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Il Giornale Rassegna Stampa
10.10.2020 Milano, il caso della moschea del Palasharp
Commento di Alberto Giannoni

Testata: Il Giornale
Data: 10 ottobre 2020
Pagina: 6
Autore: Alberto Giannoni
Titolo: «Moschea in via Novara, Sala parla di 'diritti' ma il no è del Comune»
Riprendiamo dal GIORNALE - Milano di oggi, 10/10/2020, a pag.6, con il titolo 'Moschea in via Novara, Sala parla di 'diritti' ma il no è del Comune', il commento di Alberto Giannoni.

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Alberto Giannoni

Petizione · Dia il Palasharp, o l'area dove sorge, per realizzare una  moschea · Change.org
Musulmani in preghiera davanti al Palasharp a Milano

Libertà di culto. A pochi mesi dalla fine del suo mandato, il sindaco Beppe Sala cita ancora la Costituzione. Vola ancora alto nel cielo dei principi, per affermare il diritto alla preghiera dei musulmani milanesi in un luogo sicuro e dignitoso. Lo ha fatto anche ieri: anche ieri si è appellato alla Costituzione per ribadire il suo orientamento favorevole al trasloco della «moschea del Palasharp», quel tendone a sua volta allestito in via Sant'Elia per risolvere il problema della preghiera in viale Jenner. Il sindaco è intervenuto dopo il presidio leghista. Il centrodestra infatti è contrario all'idea di spostare «provvisoriamente» la «moschea» in via Novara. Una analoga manifestazione contro il progetto era stata organizzata da Forza Italia. Per tutta risposta, forse colto impreparato, Sala ha ricordato «il diritto a manifestare la propria fede». «Se a qualcuno la Costituzione non interessa e sembra un simpatico orpello, si accomodi. Io lavorerò sempre per farla rispettare» ha detto, salvo precisare che tocca «agli uffici e all'assessorato» il compito di trovare «la soluzione più giusta», ma «il principio che tutti abbiano il diritto a manifestare la propria fede e abbiano un luogo adatto è un principio inviolabile». Questo stesso principio è sempre stato affermato dal centrosinistra, ma in dieci anni le giunte Pisapia e Sala non hanno risolto niente. E questo anche gli spazientiti dirigenti dei centri islamico lo sanno. Il problema non è di principio: è urbanistico e politico. Forse Sala non lo ricorda, ma il suo Consiglio comunale si è pronunciato quasi due anni fa, approvando un emendamento di Matteo Forte che escludeva un luogo di culto in via Novara. Nello stesso modo si è pronunciato anche il Municipio 7 guidato da Marco Bestetti. Tutti voti trasversali peraltro. «Capisco l'imbarazzo del sindaco - commenta proprio Bestetti - ma non nasconda le sue responsabilità dietro la Costituzione: il sacrosanto diritto di culto riconosciuto a tutte le religioni non c'entra assolutamente nulla». «Troviamo surreale che il Comune voglia trasferire la moschea proprio nell'unico ambito dove appena due anni fa il Municipio 7 e il Consiglio comunale - che esprime la volontà di tutti i milanesi - avevano votato chiaramente di non volere una moschea». Il caso ora è aggravato dalle pesanti minacce subite dalla consigliera ed eurodeputata Silvia Sardone, che ieri ha denunciato la mancata solidarietà di Palazzo Marino: «Il sindaco - ha detto - nonostante sia stata minacciata di morte e di stupro, non mi ha telefonato né mi ha mandato alcun messaggio di solidarietà». Della moschea si discute da decenni e il «principio» non lo nega nessuno, neanche il centrodestra che nell'era Moratti votò un ordine del giorno favorevole. Poi Giuliano Pisapia ha inventato un bando finito nel nulla e infine Sala ha predisposto uno strumento urbanistico. Proprio da quello strumento, comunque, via Novara è stata stralciata. La questione è complicata: chi fa la moschea? Dove? Non la si risolve con le petizioni di principio. «Il sindaco è inadeguato - commenta proprio Matteo Forte - unfit come ho detto in Consiglio. Anche stavolta butta la palla in tribuna. Il tema non è la libertà di culto ma l'urbanistica: il Consiglio ha votato e il Consiglio è sovrano. Sala continua a eludere la questione vera: quale realtà vuole legittimare? E intanto cosa ha realizzato?».

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