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Il Giornale Rassegna Stampa
17.10.2019 Iran e Turchia pronti a dividersi la Siria
Analisi di Fiamma Nirenstein

Testata: Il Giornale
Data: 17 ottobre 2019
Pagina: 1
Autore: Fiamma Nirenstein
Titolo: «Perché sarà l'Iran la vera polveriera»

Riprendiamo dal GIORNALE di oggi, 17/10/2019, a pag. 1-14 con il titolo "Perché sarà l'Iran la vera polveriera" l'analisi di Fiamma Nirenstein.

A destra: l'Iran dietro il terrorismo di Hezbollah e Hamas

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Fiamma Nirenstein

 

Dire curdi è diventato improvvisamente per la stampa occidentale un grido in favore dei diritti umani e della autodeterminazione, ed è giusto che sia così: l'assalto che stanno subendo è micidiale e può diventare genocida, e tanto più spaventoso è che sia perpetrato dai turchi, che si sono già macchiati del genocidio degli armeni, e che essi siano guidati da un leader che si ritiene un onnipotente sultano. E fa davvero specie che l'Europa scopra solo ora chi è veramente. E che? Non si sapeva che Erdogan da 16 anni al potere è dominato da un vizioso sogno integralista islamico e imperialista, che più volte ha dato prova di prepotenza inaudita (giornali chiusi, più di 150mila dissidenti in carcere) e di idee estreme, che ha smantellato la preziosa eredità kemalista che faceva della Turchia la speranza di un ponte fra mondo islamico e l'Occidente, che ha inondato il mondo di slogan e di prese di posizione antisemite corroborate dalla sua amicizia con Hamas, che ha sostenuto Morsi in quanto leader della Fratellanza Musulmana di cui si pregia di essere il maggiore uomo politico in carica? E' una novità che Erdogan abbia lasciato che il passaggio dalla sua terra di migliaia di integralisti islamici con qualsiasi passaporto abbia alimentato l'Isis, di cui molti sostengono abbia sostenuto i commerci e le armi? Il suo odio per i curdi, il suo identificarli tutti col PKK è uno dei segni della pericolosa indole dell'uomo che non ha esitato, e adesso di nuovo non esiterà, a minacciare l'Europa a aprire verso di lei i suoi confini e invaderla di profughi a milioni. I Curdi sono una popolazione divisa, disillusa e a volte persino in lotta l'una con l'altra delle sue parti, spesso spaccata dalle molteplici divisioni geografiche e politiche (Ocalan era certamente un leader, ma anche un comunista e un terrorista); ma sono anche una popolazione perseguitata, coraggiosa, speciale rispetto alla capacità di ambire all'eguaglianza fra i sessi e di praticarla per quel che possono; sono a favore della democrazia, di un rapporto positivo con l'Occidente e con Israele, che in questi giorni in contrasto con Trump manifesta nelle piazze in loro favore.

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Turchia e Iran si dividono la Siria

Anche Netanyahu ha detto parole di sostegno. Quello che sta accadendo sui media assegna a Erdogan una onnipotenza che non ha, e una lungimiranza che gli manca, come dimostra anche il fatto che nel suo Paese non gode più di tutto il sostegno di cui ha goduto nel passato. Erdogan ha imboccato una strada piena di imprevisti. Come vedranno adesso i turchi il suo uso dell'esercito e di milizie arabe estremiste contro la popolazione civile, lontano da Ankara? E una popolazione già in difficoltà economiche come accoglierà le sanzioni americane che già colpiscono i settori della difesa e dell'energia e la crescita delle tariffe, e quelle Europee che adesso verranno definite? Sarà una brutta colpa della Turchia il fatto che gli zombi assetati di sangue dell'Isis siano si siano di nuovo sguinzagliata a migliaia a causa della confusione apportata dalla guerra? I media in larghissimo coro sostengono che il ritiro di Trump segna un totale radicale cambiamento strategico della struttura del potere e dell'influenza americana nella zona, che chi ne guadagna sono innanzitutto la Russia, Assad e l'Iran. Ma bisogna ricordare che il potere alawita si è sempre appoggiato alla Russia per dominare il Paese, questo duo non è niente di nuovo. E che i turchi con Assad abbiano un rapporto di continuo scontro-riavvicinamento e altrettanto noto: per ora invece il fatto che Assad abbia stretto un rapporto coi curdi significa che i russi tendono allo status quo, senza smarginamenti turchi. Quanto all'Iran, la non fortuita coincidenza dell'inizio delle ostilità turche con una potente esercitazione lungo il medesimo confine dell'esercito iraniano, ci segnala che l'Iran si fa vivo per segnalare che non gli piace l'eccesso di presenza sunnita nel nordest della Siria, e questo contrasta non poco con la foto diffusa ovunque el summit Erdogan, Rouhani, Putin a metà settembre ad Ankara. Il trio non funziona più in questi momento, e la Russia farà l'equilibrista fra il maggiore potere sunnita e quello sciita che parevano momentaneamente acquietati Inoltre gli USA da sempre, e non con Trump,. come dimostra l'atteggiamento di Obama con la Libia, con l'Iraq, l'Afghanistan, col famoso tradimento della "linea rossa" di Assad, se n'è andato dal Medio Oriente un sacco di volte, con diversi presidenti americani. Ma poi ci tornati, nel bene e nel male: Carter con gli ostaggi nell'ambasciata iraniana, Reagan con l'esplosione delle baracche e la strage di militari per mano degli Hezbollah a Beirut, Bush dopo l'11 di settembre con l'invasione dell'Afghanistan e dell'Iraq. Adesso i bravi corrispondenti dal campo scrivono che una massa di milizie arabe armate dai turchi si occupa delle atrocità sulla popolazione curda al grido di Allah hu akbar, contro i kafir, gli infedeli. Questo scatenamento di integralismo islamico può avere grandi ripercussioni che certamente non lascerebbero nessuno indifferente, nemmeno Trump. E anche se Israele che certo con tutti i problemi che ha non può permettersi di muovere truppe armate, si può scommettere che il fatto che stia dalla parte dei curdi significherà certo qualcosa. Non è il fatto che gli USA non vogliano più stare su quel confine che ha cambiato le cose, è l'urlo di guerra dell'integralismo islamico che agita il Medio Oriente. Forse Erdogan con orgoglio sunnita e regale manca di una visione completa di quello che ha scatenato. l'Iran certo non ama questa invasione sunnita. E neppure gli alawiti. La Russia è in mezzo. L'America è lontana, ma vigile. E l'Europa, solito assente.

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