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Il Giornale Rassegna Stampa
09.05.2021 Violenze a Gerusalemme: Scriviamo al direttore del Giornale
L'articolo incompleto di Chiara Clausi. Perché il Giornale non fa scrivere la corrispondente Fiamma Nirenstein?

Testata: Il Giornale
Data: 09 maggio 2021
Pagina: 13
Autore: Chiara Clausi
Titolo: «Scontri a Gerusalemme: centinaia di feriti per i palestinesi sfrattati»
Riprendiamo dal GIORNALE di oggi, 09/05/2021, a pag.13, con il titolo "Scontri a Gerusalemme: centinaia di feriti per i palestinesi sfrattati" il commento di Chiara Clausi.

Perché il Giornale ha affidato il servizio sulle violenze scatenate a Gerusalemme a Chiara Clausi, corrispondente da Beirut, e non a Fiamma Nirenstein che scrive dalla capitale di Israele con ben altra competenza? Invitiamo i lettori di IC a scrivere al direttore del Giornale Alessandro Sallusti per protestare (email: segreteria@ilgiornale.it).

Come se non bastasse, l'articolo di Chiara Clausi non è affatto equilibrato e tende a giustificare le violenze arabe palestinesi. La giornalista, per esempio, omette di ricordare che l'importanza della città di Gerusalemme nasce per l'islam esclusivamente dall'opposizione alla "entità sionista", cioè Israele, e alla tradizione ebraica. Infatti Gerusalemme nel Corano non è nemmeno citata e per secoli, quando era governata da arabi e turchi, versava in condizioni di abbandono e miseria senza che nessuno se ne interessasse. Soltanto con il sionismo e l'edificazione dello Stato di Israele, che hanno fatto rifiorire Gerusalemme, l'islam ha cominciato ad accampare pretese sulla città.

Ecco l'articolo:

Chiara Clausi (@foliedennui) | Twitter
Chiara Clausi

2021 - more than 50 injured in new clashes between Palestinians and Israeli  police

Sale la tensione a Gerusalemme sulla Spianata delle Moschee, Monte del Tempio per gli ebrei. Sono stati violenti gli scontri tra polizia e manifestanti palestinesi. La maggior parte delle persone - quasi duecento - è stata ferita nella moschea di Al-Aqsa, dove la polizia israeliana ha sparato proiettili di gomma e granate assordanti mentre i palestinesi lanciavano pietre e bottiglie. Tutto è degenerato perché decine di dimostranti sono rimasti sul posto al termine delle preghiere ed hanno cominciato a protestare contro gli sfratti di famiglie palestinesi nel quartiere di Sheikh Jarrah, nella parte est della città. Gli agenti di polizia hanno chiuso la porta di Damasco nella città vecchia. Il bilancio è di 163 palestinesi e sei agenti di polizia rimasti feriti negli scontri, che, inizialmente concentrati sulla Spianata delle Moschee si sono poi estesi a tutta la città. Un video pubblicato da Kan News mostra fedeli che sventolano bandiere di Hamas sul monte. É stato aperto pure un ospedale da campo per curare l'elevato numero di feriti. Il complesso della moschea di Al-Aqsa nella Città Vecchia di Gerusalemme è uno dei luoghi più venerati dell'Islam, ma si trova anche nel sito più sacro del giudaismo, noto come Monte del Tempio. Questo luogo-simbolo è un punto dove si scatenano di frequente atti di violenza. Gli ultimi sono cominciati venerdì sera dopo che migliaia di persone si erano radunate lì per celebrare l'ultimo venerdì del mese sacro del Ramadan. La polizia israeliana sostiene di aver usato la forza per «ristabilire l'ordine» a causa della «rivolta di migliaia di fedeli» dopo le preghiere serali. «Israele sta agendo in modo responsabile per mantenere la legge e l'ordine a Gerusalemme, proteggendo il diritto al culto nei luoghi sacri», ha precisato subito Benjamin Netanyahu. Non sono tardate ad arrivare anche le reazioni internazionali. Una portavoce del Dipartimento di Stato Usa ha detto che Washington è «profondamente preoccupata per l'accresciuta tensione». L'Unione europea ha condannato le violenze e ha affermato che «gli autori di ogni parte devono essere ritenuti responsabili dei disordini». Il coordinatore speciale delle Nazioni Unite per il processo di pace in Medio Oriente, Tor Wennesland, ha esortato tutte le parti a «rispettare lo status quo dei luoghi santi nella Città Vecchia di Gerusalemme» L'Onu ha precisato che Israele dovrebbe sospendere qualsiasi operazione di sfratto e impiegare «la massima moderazione nell'uso della forza». Il presidente palestinese Abu Mazen ha invece accusato Israele di essere «responsabile degli sviluppi pericolosi e degli attacchi in corso» a Gerusalemme e «delle relative conseguenze». Ha poi invitato «la comunità internazionale ad assumersi tutte le sue responsabilità per fermare l'aggressione contro i palestinesi». Ma la tensione è già da un po' che sta crescendo. In Cisgiordania: due palestinesi sono stati uccisi venerdì dopo aver sparato contro una base militare israeliana. All'inizio della settimana, un uomo palestinese armato ha ucciso uno studente religioso israeliano e un adolescente palestinese è stato ammazzato in scontri con le forze israeliane che gli davano la caccia. Ma c'è profonda preoccupazione anche per quello che potrebbe accadere lunedì. La Corte Suprema di Israele dovrebbe tenere un'udienza sul caso Sheikh Jarrah proprio mentre gli israeliani celebrano il Jerusalem Day. La celebrazione annuale della presa dell'est della città durante la guerra del 1967. Durante la celebrazione si assiste a una marcia con la bandiera nella Città Vecchia che in passato molto spesso porta a scontri con i palestinesi locali. Israele ha occupato Gerusalemme Est dalla guerra del 1967 e considera l'intera città sua capitale. I palestinesi però rivendicano Gerusalemme Est come la loro futura capitale di uno stato indipendente.

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segreteria@ilgiornale.it

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