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Il Giornale Rassegna Stampa
19.09.2019 Attentato a Milano, terrorista descritto come persona con 'simpatie islamiste': ecco come ridurre il pericolo in nome del politicamente corretto
Cronaca di Cristina Bassi

Testata: Il Giornale
Data: 19 settembre 2019
Pagina: 11
Autore: Cristina Bassi
Titolo: «Militare ferito in stazione. Segreti chiusi nel cellulare»
Riprendiamo dal GIORNALE di oggi, 19/09/2019, a pag. 11 con il titolo "Militare ferito in stazione. Segreti chiusi nel cellulare", il commento di Cristina Bassi.

Il terrorista che ieri ha ferito a coltellate un militare alla stazione Centrale di Milano era stato segnalato dalle autorità tedesche per "simpatie islamiste", un modo politicamente corretto per ridurre la pericolosità del fanatico terrorista. Finché mancherà il coraggio di definire i terroristi per quello che sono, sarà impossibile affrontare e vincere questo pericolo.

Ecco l'articolo:

Risultati immagini per Mahmad Fathe
Il luogo dell'attentato

Milano Un mix, di certo molto pericoloso, tra disagio mentale e deriva fondamentalista. È questa, secondo gli inquirenti, la molla che due giorni fa ha portato Mahmad Fathe ad aggredire con un paio di forbici un militare alla stazione Centrale di Milano urlando «Allah akbar». Non sono emersi, per ora, elementi di collegamento con organizzazioni terroristiche islamiche. Le indagini, in particolare le ricerche sul cellulare sequestrato al 23enne yemenita e tra i suoi contatti, vanno avanti. Proprio sul telefonino del profugo sono stati trovati filmati con scene di guerra. Si tratta probabilmente di video di combattimenti in Yemen scaricati dal web. Riguardo alla nota delle autorità tedesche che segnalava Fathe come persona dalle «simpatie islamiste», fonti della Procura spiegano che era un alert «generico e inconsistente». Talmente privo di elementi di indagine da non essere neppure stato inserito nella banca dati delle forze dell'ordine italiane. Il 23enne è accusato di tentato omicidio aggravato dalla finalità terroristica e di resistenza a pubblico ufficiale. Il soldato colpito non è ferito gravemente. Nell'interrogatorio dopo l'arresto da parte dei carabinieri, davanti al pm Alberto Nobili che guida il pool anti terrorismo, Fathe ha dichiarato che il suo obiettivo era il martirio. «Ero stanco di questa vita - ha detto, affiancato dall'avvocato Paola Patruno -, l'unico modo per farla finita era con questo gesto. Volevo essere ucciso per raggiungere il paradiso di Allah». Il giovane profugo scappato dallo Yemen e passato dalla Libia, dopo aver fatto richiesta di protezione internazionale nel nostro Paese, era stato in Germania per un anno e mezzo. Era poi stato rispedito in Italia a luglio. In città era arrivato il 13 settembre e dormiva nella zona della Centrale. «Sono contro l'Isis e contro il terrorismo», ha giurato al pm. Aggiungendo che martedì era in stato confusionale: «Da cinque giorni non mangiavo». Avrebbe chiesto scusa per il suo gesto. Il difensore valuta di chiedere una perizia psichiatrica. Oggi l'udienza di convalida davanti al gip Natalia Imarisio, ad assistere il 23enne ci sarà l'avvocato Nicola Saettone.

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