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Il Giornale Rassegna Stampa
20.10.2023 I burattinai della guerra
Analisi di Fiamma Nirenstein

Testata: Il Giornale
Data: 20 ottobre 2023
Pagina: 1
Autore: Fiamma Nirenstein
Titolo: «I burattinai della guerra»
Riprendiamo dal GIORNALE di oggi 20/10/2023 l'analisi di Fiamma Nirenstein con il titolo "I burattinai della guerra".

Fiamma Nirenstein, Autore presso Fondazione Luigi Einaudi
Fiamma Nirenstein

Hezbollah attacca il nord di Israele, ha lanciato ieri decine di missile e colpito la città di Qiriat Shmona, ancora in modo sporadico, mentre a sud Hamas seguita a sparare i suoi razzi e l’esercito temporeggia: il gabinetto di guerra si è riunito durante la notte. Beirut viene evacuata in alcune zone, e così anche alcune zone del nord d’Israele. La domanda fatale nell’aria è quale guerra Israele deve affrontare, entrerà solo a Gaza, e quando, e quale altro scontro il mondo deve ancora vedere, di quale dimensione, di quanta crudeltà. Biden, a fianco della guerra di Israele contro i massacratori di Hamas, ci ha messo tutta l’energia possibile: don’t, don’t, don’t. Tre volte ha chiesto a “chiunque” intenda aggregarsi alla guerra contro Israele di tirarsi indietro, pena trovarsi di fronte gli Stati Uniti. L’avvertimento all’Iran e ai suoi vassalli è chiarissimo. Molto meno chiaro se funzionerà. Se non accadrà, le portaerei, i velivoli, i proiettili che vengono in queste fornite a Israele, persino i 900 americani di stanza nella zona, potrebbero diventare parte di un conflitto i cui limiti sono quelli della fantasia messianica dell’Iran: immensi. La cui crudeltà, è quella di Hamas. Per l’Iran la distruzione di Israele rappresenta la gloria escatologica, il tappeto rosso per la venuta del Mahdi, il profeta sciita che condurrà l’Islam alla vittoria definitiva e alla redenzione del mondo. Anche gli Stati Uniti sono il nemico naturale per l’Iran, cristiani, moderni, liberali, ma ben armati di tecnologia e di strutture belliche. Con le stragi, la continua diffamazione, l’assedio e la delegittimazione internazionale, l’Iran prepara la sua guerra definitiva, e aspetta il momento giusto. Israele è il segnale di guerra globale, Hamas è la sua carta di credito presso il mondo sunnita. Solo due anni fa la televisione di stato di Teheran mise in onda un video in cui un missile colpiva Capitol Hill, e lo consumava nelle fiamme. Il video era accompagnato da un canto in cui gli Usa erano “il palazzo dell’oppressione” e Gerusalemme veniva liberata. Di nuovo un video mostra Khamenei che in prima persona accusa gli USA di essere il burattinaio responsabile di tutti gli ultimi eventi, e dice che tutto il mondo mussulmano e non, “è arrabbiato, molto arrabbiato”. Ieri, la “Resistenza Islamica irachena” ha rivendicato la responsabilità del lancio di droni sulla base aerea di Ain al-Asad, che ospita forze statunitensi nella parte occidentale dell'Iraq e in Siria ha preso di mira la base di al-Tanf, vicino ai confini con l’Iraq e il giacimento Conco Gas, nella regione settentrionale di Deir al-Zor, definendolo “occupato dalle forze americane”. Tutte forze iraniane: il gruppo Kataib Hezbollah minaccia di colpire le basi americane in Iraq per “sostenere Gaza”. Mentre un cacciatorpediniere statunitense operante nel Mar Rosso settentrionale ha abbattuto tre missili terra-superficie e diversi droni lanciati dai ribelli Houthi in Yemen e secondo il Pentagono "potenzialmente diretti verso obiettivi in Israele".

Sono scadute ieri le sanzioni all’Iran in base alle quali erano state sospesi i programmi balistici e nucleari: ora esso può importare e esportare missili e tecnologie, e avanzare le ambizioni nucleari. Dopo i droni a Putin, i mullah passano forse ora ai missili balistici e forniscono armi ai Hamas, la Jihad Islamica, Houthi, Hezbollah, ai i siriani di Assad, alle organizzazioni terroristiche con cui ha rapporti che spaventano tutto il mondo arabi. In queste ore, le tv iraniane in lingua araba, Al Alam e vari website, si rivolgono direttamente al pubblico, secondo una tecnica tipica, quella di scavalcare le leadership spesso nemiche del regime degli ayatollah che temono e di cui non si fidano, per rivolgersi direttamente al popolo, e nei Paesi del Golfo per esempio, accusano le leadership di debolezza. Dopo il missile della Jihad islamica palestinese sull’ospedale di Gaza attribuito a Israele, la piazza araba anche più contenuta nei confronti di Israele, è esplosa in un coro di odio: in Egitto, in Giordania, in Libano, in Turchia e anche nei Paesi degli accordi di Abramo i leader esplodono in un odio islamista e antisemita della vicenda. Anche in Europa e negli USA si allargano gli scontri. La guerra di Hamas è stata decisa e condotta secondo un piano di cui l’Iran è la testa: adesso si tratta di capire se il paese degli ayatollah intende procedere in un disegno che ovviamente cerca il momento migliore per esplodere. Se Teheran deciderà che il momento è questo, lo vedremo nelle prossime ore, dal comportamento degli Hezbollah. Molti ufficiali di Hamas, come Ahmed Abdulhadi o Ali Baraka, hanno raccontato ai media americani e russi, come il piano stia stato studiato per due anni con l’aiuto dell’Iran e con gli Hezbollah. Hamas ha potuto sempre contare su vari aiuti, come quello del Qatar e della Turchia, ma l’unico Paese che gli ha fornito assistenza e know-how è l’Iran. Col suo aiuto ha costruito la sua industria di missili. Data l’ampiezza del programma del 7 di ottobre, è chiaro, scrive Jonathan Spyer che tutto il training è stato preparato fuori dei confini. Il riferimento di missili Fajr e dei M302, è tutta roba iraniana come scrive Jonathan Spyer sul Jerusalem Post. L’IRGC, la poliedrica costruzione militar-ideologica del regime iraniano che si occupa dalle donne che non indossano propriamente il velo fino alla strategia per conquistare il mondo ha disegnato la strategia attuale: bypassare la tecnologia e la forza militare attaccando a morte la società israeliana. Il Libano, Gaza, la Siria, l’Iraq, ormai parte del West bank, e adesso anche gli altri Paesi stravolti nell’opinione pubblica a causa della guerra, sono tutti territori utilizzabili. La questione atomica era in primo piano mentre l’Iran costruiva una quantità di cavalli di troia, servendosi anche delle sue amicizie politiche. La Russia nel consiglio di sicurezza tiene per Hamas, e in questo l’Iran ha certo un ruolo. Il coordinatore all’ONU del processo di pace, Tor Wennesland ha detto che la pericolosità dell’espansione di questo conflitto è “reale, molto reale”. La verità è che l’intero occidente si trova oggi, inconsapevole, di fronte al reame degli incubi: in queste ore si ritrovano altri corpi carbonizzati dei bambini bruciati vivi dai terroristi insieme alle loro mamme, nuovi video materiale mostrano i lanzichenecchi a caccia dei ragazzini alla festa, a frotte scendono dalle Subaru con in tasca i biglietti di istruzioni che dicono come ammazzare, torturare e rapire luogo per luogo. Su ciascuno di quei bigliettini, l’impronta ideologica dell’Iran che in queste ore può dare agli Hezbollah l’ordine di guerra. Don’t, suggerisce non solo Biden, ma la enorme determinazione di Israele a combattere e a vincere. Ma il mondo trema.

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