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Il Giornale Rassegna Stampa
21.11.2019 Il silenzio della Farnesina su Israele
Intervento di Carlo Benigni, presidente nazionale UDAI

Testata: Il Giornale
Data: 21 novembre 2019
Pagina: 7
Autore: Carlo Benigni
Titolo: «Il silenzio della Farnesina su Israele»
Riprendiamo dal GIORNALE di oggi, 21/11/2019, a pag.7, il commento di Carlo Benigni, con il titolo "Il silenzio della Farnesina su Israele".

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Carlo Benigni
presidente nazionale UDAI (Unione di Associazioni pro Israele)

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Luigi Di Maio, PD connivente, ma la grave gestione della Farnesina interessa poco o nulla tutti i partiti

Quasi tutti governi italiani, di ogni colore politico, che si sono succeduti dal dopoguerra ad oggi, hanno assunto posizioni tutt'altro che amichevoli nei confronti dello Stato di Israele. Contano i fatti: nell'ambito delle Nazioni Unite ed organizzazioni ad esse collegate, dall'Unesco all'Oms, l'Italia ha costantemente espresso un voto favorevole alle mozioni di condanna proposte in Assemblea o nelle commissioni, dove sono in maggioranza i paesi musulmani (è ancora accaduto nei giorni scorsi con otto risoluzioni di condanna), oppure un voto di astensione, che in realtà favorisce i nemici di Israele. Un meccanismo ben oliato, che funziona automaticamente ogni volta che c'è di mezzo Israele. Una vergogna. Qual è, rispetto ad Israele, la politica del nostro governo? Tuttora non è dato di saperlo. È il motivo per il quale abbiamo organizzato a Roma, lo scorso 23 settembre, un sit-in di fronte alla Farnesina. E abbiamo indirizzato al ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, una lettera in cui gli abbiamo chiesto «di farci conoscere le valutazioni e gli orientamenti della politica estera italiana in merito agli sviluppi politici nel Medio Oriente, di cui Israele è parte integrante e fondamentale». «Oggi più che mai prosegue la lettera Israele, l'unica democrazia del Medio Oriente, è esposta a minacce tra le più gravi dalla costituzione dello Stato nel 1948. L'Iran ribadisce l'obiettivo della distruzione della entità sionista, si avvicina alla realizzazione dell'arma nucleare e promuove azioni di guerra contro l'Arabia Saudita; Al Fatah erige monumenti agli autori di attentati contro militari e civili israeliani e riconosce pensioni alle famiglie degli attentatori, attingendo ai contributi dell'Unrwa e dell'Unione Europea, Italia compresa; sul fronte del Libano gli Hezbollah predispongono massicci attacchi con missili e cunicoli sotterranei; continuano i lanci di missili e droni da Gaza; le organizzazioni internazionali facenti capo alle Nazioni Unite sono quasi sempre schierate pregiudizialmente contro Israele; sui media i territori della Cisgiordania sono solitamente definiti occupati anziché contesi, differenza non irrilevante nel diritto internazionale. Il governo italiano li considera occupati o contesi? Infine, l'Europa. Permane la latitanza della Ue, la cui apparente neutralità è stata sinora un dissimulato appoggio al regime iraniano. Se con l'insediamento del presidente Ursula von der Leyen vi sarà una politica diversa, sarà appoggiata dal nostro Paese?». Il 23 settembre il ministro degli Esteri era impegnato a New York all'Assemblea delle Nazioni Unite. Noi abbiamo chiesto di essere ricevuti da un suo diretto collaboratore, ma non abbiamo avuto alcuna risposta, e non ci è rimasto che consegnare la lettera all'Ufficio postale del ministero. Non siamo sorpresi più di tanto: da sempre la struttura della Farnesina è filoaraba. Continuiamo ad attendere una risposta, che probabilmente non arriverà.

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