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Il Giornale Rassegna Stampa
12.10.2022 Israele-Libano: accordo storico sul gas
Analisi di Fiamma Nirenstein

Testata: Il Giornale
Data: 12 ottobre 2022
Pagina: 14
Autore: Fiamma Nirenstein
Titolo: «Pace tra Israele e Libano, polemica su gas e confini»
Riprendiamo dal GIORNALE di oggi, 12/10/2022, l'analisi di Fiamma Nirenstein, a pag.14, con il titolo "Pace tra Israele e Libano, polemica su gas e confini"

PM Netanyahu Appoints Fiamma Nirenstein as Ambassador to Italy | Prime  Minister's Office
Fiamma Nirenstein

"Storico": è l'aggettivo preferito quando si parla, dell'accordo fra Israele e Libano, paesi in guerra, sul confine marittimo e i giacimenti di gas. Israele ama la pace, da Begin a Rabin chi ne ha forgiato una ne ha fatto il brillante della sua vicenda storico-politica. Così vorrebbe fare Yair Lapid, il Primo ministro d'Israele. Ma questo, è un accordo su cui già le opinioni sono diversissime. Per esempio l'ex ambasciatore americano in Israele padre degli accordi di Abramo, David Friedman, ha twittato incredulo: "Abbiamo speso anni cercando di mettere d'accordo il Libano e Israele sulle disputati giacimenti marini. Ci siamo andati vicini col 55-60 per cento per il Libano, e il 45-50 per Israele. Nessuno immaginava il 100 per cento al Libano e niente a Israele. Vorrei capire come ci siamo arrivati". Friedman però non sa i particolari dell'accordo, e nessuno li conosce ancora. Yair Lapid, il Primo ministro ad interim, a pochi giorni dalle elezioni che saranno il primo di novembre, afferma che "abbiamo realizzato una conquista storica che rafforza la sicurezza di Israele, porterà miliardi all'economia e darà stabilità al confine settentrionale".

Il premier Lapid:
Yair Lapid

Al momento, difficile valutare se sia vero. Possiamo basarci su quello che si sa. Per esempio, che il Governo, fragile e a fine incarico (le elezioni sono il primo novembre) ha intenzione di portare a conclusione veloce l'accordo, che sembrava saltato drammaticamente giovedì, così da andare con questa medaglia alle elezioni anche se la legge per uno spostamento di confini richiede, dice l'opposizione, una serie di sanzioni definitive fra cui il voto del Parlamento. Bibi Netanyahu lo richiede chiamando la decisione "una resa agli Hezbollah" senza che ci sia ancora una risposta in queste ore. Dopo il Gabinetto della sicurezza, che sarà seguito oggi da una riunione di governo il Parlamento discuterà. Ma voterà? Sembra di no. Poi l'Avvocato dello Stato dovrà decidere della sua costituzionalità in due settimane, e si arriverà così a ridosso di elezioni che non si sa se porteranno a un governo contrapposto all'accordo. Perché contro un accordo che secondo Lapid porta in prospettiva speranze al Libano di ripresa economica e a Israele di stabilità sul confine? Perché in Libano sono oggi gli Hezbollah, "proxy" dell'Iran i padroni di casa che sanno solo odiare e mentire quando si tratta di Israele e Netanyahu ha detto che si tratta una resa alle minacce degli Hezbollah, e che ogni espressione politica libanese ne è una pallida ombra, volente o nolente. Ci sono due campi di marini di gas in discussione, uno Karish, di proprietà di Israele, pronto all'estrazione del gas, e, adiacente, Kana, che confina con le acque del Libano: ancora intonso, con un potenziale mai esplorato e su cui il Libano punta. La trattativa è su Kana, non su Karish: ma nel frattempo gli Hezbollah hanno minacciato Karish a parole con droni, sempre di più, per anni, impedendo l'inizio delle estrazioni. Gli Stati Uniti sono stati i mallevadori intensivi, guidati dall'inviato per l'energia Amos Hocstein. Gli USA vogliono dimostrare qui che sono anche un creatore positivo di opportunità energetiche. Un impegno cocciuto anche quando si era spaccato tutto, e Israele aveva fatto ammassare al confine le forze di difesa. Ma all'ultimo, magia, Hezbollah si è dichiarato soddisfatto delle concessioni israeliane, ottenute dal Governo sulle acque territoriali e la riduzione (a quanto?) di Israele dalla suddivisione dei profitti di Kana. Il Libano ha chiesto che il gigante petrolifero francese Total compri la porzione israeliana, ma Lapid non ha accettato, e si vedrà cos'ha ottenuto. Il diavolo è nei particolari, e sembra che Israele si impegni a far passare cargo di tutti i colori. Anche iraniani? E le acque territoriali, secondo la legge internazionali, territorio nei confini diminuiranno? Il governo dice che si tratta di acque economiche, e si capirà più avanti cosa significa. Il Libano fino a ieri voleva anche togliere la linea di galleggianti che dal confine di Rosh ha Nikra blocca natanti che cercano di sbarcare sulla costa. E di terroristi provenienti dal mare se ne sono visti tanti... Ma la pace è una bella speranza, sempre.

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