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Il Giornale Rassegna Stampa
19.05.2021 C'è l'Iran dietro la guerra scatenata da Hamas
Analisi di Fiamma Nirenstein

Testata: Il Giornale
Data: 19 maggio 2021
Pagina: 14
Autore: Fiamma Nirenstein
Titolo: «È la guerra mossa e voluta dall'Iran. Ad Hamas missili e soldi da Teheran»
Riprendiamo dal GIORNALE di oggi, 19/05/2021, a pag. 14 con il titolo "È la guerra mossa e voluta dall'Iran. Ad Hamas missili e soldi da Teheran", l'analisi di Fiamma Nirenstein.

A destra: il simbolo di Hamas

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Fiamma Nirenstein

Ma non era così misera Gaza? Oppressa, "occupata" anche se gli israeliani se ne sono andati già nel 2005? E allora da dove vengono le centinaia di missili al giorno con cui Israele è stata irrorata da una settimana? Lo spiega bene un alto ufficiale palestinese della Jihad Islamica, Ramez al Halabi: "I missili con cui bombardiamo Tel Aviv, le nostre armi, i nostri soldi, il nostro cibo, sono tutte forniture iraniane". Anche il segretario di Hamas, Yahya Sinwar l'aveva già detto nel 2017: "Senza assistenza iraniana, non potremmo sparare i missili, il generale Soleimani ha messo a nostra disposizione la forza della Guardia Rivoluzionaria". Ovvero, dell'esercito di conquista iraniana. Le altre testimonianze del continuo e buon uso delle centinaia di milioni di dollari che il regime degli Ayatollah fornisce alla guerra di Gaza coprono decenni. E non si tratta di aiuti umanitari: per esempio una complessa operazione di trasferimento dei potenti missili Kornet tramite Hezbollah è stata curata da Kassem Soleimani stesso nel 2020, la sua diretta supervisione del training militare di Gaza è certificata dalla tv iraniana Al Alam nel 2021, il capo di Hamas stesso Ismail Haniya nello maggio 2020 ripete: "L'Iran non ha mai esitato nel sostegno della resistenza, finanziariamente, militarmente e economicamente".

File:Hezbollah iran hamas.jpg - Wikipedia
L'Iran dietro Hamas e Hezbollah

Al funerale di Soleimani, Hanye aveva un posto d'onore, e Al Arouri suo vicecapo, disegna l'obiettivo: presto ci sarà una nuova Intifada. Sinwar chiarisce lo scopo: "E' per la battaglia per Gerusalemme". La Guerra Santa unisce sciiti e sunniti sul campo di battaglia. Già prima della guerra da Teheran la si annuncia, in un giorno in cui le marce d'odio e i roghi di bandiere con la Stella di David sono il leitmotiv. Teheran è la prima a dichiarare guerra, ma dopo averci pensato bene. Hamas è pronta? In Iran se ne discute, si valuta e si soppesa. Ma si, Hamas deve colpire, sta per conquistare tutto il campo palestinese, Israele ha una crisi politica, Trump è andato a casa, la botta della Pace di Abramo è meno consistente: la guerra lancerà una forte messaggio a chi deve capire, mentre è in corso la trattativa per il rinnovamento del JCPOA a Vienna, col nuovo presidente americano. Il lancio di missili è smisurato anche rispetto alle altre guerre, mai si è toccato le vette raddoppiate e triplicate di questo scontro.

Ma dopo una settimana con la leadership decimata, la Striscia in rovina, gli assetti strategici fondamentali distrutti, Hamas ha seguitato a sparare: l'Iran non gradisce, sembra, che i mallevadori possano essere l'Egitto e il Qatar, vuole tenere le redini. E i missili sono ancora tanti, Fajr 3 e 5, M302, i più grossi con la gittata fino ai 250 chilometri dello "Ayash". La guerra preparata molto a lungo e nell'ambito della grande strategia iraniana ha riempito Hamas di nuove tecnologie e le ha fornito la grande risorsa, ora distrutta, delle gallerie sotterranee, come agli hezbollah.. Il rapporto di Hamas e della JIhad islamica con l'Iran fu subito essenziale. Hamas e la JIhad islamica si industriarono di organizzarlo appena preso possesso della striscia di Gaza quando Israele la lasciò nel 2005: 250 uomini, come scrive il Sunday Times, furono mandati in Iran per un training specializzato sotto la diretta supervisione della Guardia Rivoluzionaria. Era una goccia nel mare di quei 15mila, oggi molti di più, che Hamas costituì presto come esercito e guardiano della Striscia sul modello di Hezbollah, ovvero come una forza determinante,con lo scopo finale di combattere l'Occidente infedele, come scritto nella sua Carta. Israele è il nemico principale della grande organizzazione terrorista finanziata, comandata, utilizzata come i Houty in Yemen, nella sua larga strategia di occupazione del Medio Oriente: la sua distruzione è una prima fase che precede la Guerra Santa. Le armi strategiche, missili, lanciamissili, mitra, fucili, erano già recapitate ai palestinesi dall'Iran con ogni mezzo possibile, la cronista ricorda nel 2002 la cattura di una vascello, la Karin A,carico di lanciamissili, missili, bombe, mitra che vennero scaricati sotto i suoi occhi stupefatti.

Da allora, la quantità e la qualità dell'aiuto è cresciuta e si è molto raffinata tecnologicamente con droni e armi sottomarine. Quasi tutto è stato contrabbandato con i mezzi assistenziali. Nei giorni precedenti all'attacco di Hamas la discussione in Iran ha sottolineato la strage del Monte Meron, studiato i metodi di difesa antimissili e la possibilità di un ingresso di terra e la possibilità di mobilitare gli Hezbollah. Poi, ha cominciato a incitare addirittura coi twit Khamenei, prima della guerra, il 7 di maggio: "Israele non è un Paese, è una base terrorista contro i Palestinesi e le altre nazioni arabe. Combattere il suo dispotico regime è combattere contro l'oppressione e il terrorismo. Ed è responsabilità di tutti". Già, è responsabilità di tutti spezzare la catena per cui la forza incendiaria dell'Iran mette a ferro a fuoco Palestinesi tenuti come popolo ostaggio, Siria, Libano,Yemen, usa la guerra contro la popolazione civile di Israele come arma d'elezione. La guerra, però, la si può perdere, e Israele ha già insegnato questa lezione due o tre volte ai suoi nemici. Adesso sempre di più inoltre molti Stati arabi vedono Hamas per quello che è. Uno strumento del loro peggiore nemico.

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