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Il Giornale Rassegna Stampa
28.02.2022 L'Europa di fronte all'Ucraina dell'eroe Zelensky
Analisi di Fiamma Nirenstein

Testata: Il Giornale
Data: 28 febbraio 2022
Pagina: 2
Autore: Fiamma Nirenstein
Titolo: «Se l'Europa scopre il bisogno di armi e di eroi»
Riprendiamo dal GIORNALE di oggi, 28/02/2022,  a pag. 2, l'analisi di Fiamma Nirenstein dal titolo "Se l'Europa scopre il bisogno di armi e di eroi".

A destra: un eroe (Volodymyr Zelensky secondo Dry Bones)

Mo, Nirenstein:

Fiamma Nirenstein

Madonna ha postato una canzone in cui con artistica determinazione mette a Putin i baffi di Hitler; il famoso attore Sean Penn è il ghost writer (si scrive) di Zelensky; i social media di cui si pasce la gioventù russa come ogni altra, minacciano una ferale  chiusura entro i confini russi; lo spazio aereo è già chiuso; quello Swift rischia di disseccare tutti i bancomat di Mosca. Milioni di parole vengono in queste ore spese in ognuna delle variegate forme dell'informazione del commento, per lodare l'eroismo di Zelensky e biasimare Putin. La forza della figura del leader ucraino sta cambiando radicalmente alcuni concetti della narrativa che definisce l'etica attuale. Beato il mondo che non ha bisogno di eroi? Non più: fortunato chi gli eroi ce li ha.  E vinceranno con le armi e con l'amor patrio. In queste ore, mentre sembra che il blitzkrieg di Putin non funzioni, si discute di un possibile compromesso con un incontro a Minsk; l'ordine di attivare le difese nucleari appare orrendo e  minaccioso, ma sembra una reazione furiosa quanto imbarazzata al "no" che gli ha detto il mondo. Un"no"compatto, omogeneo, dai ragazzini di Kiev che preparano le bottiglie molotov fino ai Paesi dell'Unione Europea che hanno cambiato via via il loro atteggiamento dal 24 di febbraio. Macron, Sholtz, l'Unione Europea tutta hanno disegnato un'inusitata esaltazione etica della democrazia combattente. Zelensky ne è il padre: la dimensione eroica belligerante era stata espunta dal comportamento delle democrazie contemporanee, perché porta con sé la parola guerra, la necessità di offrire il petto. E Zelensky ha offerto il suo e anche quello della sua famiglia, e non era un film. Putin può esserne sconfitto. Zelensky ha quasi implorato per avere quella cosa che la cultura postmoderna mette al bando, le armi per sparare al nemico, abbatterne gli aerei, difendersi dai missili. Ma non armi solo difensive, e dopo molti invii silenziosi, arriveranno alla luce del sole: l'European Peace Facility, una posta finanziaria fuori del bilancio ma finanziata da tutti i Paesi membri dell'UE (5,6 miliardi di euro) per il quale occorre l'unanimità sta verosimilmente  per rimborsare gli aiuti di circa una ventina di paesi:  elmetti da combattimento, giubbotti, rilevatori, robot, radar , ma anche fucili da cecchino e munizioni, olandesi.

Vladimir Putin, Russia's resentful leader takes the world to war |  Financial Times
Vladimir Putin in una caricatura

Missili antiaerei, mitragliatrici, 5000 missili tedeschi e mille mortai anticarro, munizioni ceche e polacche, missili estoni e lettoni, kit da sminamento slovacchi..per l'Italia si parla di armi anticarro e antiaeree e mitragliatrici. Occorrono i leader per cambiare la storia, occorre Cesare a poi Ottaviano per l'impero, Hertzl per trasformare la sofferenza degli ebrei in spirito nazionale, Mazzini perchè l'ideale italiano splenda di luce propria....Ancora il 7 di febbraio quando Macron andò da Putin, Sholtz incontrava Biden, la Von der Leyen parlava con Andrej Duda,si diceva delle trattative "ci sono grossi rischi ma notevoli opportunità". Poi, il gettone è caduto, e si è capito. La prepotenza di Putin semplicemente voleva obliterare una scelta democratica, la mancanza di forza della sua versione dei fatti si confrontava con quella ucraina di fare la cosa più ovvia: difendere con una scelta morale e politica lapalissiana la propria casa e anche la propensione a sporgersi verso il mondo libero e democratico sui confini, invece che verso la Russia ancora affollata di fantasmi oligarchici. Ora, e occorre dirlo, Zelensky che è un ebreo la cui famiglia è stata spazzata via dalla Shoah, sa quanto il fantasma nazionalista può diventare antisemita nel suo Paese. E qui,  deve giocare il buon nazionalismo, e l'Unione Europea, che ha sempre censurato il tema, deve prenderlo in considerazione: l'amore per l'Ucraina è nazionale, mentre quello di Putin per la Russia è anche imperiale. Si tratta di gestire temi delicatissimi ma vivi e vegeti, non cancellati dalla storia come spesso si vuole: l'Europa ha in agenda anche la nazione, le armi per difenderla, gli eroi democratici. Chi l'avrebbe detto.La Russia si ritrova con un enorme residuo di ostilità da parte dell'Unione Europea e degli Americani, e per quel che si sa con un forte dissenso in casa. Biden con un lascito misto, in cui il suo avviso preciso al mondo di quello che stava per accadere gli conferisce lungimiranza e consapevolezza, le sanzioni gli danno l'arma più forte in mano, ma i messaggio fra cui quello di salvaguardar a casa il prezzo della benzina, non restituiscono agli USA il ruolo di leader. Il leader, è Zelensky. Si vedrà quello che ne saprà fare, sperando che presto le armi tacciano.

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