venerdi 26 aprile 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


Clicca qui






Il Giornale Rassegna Stampa
19.05.2023 L'Espresso, un inno contro Israele, ancora dentro la Repubblica
Analisi di Fiamma Nirenstein

Testata: Il Giornale
Data: 19 maggio 2023
Pagina: 14
Autore: Fiamma Nirenstein
Titolo: «Se L'Espresso inneggia all'odio su Israele»
Riprendiamo dal GIORNALE di oggi 19/05/2023 a pag..14, l'analisi di Fiamma Nirenstein dal titolo "Se L'Espresso inneggia all'odio su Israele"

PM Netanyahu Appoints Fiamma Nirenstein as Ambassador to Italy | Prime  Minister's Office
Fiamma Nirenstein

L’Espresso è un giornale antico, importante, ci abbiamo lavorato e lo amiamo, giornalisti e lettori. Certo,ci sono tanti argomenti spinosi su cui si le opinioni si scontrano. Ma non si può lasciare che infiocchettata di retorica a basso prezzo su quelle pagine venga rovesciata, datata su web 10 maggio, un inno all’odio di Israele.Esso, in quei termini, è puro antisemitismo secondo la definizione dell’IHRA,International Holocaust Remembrance Alliance, il documento elaborato nel 2015 da 34 stati,che ne indica come elemento fondamentale la delegittimazione e la criminalizzazione di Israele; l’IHRA è stata poi adottata nel 2017 dall’Unione Europea e poi da numerosi Paesi e istituzioni. L’articolo, del cui autore non farò il nome perché non possa pavoneggiarsi, è drappeggiato nella veste dei diritti umani: è quella purtroppo usata più sovente per coprire terroristi, dittatori, regimi, e anche narrazioni fasulle e ipocrite come quella qui prescelta. Per cui, davvero mi angoscia pensare che la religione del nostro tempo, possa essere fatta a pezzi da chiacchiere come quelle del pezzo. Una per una le menzogne del pezzo sono tante, un libro. Qui ricorderò solo che chi celebra il Nakba Day, il giorno del disastro palestinese, non agli ebrei lo deve attribuire, ma alla leadership che nel 1948 subito rifiutò una prima volta, per poi ripetere ancora e ancora l’errore nel sangue, la proposta di due stati per due popoli proposta dall’ONU e accettata da Israele. Guerra e terrorismo furono subito la scelta palestinese. Gli ebrei non erano colonizzatori, lo erano gli inglesi come i turchi,gli ebrei non furono mai loro alleati, erano invece rifugiati che tornavano a casa. Solo col sudore e una magica volontà di sopravvivere sin dalla fine dell’800 cercarono la via di Gerusalemme, casa loro da sempre, dove peraltro erano maggioranza. “IL giorno di Gerusalemme”dovrebbe essere occasione di gioia per chiunque abbia un minimo di memoria storica. I palestinesi non furono cacciati, ma invitati a condividere nonostante il rifiuto totale fino all’alleanza del Grande Mufti con Hitler, e il terrorismo dilagante. Se avessero accettato l’accordo, avrebbero condiviso la terra. L’aggressività, la ferocia sanguinaria dell’esercito che l’Espresso suggerisce, sottintendono il consueto paradosso di un’Israele nazista. Abu Mazen lo disse all’UE: Shoah? Noi ne abbiamo subito a decine. Questa bestemmia serpeggia nel testo: ma è tutta una menzogna. L’esercito israeliano reagisce alla grandine di missili che cercano di colpire alla cieca scuole, case, luoghi di lavoro e per fortuna il sistema di difesa ferma il 90 per cento dei razzi; mentre l’IDF mira diritto agli ufficiali che ordinano le stragi quotidiane di bambini per strada,di giovani al bar, di donne in auto. Presi di mira sono anche i nidi di missili e chi li maneggia. Capita anche che i missili di Hamas e della Jihad Islamica facciano morti fra i palestinesi; e sovente azioni dell’IDF sono revocate perché si è visto un bambino. Altre volte, purtroppo, sono disgrazie, o scudi umani. E poi: “Apartheid, pulizia etnica” è pura delegittimazione usata contro il diritto a difendersi… i checkpoint e i controlli sono limitati al minimo e usati per tutti; e i palestinesi si sono tanto moltiplicati. La spietata guerra di eliminazione razzista c’è, ma degli ebrei, ed è in atto da 75 anni,dal giorno del rifiuto palestinese: da allora mentre Israele riproponeva invano la pace, nell’AP che a Gaza, regnavano sistemi senza elezioni, omofobici, corrotti, con la pena di morte e le torture, che usano l’incitamento come arma di controllo. La Nakba è stata portata sui palestinesi dalla loro leadership, altrimenti da tempo si avrebbero due Stati per due Popoli. Con tutto ciò, scommetto che gli antisemiti esisterebbero ancora, eccome.

Per inviare al Giornale la propria opinione, telefonare: 02/85661, oppure cliccare sulla e-mail sottostante


segreteria@ilgiornale.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT