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Riprendiamo dal GIORNALE di oggi, 30/12/2019, a pag. 13 con il titolo "Una questione centrale in Usa (ma non solo)" l'analisi di Fiamma Nirenstein.
A destra: una manifestazione contro l'antisemitismo e per Israele negli Stati Uniti
E’ ormai un bel pezzo che l'antisemitismo è divenuta una questione centrale nella politica americana, anche se nessuno ha voglia di accettarlo. Se ne parla ormai anche nella campagna presidenziale degli Usa, la patria delle etnie e delle religioni che si mescolano in nome del sogno americano, la Terra che lontano dall'Europa infestata dal nazismo ne organizzo a caro prezzo la liberazione e che ha accolto e prodotto la migliore cultura ebraica contemporanea. Non passa giorno senza episodi di feroce antisemitismo. E proprio New York, campione del melting pot mondiale, ha visto in pochi giorni ben quattro attacchi antisemiti sanguinari di cui l'ultimo sabato nella casa del rabbino Chaim Rottenberg. Moltissimi newyorkesi ripetono che l'antisemitismo non ha diritto di cittadinanza. Ma sarà vero? In realtà l'America ne è inondata. C'è una continua ripetizione di stilemi antisemiti ormai assimilati nella narrazione comune sugli ebrei, basati sulla lieta, le a: era, disinformata assunzione che il popolo ebraico dato che sostiene Israele sia associato storicamente a ogni fenomeno di oppressione.
La scena dell'attentato Da qui, una licenza al pregiudizio e alla maldicenza pronti a trasformarsi in violenza. Persino Bernie Sanders, ebreo, uno dei candidati democratici, ha imperniato un suo discorso proprio su questo tema, sostenendo la necessità di criticare Israele come potere oppressivo nei confronti di donne, Lgbtq, immigrati e che il tradizionale aiuto a Israele deve essere spostato per esempio verso la deplorevole situazione palestinese. Gli fanno coro tre deputate, Ilhan Omar, Rashida Tlaib, Alexandria Ocasio-Cortez. Nessuna è responsabile di gesti antiebraici in forma diretta, ma ciascuna - come in passato Farrakhan, capo della Nation of Islam che teorizzava un nesso fra l'oppressione degli afroamericani e una supposta attitudine ebraica al dominio - cosparge la narrativa americana di illazioni sull'egoismo e la prepotenza ebraica. La velenosità dell'atmosfera si è incrudelita da quando Donald Trump ha dimostrato simpatia e affetto per Israele per nascondere l'antisemitismo di destra Difiìcile davvero da dimostrare, dato anche che sua figlia Ivanka è ebrea come il marito Jared Kushner. D'altra parte esiste in America il suprematismo bianco noto perla sua aggressione ai neri, ma anche per l'odio antiebraico. Come si fa a combattere questa ondata di antisemitismo? Usa ed Europa hanno il dovere di chiederselo. E indispensabile la memoria della Shoah e la rilettura della stupida propaganda anti israeliana, che attraverso il Bds (boicottaggio, disinvestimento, sanzioni), si traveste da movimento legittimo per abbracciare alleanze con ideologie e movimenti terroristi. Si tratta di battere il famoso intersezionalismo. Israele e gli ebrei non c'entrano, sono il solito capro espiatorio dei sensi di colpa dell'Occidente.
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