamo al suo non essere antisemita, scriva chiaro di essere sionista. Dovrà vedersela con i lettori del suo giornale, ma è l'unica strada per essere credibile quando dichiara di non esserlo.

Ecco il suo pezzo sul Manifesto:

Anche i grandi sbagliano
Valentino Parlato
Mai avrei pensato e sperato di vedere il mio nome sulle pagine del prestigioso Le Monde, ma questa volta mi è andata proprio male. Il prestigioso quotidiano francese mi cita come capofila del boicottaggio alla Fiera del libro di Torino («rea» d'aver invitato come ospite d'onore lo stato d'Israele), quando è da un bel po' di tempo che rompo le scatole ai lettori del manifesto scrivendo contro il boicottaggio. Come contro il boicottaggio si è dichiarato Dario Fo e credo anche Edoardo Sanguineti, Margherita Hack e Franco Cardini.
Francamente questo errore mi ha sorpreso: anche il prestigioso Le Monde può cadere in errori tanto grossolani e, aggiungo, tanto pericolosi per le persone oggetto dell'errore.
Spero, ne sono quasi sicuro, che l'edizione di Le Monde di oggi corregga l'errore e spieghi ai suoi lettori che non solo non sono stato a favore del boicottaggio, ma che il manifesto ha speso un po' si sé e io ho speso un po' di me nel contrastare i boicottatori.
Ma resta l'interrogativo: perché questi errori? Mi viene da rispondere che il senso comune oggi dominante ritiene che la sinistra possa essere (o addirittura sia) antisemita. Ma se è così siamo messi proprio male.


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lettere@corriere.it-redazione@ilmanifesto.it

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