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Il Giornale Rassegna Stampa
13.09.2019 False notizie e disinformazione contro Netanyahu sui media italiani, il Giornale in prima fila
Con il pezzo di Chiara Clausi

Testata: Il Giornale
Data: 13 settembre 2019
Pagina: 10
Autore: Chiara Clausi
Titolo: «I giorni neri di Netanyahu 'tradito' da Putin e Trump (e accusato di spionaggio)»

Riprendiamo dal GIORNALE di oggi, 13/09/2019, a pag.10, con ll titolo "I giorni neri di Netanyahu 'tradito' da Putin e Trump (e accusato di spionaggio)" il commento di Chiara Clausi.

Il Giornale entra a far parte del gruppo di quotidiani che attaccano il Premier israeliano Benjamin Netanyahu con il pezzo di Chiara Clausi, che avrebbe potuto essere pubblicato su Repubblica. L'articolo dà Netanyahu per sconfitto alle imminenti elezioni, quando invece gli ultimi sondaggi indicano un testa a testa tra Likud e il partito Blu e bianco. Clausi, inoltre, si dilunga sulle indagini che coinvolgono Netanyahu, dandolo per colpevole a prescindere. Il titolo rincara la dose, indicando senza spiegazione "giorni neri" per il leader del Likud. Molti quotidiani italiani escono con titoli analoghi, quello di Repubblica è "Finti ripetitori alla Casa Bianca, così Israele ascoltava Trump".

Unico giornale a pubblicare un commento e un titolo equilibrato, perché comprende entrambe le versioni dei fatti (anche se identifica la capitale di Israele in Tel Aviv invece che in Gerusalemme, ignorando la realtà) è il Messaggero: " 'Netanyahu spiava la Casa Bianca'. Tel Aviv: 'Clamorosa menzogna' ".

Ecco l'articolo del Giornale:

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Benjamin Netanyahu davanti a una foto di David Ben Gurion

Sempre più isolato e accerchiato. Così appare Benjamin Netanyahu a qualche giorno di distanza delle elezioni politiche del 17 settembre. La buona stella di Bibi The King, la sua capacità di rimontare in ogni circostanza è stata messa a dura prova da una raffica di eventi imprevedibili. Secondo fonti riservate della Casa Bianca citate da Bloomberg, Donald Trump, fin qui il suo più stretto alleato, ha discusso con gli stretti consiglieri la possibilità di allentare le sanzioni all'Iran per arrivare al summit con il presidente iraniano Hassan Rohani. Uno smacco per il premier israeliano che puntava a ridimensionare la minaccia iraniana con una politica muscolare da parte degli Usa. E anche l'idillio con il presidente russo Vladimir Putin sembra arrivato al capolinea, per via del mancato ridimensionamento della presenza dei Pasdaran in Siria. Ultima mazzata, ieri il quotidiano americano Politico ha svelato che Israele con molta probabilità avrebbe spiato la Casa Bianca. Dispositivi elettronici, in grado di intercettare cellulari protetti, erano stati posti vicino alle sedi del potere di Washington. E probabile che l'intelligence dello Stato ebraico volesse capire in anticipo le mosse di Trump sul dossier iraniano. Il capo della Casa Bianca non ha mostrato irritazione ma non è più in totale sintonia con l'amico Netanyahu. Tanto che sarebbe pronto ad aderire al piano francese di destinare una linea di credito di 15 miliardi all'Iran. A Teheran sono sempre più convinti che il leader Usa voglia un accordo a tutti i costi, da utilizzare come carta a proprio favore in campagna elettorale. Netanyahu, da Sochi sulle rive del Mar Nero dove ieri ha incontrato Putin, ha negato tutto.

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«Non c'è stato nessun lavoro di intelligence negli Stati Uniti, nessuna spia - ha ribattuto -. E una montatura completa. E una clamorosa bugia». Ma questa rivelazione se confermata potrebbe scuotere e mettere in crisi una relazione diplomatica chiave sia per gli Stati Uniti che per Israele. E come se non bastasse vacillano anche le relazioni tra Netanyahu e Putin. I punti di frizione tra i due Paesi sono sempre gli stessi. Netanyahu preme perché i russi spingano l'Iran a ritirare le forze dei Pasdaran e il loro apparato missilistico da Siria, Iraq e Libano. Putin finora ha fatto ben poco, a parte evitare che le milizie arrivassero fino al Golan. Anche la mossa di annunciare l'annessione della Valle del Giordano in caso di vittoria non ha portato molti consensi. Due giorni fa Netanyahu ha annunciato che annetterà quella parte della Cisgiordania e «tutti gli insediamenti ebraici» se verrà rieletto primo ministro, anche se in «massimo coordinamento» con gli Stati Uniti. Putin non si è espresso, forse per la sua precedente annessione della Crimea, ma il ministero degli esteri russo ha condannato la mossa. E anche l'Onu ha preso posizione contro Netanyahu. «Simili piani rappresenterebbero una seria violazione della legge internazionale», ha chiosato il segretario generale dell'Onu Antonio Guterres. Ma non finisce qui. Facebook giovedì ha sospeso la funzione di chat automatica della pagina ufficiale di Netanyahu per 24 ore. L'accusa è aver violato la politica di divieto di incitamento all'odio del social. Il messaggio inviato sarebbe stato un avvertimento: gli arabi «vogliono distruggerci tutti». O meglio qualsiasi coalizione di opposizione che includesse politici arabi sarebbe «un governo debole di sinistra laica che si basa su arabi che vogliono distruggerci tutti: donne, bambini e uomini». In un'intervista con la radio nazionale Kan Reshet Bet, Netanyahu ha negato di aver scritto il post. «E stato un errore di un dipendente», ha poi spiegato. Ma Facebook ha ribattuto duramente: «In caso di ulteriori violazioni, continueremo a prendere le misure appropriate».

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segreteria@ilgiornale.it

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