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Il Giornale Rassegna Stampa
07.03.2022 Putin criminale e mentitore: 'Noi non attacchiamo i civili'
Commento di Daniel Mosseri

Testata: Il Giornale
Data: 07 marzo 2022
Pagina: 4
Autore: Daniel Mosseri
Titolo: «Assediato dai leader mondiali ma Putin fa muro e poi bluffa: 'Noi non attacchiamo i civili'»
Riprendiamo dal GIORNALE di oggi, 07/03/2022, a pag. 4, con il titolo "Assediato dai leader mondiali ma Putin fa muro e poi bluffa: 'Noi non attacchiamo i civili' " l'analisi di Daniel Mosseri.

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Daniel Mosseri

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Vladimir Putin

Le truppe russe bombardano Mariupol, Kiev e Odessa impedendo la fuga dei civili e il mondo si ribella. La Croce rossa parla di «sofferenze devastanti», il Papa di «pazzia», i leader chiamano Putin. E a Mosca sale la protesta: lascia il direttore del Bolshoi. Se sabato ha ricevuto al Cremlino il premier israeliano Naftali Bennett, domenica è stata la giornata della diplomazia telefonica: per la quarta volta in pochi giorni lo ha chiamato il presidente francese Emmanuel Macron e per la prima il capo di stato turco Recep Tayyip Erdogan. Lo zar Vladimir Putin è sempre più isolato sul piano economico e finanziario ma resta saldamente al centro degli sforzi delle cancellerie d'Europa e Medio Oriente per fermare l'invasione russa dell'Ucraina. O quantomeno per assicurare il funzionamento dei corridoi umanitari e mettere in sicurezza le centrali atomiche ucraine dopo l'incendio dei giorni scorsi all'impianto di Zaporizhzhia causato da un attacco delle forze russe. «I tentativi di trasferire la responsabilità di questo incidente all'esercito russo sono il frutto di una cinica campagna di propaganda», ha replicato il Cremlino in un comunicato sullo scambio telefonico con Macron. «In collaborazione con l'unità di sicurezza e il personale ucraino, le truppe russe, continuano a garantire il normale funzionamento della centrale - si legge nella nota -. Le forze armate russe controllano anche la centrale nucleare di Chernobyl. Tutto questo per escludere la possibilità di provocazioni cariche di conseguenze catastrofiche da parte di neonazisti o terroristi ucraini». Particolare di rilievo: nel comunicato sia sottolinea anche come la telefonata sia avvenuta per iniziativa dell'Eliseo. A parole, Putin continua a dirsi aperto al dialogo né si nega agli interlocutori. Nei fatti segue la strada già aperta nelle settimane precedenti all'apertura delle ostilità: voi parlatemi pure, tanto io non vi ascolto. Unico segnale di timida apertura: il Cremlino non respinge in toto l'iniziativa francese di tenere una riunione fra Russia, Ucraina e l'Aiea (l'Agenzia internazionale per l'energia atomica) sulla sicurezza degli impianti nucleari in Ucraina. Putin però respinge l'idea di tenere l'incontro a Chernobyl, meglio invece «tenere tale riunione in videoconferenza o in un paese terzo». Quanto al funzionamento dei corridoi umanitari, nel giorno in cui in rete è circolato il video di una famiglia ucraina uccisa mentre cerca di scappare dalla capitale ucraina, il Cremlino scrive che «Kiev non rispetta ancora gli accordi su una questione umanitaria così acuta» e che «i nazionalisti ucraini non hanno permesso l'evacuazione» da Mariupol e Volnovakha (sottoposte a pesanti bombardamenti russi). Quanto alla telefonata con Erdogan, il Cremlino ha ribadito che nell'ambito «dell'operazione speciale per proteggere il Donbass» - di guerra in Russia non si parla - «le forze armate russe stanno facendo tutto il possibile per preservare la vita e la sicurezza dei civili». Al contrario «le azioni dei gruppi nazionalisti e neonazisti, che continuano il bombardamento intensivo del Donbass e usano i civili come 'scudo umano' nelle città e negli insediamenti ucraini sono particolarmente crudeli e ciniche». Putin ha però espresso apprezzamento per la valutazione critica data dal presidente Erdogan «della rabbiosa campagna di discriminazione della cultura russa e dei suoi rappresentanti in alcuni stati occidentali». Domenica la linea dura del presidente russo ha trovato un epigono in ambito sportivo: alla Coppa del Mondo di ginnastica artistica in corso a Doha, in Qatar, l'atleta russo Ivan Kuliak è salito sul podio accanto al vincitore ucraino Ilya Kovtun forte di sei medaglie, sfoggiando sulla maglietta una Z bianca, la stessa che i militari russi dipingono sui carri armati impegnati nella campagna d'Ucraina per indicare «Za pobyedu» ossia «Per la vittoria». La Federazione Internazionale di Ginnastica ha aperto un'inchiesta per capire se il gesto sia il frutto di un'iniziativa dell'atleta o se sia stata dettata dalla Federazione russa, il cui presidente, il banchiere e politico Andrei Leonidovich Kostin, è stato colpito dalle sanzioni antirusse per la sua vicinanza a Putin.

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