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Il Giornale Rassegna Stampa
02.08.2021 Nave attaccata, Iran responsabile. Ecco come si muoverà Israele
Analisi di Fiamma Nirenstein

Testata: Il Giornale
Data: 02 agosto 2021
Pagina: 20
Autore: Fiamma Nirenstein
Titolo: «Nave assaltata, Iran nel mirino»
Riprendiamo dal GIORNALE di oggi, 02/08/2021, a pag. 20 con il titolo "Nave assaltata, Iran nel mirino", l'analisi di Fiamma Nirenstein.

A destra: la nave colpita

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Fiamma Nirenstein

"Israele dimostrerà che l'Iran ha fatto un serio errore attaccando la nave Mercer Street" ha detto il Primo ministro Naftali Bennett ieri. Non gli importa se dopo una prima generica ammissione su un giornale in lingua araba, il portavoce del ministero degli Esteri Said Khatibzadeh ha negato tutto e, anzi, ha rivolto a Israele le consuete mortali accuse. Per Bennett si tratta di un gesto codardo per il quale possiamo cominciare a interrogarci su quale sarà la sanzione. E probabilmente, prima o poi, qualcosa accadrà: Israele può contare solo su se stessa per deterrere e fermare i nemici. E ha dimostrato di avere molte possibilità di penetrare la corazza iraniana con frecce che sanno trovare la strada del cuore nucleare, delle centrali cibernetiche, delle basi dei "proxy" anche senza avventurarsi in guerre fatali. Bennett nel passato, quando era ministro della difesa di Netanyahu per esempio disse che avrebbe costretto l'Iran a lasciare la Siria: "Che ci sta a fare là? Non ha nessuna ragione di insediarsi sul confine di Israele. In dodici mesi lo cacceremo". Così disse, ma Bennett sapeva benissimo che gli Ayatollah sanno quello fanno, e che la Siria è un anello fondamentale nella loro strategia, anzi, in quella del defunto generale Soleimani che stava costruendo la sua grande "luna crescente" dall'Iraq allo Yemen giù per il Libano e la Siria in tutto in Medio Oriente. In prima linea: l'assedio di Israele dal Libano e la Siria tramite gli hezbollah. La nave su cui per caso o per perverso disegno strategico sono stati fatti fuori il capitano rumeno e un inglese, era l'obiettivo, presumibilmente, di una vendetta iraniana contro i bombardamenti israeliani su basi e convogli iraniano-libanesi in Siria. Svariati miliziani e comandanti iraniani sono stati colpiti in quei bombardamenti, ed ecco la vendetta trasversale.

Il fatto che essa non sia venuta direttamente dalla Siria, può dimostrare semplicemente che le forze della repubblica islamica sono indebolite dall'assenza di Soleimani, e che risulta più comodo colpire in mezzo al mare vicino all'Oman tramite l'uso, nuovo e potente, della schiera di droni di diverso tipo che l'Iran ha costruito in abbondanza. D'altra parte questo può significare che è proprio il potere centrale a Teheran, compreso il nuovo presidente Raisi che sta per insediarsi, che hanno deciso di colpire dal loro Paese coi droni nel mare, dove Israele è più indifeso che per terra. L'uccisione di due marinai del tutto estranei alle dinamiche iraniano-israeliane, e soprattutto di nazionalità che non c'entrano niente, fra cui di un cittadino di un Paese che appartiene alla Nato, l'Inghilterra, da spazio al nuovo programma del ministro degli Esteri Yair Lapid di spiegare intensivamente, come ha detto, al mondo intero, che l'Iran per colpire Israele non ha nessun problema a uccidere chi gli capita. Che il pericolo iraniano, cioè, riguarda tutti. Anzi, che le dimostrazioni di spavalderia contenute nel terrorismo gli si attagliano: fanno paura a tutti, e spingono al silenzio; portano anche al compromesso a Vienna, dove insieme a Biden tutto il mondo siede impaziente di firmare un accordo uguale a quello disastroso di Obama del 2015.

Ma accadrà presto? Intanto l'Europa da qualche segno di essersi stufata, l'Iran ha giocato nelle ultime settimane a rimandare l'accordo, ovvero alcuni cominciano a suggerire che nuove sanzioni vengano applicate: tutti sanno che l'Iran sta usando questo tempo per arricchire velocemente tutto l'uranio che può. In una parola, il fatto che l'Iran crei tanta confusione proprio adesso non deve essere considerato casuale: la sua dimostrazione di forza, i suoi droni lanciati lontano con grande sapienza tecnologica, l'imposizione al mondo di aspettare che l'inviso nuovo presidente si insedi il 5 di agosto primi di arrivare a qualsiasi conclusione, è prima di tutto un film in technicolor per la folla disperata nelle strade che grida all'Ayatollah Khamenei che non ne può più, e si batte valorosamente contro la Guardia Rivoluzionaria: è un modo di stare in sella. Se per l'Occidente arrivare a un accordo è un obiettivo che fa da comma alla parola "pace", per gli Ayatollah l'interesse primario, ovviamente collegato alla loro idea religiosa totalizzante e anche totalitaria, è la necessità divina di mantenere il potere e di usarlo per i propri fini espansivi. L'arricchimento atomico non sarà sacrificato se questi obiettivi non concorderanno con l'eventuale patto. La situazione è dunque esplosiva, la gente iraniana potrebbe essere falcidiata fisicamente come nel 2019 mentre l'uranio arricchito già disegna la bomba atomica e le provocazioni si moltiplicano. Bennett parte per gli USA per il suo primo incontro con Biden questo mese. Speriamo si capiscano.

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