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Il Giornale Rassegna Stampa
08.09.2023 Abu Mazen, il piccolo Arafat antisemita
Analisi di Fiamma Nirenstein

Testata: Il Giornale
Data: 08 settembre 2023
Pagina: 12
Autore: Fiamma Nirenstein
Titolo: «Abu Mazen, il piccolo Arafat antisemita»
Riprendiamo dal GIORNALE di oggi 08/09/2023 l'analisi di Fiamma Nirenstein.

A destra: Abu Mazen

PM Netanyahu Appoints Fiamma Nirenstein as Ambassador to Italy | Prime  Minister's Office
Fiamma Nirenstein

Di nuovo Abu Mazen, allievo e successore di Arafat da 2005 e da allora saldamente assiso alla presidenza di un’Autonomia Palestinese che ha saputo condurre solo al protagonismo del terrorismo internazionale alleato con l’Iran, ha riaffermato la sua strada: quella di odio e disprezzo per gli ebrei, in cui l’antisemitismo del passato, quello razzista, e quello presente, antisraeliano, si danno la mano. Non è certo la prima volta, la sua storia è punteggiata di dichiarazioni antisemite che servono a creargli consenso, ma è anche la strada politica della sua lunga guerra di rifiuto di colloquio e di assassinio di innocenti, di uso cinico dei suoi propri giovani, di destrutturazione di ogni speranza di pace... e quindi dovrebbe interessare la politica. Invece, non lo fa. Parlando al Consiglio rivoluzionario di Fatah, il suo partito, Abbas ha ripassato le sue teorie che già dal 1982, quando fece la sua tesi all’Università di Mosca intitolata “I rapporti segreti fra nazismo e sionismo” lo ispirano: Hitler, che lui cita molto volentieri, non uccise gli ebrei Ashkenaziti europei per antisemitismo, dal momento che essi, dice fingendo di ignorare la storia, non sono affatto semiti. Hitler odiava gli ebrei, e li combatté, spiega, con il resto degli Europei (un’alleanza che certifica la bontà della Shoah) per il loro ruolo sociale (leggi: i loro quattrini, il loro potere, non fa nulla se la grande maggioranza gli ebrei dell’Europa orientale appartenevano alle classi più umili); e, oltre a Hitler, sull’ebreo ricco e gretto chiama in causa Marx, anche lui un bel curriculum antisemita. Abbas spiega che Hitler ha detto parole di veritas: “Tutti sanno che durante la Prima guerra mondiale da (umile) sergente disse di aver combattuto gli ebrei perché avevano a che fare con l’usura e il denaro”: E ripete, che sia ben chiaro a tutti, non erano semiti. Spiegano i mediorientalisti che non lo dice a caso: lo ripete ai suoi per delegittimare la presenza di Israele, gli ebrei non devono essere qui perché al contrario di quello che prova tutta la storia di Gerusalemme, convalidata da mille fonti, dalle rovine, dalla distruzione del Tempio del 70 dopo Cristo, dalle Scritture, dagli storici fin dal tempo di Tacito e di Flavio Giuseppe, gli ebrei non sono indigeni mediorientali, ma colonialisti e imperialisti moderni il cui unico destino è essere cacciati da casa sola. Il fatto è che ripetendo questo stupido dogma inventato da Arafat e consolidatosi nel tempo, ogni offerta di pace è stata respinta, ogni accordo territoriale evitato. Chi ha inventato lo Stato Ebraico? chiede Abbas: “Gli inglesi e solo gli inglesi, lo dico perché sappiate chi considerare il nemico che ha consegnato la nostra terra agli ebrei”. Miserabilmente ignorante? Nient’affatto. Molto elaborato, porta alle delegittimazioni territoriali dell’ONU e dell’UE, alle accuse di apartheid, ha condotto fino all’antisemitismo che come una tabe sta infestando di nuovo l’Europa mentre Abu Mazen destina parte dei milioni (500) che l’Europa gli dona ai terroristi in carcere o alle loro famiglie. La nostra storia ha conosciuto e conosce molti entusiasti visitatori di Abu Mazen, come Massimo D’Alema, o Federica Mogherini, ha visto tappeti rossi come quelli del sindaco di Napoli De Magistris, di Laura Boldrini, Lauree honoris causa, entusiaste esclamazioni di sostegno da parte di esponenti di 5 Stelle. Del resto quando Abu Mazen nel 2016, e scegliamo una delle sue tante esternazioni di odio antiebraico, ha detto all’assemblea dell’Unione Europea che i rabbini incitano a avvelenare le acque dei Palestinesi, la folla dei deputati ha applaudito ritta in piedi. Applaudivano la loro propria coscienza antimperialista, e la possibilità di un veloce, segreto tributo al proprio antisemitismo.

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