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Il Giornale Rassegna Stampa
14.10.2020 Germania: il politicamente corretto distrugge anche la grammatica
Commento di Daniel Mosseri

Testata: Il Giornale
Data: 14 ottobre 2020
Pagina: 15
Autore: Daniel Mosseri
Titolo: «L'ultima follia tedesca: scrivere le leggi con i nomi al femminile»
Riprendiamo dal GIORNALE di oggi, 14/10/2020, a pag. 15, con il titolo "L'ultima follia tedesca: scrivere le leggi con i nomi al femminile" l'analisi di Daniel Mosseri.

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Daniel Mosseri

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Angela Merkel

È possibile stendere un disegno di legge usando solo termini al femminile? In Germania lo ha fatto l'ufficio legislativo di Christine Lambrecht, ministra federale della Giustizia in quota al partito socialdemocratico. Il testo di riforma del diritto fallimentare presentato da Lambrecht ai colleghi del quarto governo di Angela Merkel contiene solo ed esclusivamente termini come «imprenditrice», «impiegata», «consumatrice», «debitrice», «creditrice» e via discorrendo. Tutte le locuzioni che di solito vengono usate in tedesco al maschile sono stati declinate al femminile. Alcuni compagni di partito della ministra hanno trovato la novità interessante. «Trovo positivo che finalmente si discuta di eguaglianza di genere nel linguaggio anche nei testi legali», ha dichiarato la compagna di partito Katja Mast, numero due della Spd per la Famiglia e gli affari sociali. Meno entusiasta si è invece dimostrato il ministro federale degli Interni, Horst Seefoher. La stampa tedesca ha ripreso la dichiarazione di un portavoce del dicastero in cui si apprende che gli Interni chiederanno l'immediata revisione della bozza e la sua stesura nelle forme classiche. La questione non è solamente di chiarezza o di tradizione: il Viminale tedesco teme che la legge potrà trovare applicazione solo per le persone del genere indicato nel testo. Una confusione che offrirebbe il fianco a una sonora bocciatura del testo da parte della Corte costituzionale tedesca. Gli esperti degli Interni hanno ricordato ai colleghi della Giustizia che in tedesco la forma maschile si applica sia al genere maschile sia Femminile e che l'uso del femminile non è ancora linguisticamente riconosciuto come una forma da applicare a persone dei due generi. Se Seehofer si è affidato al linguaggio burocratico per chiedere alla collega di tornare sui propri passi, il Consiglio economico della Cdu non le ha mandate a dire. Parlando alla Augsburger Allgemeine, il segretario generale dell'organizzazione che rappresenta gli interessi di 12 mila pmi tedesche vicine alla Cdu ha accusato la ministra Lambrecht di non prendere il proprio lavoro sul serio. «Il tempo per una riforma del diritto fallimentare che crei trasparenza sta per scadere», ha affermato Wolfgang Steiger. Il compito della ministra, ha ricordato Steiger «è evitare a tutti i costi che un'ondata di fallimenti spazzi via le aziende sane. Il ministero deve subito erigere delle dighe contro questa eventualità». Nominata a giugno 2019 in sostituzione della precedente Guardasigilli Katarina Barley eletta al Parlamento europeo, la ministra Christine Lambrecht è stata bacchetata anche dalla Verein Deutsche Sprache (VDS), l'associazione per la tutela e la promozione della lingua di Goethe. «Il fatto che fra tutti quelli che esistono, sia proprio il ministero della Giustizia a non essere in grado di formulare un testo giuridicamente vincolante è notevole», ha osservato impietoso il presidente della VDS, Walter Krämer. Matematico e statistico di formazione, ed economista di professione, Krämer ha poi ricordato che soprattuto i testi legali devono essere a priva di fuoco laddove «questa formulazione ambigua sembra un invito a contestare la legge». Il fatto che i testi legali dovrebbero riflettere l'uguaglianza tra uomini e donne è una questione diversa, ha concluso Krämer «ma il solo uso della forma femminile è privo di qualsiasi ragione e di ogni regola linguistico-grammaticale».

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