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Il Giornale Rassegna Stampa
22.08.2021 La donna schiava sotto l'islam
Analisi di Fiamma Nirenstein

Testata: Il Giornale
Data: 22 agosto 2021
Pagina: 13
Autore: Fiamma Nirenstein
Titolo: «L'Occidente e la violenza ignorata»
Riprendiamo dal GIORNALE di oggi, 22/08/2021, a pag. 13 con il titolo "L'Occidente e la violenza ignorata", l'analisi di Fiamma Nirenstein.

A destra: donne afghane

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Fiamma Nirenstein

Schiacciare la donna, renderla schiava, spezzare il suo ruolo nella società, coprirla di panni e di insulti dalla testa ai piedi, è una fissazione primaria dei fondamentalisti: viene insieme col potere stesso, non puoi essere padrone se non usi ogni mezzo legislativo, religioso e civico per farla a pezzi. Non a caso il maggiore fra gli storici del Medio Oriente, Bernard Lewis, ha sempre notato come il fallimento storico della società islamica sia legato alla segregazione femminile, più o meno accentuata: "L'emancipazione politica delle donne ha fatto passi significativi dove i regimi parlamentari funzionano. Non ha peso nelle dittature controllate dall'esercito o dal partito, per la grande maggioranza maschili. E alla fine... l'opinione pubblica e conservatrice maschile resiste al cambiamento. Dove esso domina, la condizione femminile ha sofferto i peggiori rovesciamenti, come in Iran". Possibile che nessuno abbia negli anni dedicato un pensiero alla infinita guerra di sopravvivenza delle donne nella società islamica? Ce ne accorgiamo adesso? In Afghanistan eccoli di nuovo, chiudono le scuole miste, presto imporranno il burqa, le donne non potranno camminare da sole per la strada e saranno rinchiuse, non potranno andare neppure dal dottore perchè è maschio, verranno di nuovo picchiate e schiavizzate a piacimento, il loro comportamento, fino allo smalto sulle unghie verrà controllato, niente lavoro, niente istruzione.

ISLAM Women, equality and Islam: Rethinking the faith to meet the  expectations of modern man

Dalla liberazione del 2001 la situazione, a dimostrazione di quanto può il rifiuto di un'ideologia pestifera, era molto migliorata. Prima erano 900mila i bambini che frequentavano le scuole primarie, sono oggi 8 milioni di cui il 40 per cento bambine. Una legge del 2009 ha reso reato la violenza sulle donne, lo stupro, gli abusi maritali; nel lavoro la presenza femminile è cresciuta al 22 per cento. Ora è finita, tutti e casa secondo l'interpretazione più radicale della Shariah, la legge islamica. Attenzione: essa non è uguale per tutti, ha cinque derivazioni fondamentali, le letture di Al Qaradawi, di Jamal Badawi etc… Non sono fortunatamente buone per tutto l'Islam, anche se purtroppo accettate in Europa fra molti giovani di seconda generazione. Spesso l'interpretazione che è estrema: per esempio, la mutilazione genitale non è detto, come sostengono alcuni Clerici, che sia un hadith del Corano. Eppure 200 milioni, aveva letto bene, 200 milioni donne, oggi soffrono di queste mutilazione spesso inflitte dalle madri stesse in casa, in 30 Paesi in tre Continenti, in Somalia, in Egitto (l'87 per cento!) in Mauritania, in Sudan... E ancora: la poligamia, il concubinato, la lapidazione... C'è chi le applica o chi no, chi semplicemente non le proibisce e non le incoraggia, ma per esempio nelle città occidentali ad alta presenza islamica, come Parigi, nessuno riesce o vuole veramente controllare il moltiplicarsi del matrimonio poligamico nella casa dei vicini. Una terribile realtà molto diffusa è la violenza domestica: è verissimo, c'è anche da noi, come anche il delitto d'onore: ma è una questione di proporzioni. Purtroppo lo sgarro sessuale si legge spesso nelle cronache, è punito con la pena di morte domestica, se sei in Europa. Comunque, da noi è fortunatamente proibito, come invece è permesso in Iran, sposare una bambina di 13 anni e anche prima se c'è permesso dei genitori. Il matrimonio, ovvero la schiavitù sessuale, delle bambine è una piaga spaventosa. Leggiamo che nei primi sei mesi di quest'anno si siano dovute sposare 16mila bimbe fra i 10 e i 14 anni; e non possiamo dimenticarci qualche anno fa una sfilata per un matrimonio collettivo a Gaza.

Come per una prima comunione le bambine erano in bianco, ma erano spose. La legge in Iran, e pensiamo che benchè quel Paese sia sciita e i talebani sunniti l'ispirazione sarà simile, conferisce alla testimonianza di una donna in tribunale la metà del valore di quella maschile, la donna riceve la metà dell'eredità a cui ha diritto un maschio, i bambini oltre i sette anni in caso di separazione vengono affidati al padre, la donna non ha diritto a viaggiare senza il permesso del marito.. e la lista potrebbe continuare, o spostarsi altrove, dove come in Arabia saudita, dove è prevista la fustigazione e da qualche tempo, dando alle donne nuovi diritti come guidare l'auto, si cerca di rimuovere qualche gigantesca pietra. L'Afghanistan verrà affogato nella sessuofobia, nella ginofobia, con contorno di esecuzioni degli omosessuali. Sì, è vero, la questione delle donne tortura ed insegue il mondo intero, l'invidia della maternità, l'egoismo maschile, la fame di potere... e l'Islam non è certo tutto talebano. Ma Malala, la bambina afgana che voleva studiare, subì un attentato che la ridusse in fin di vita a colpi di pistola. O le eroine iraniane come Nasrin Sotoudeh, Narges Mophammadi, Bahara Hedayat subiscono carcere e torture perchè vogliono che le donne vivano libere. Vorrà mai l'ONU, l'Unione Europea, il mondo occidentale capire che metà delle risorse morali, intellettuali, del genere umano sono prigioniere della condizione della donna, e farsi avanti esplicitamente, con allarme almeno stavolta? O l'ONU seguiterà a piazzare l'Iran nella Commissione per i diritti della donna e l'Unicef ad affermare che ha speranza che i talebani si comportino bene con le bambine?

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