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Il Giornale Rassegna Stampa
31.08.2019 Milano: porte aperte a chi fa propaganda alla Sharia
Commento di Alberto Giannoni

Testata: Il Giornale
Data: 31 agosto 2019
Pagina: 1
Autore: Alberto Giannoni
Titolo: «Arriva a Milano l'imam amico degli integralisti islamici»
Riprendiamo dal GIORNALE/Milano di oggi, 31/08/2019, a pag.1, con il titolo "Arriva a Milano l'imam amico degli integralisti islamici" il commento di Alberto Giannoni

Ecco un altro esempio dell'avanzata dell'islamismo nel nostro paese, nella attenta analisi di Alberto Giannoni. Si esibirà a Milano al teatro Menotti, con tutti i crismi della legalità: fare propaganda alla Sharia è legale.

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Alberto Giannoni               Abdel Mourou

 A volte ritornano. E Abdel Mourou torna oggi a Milano da protagonista: candidato alle elezioni presidenziali in Tunisia per Ennadha, partito che è considerato la versione locale dei Fratelli Musulmani. Torna alle 17 di oggi al teatro Menotti per un evento annunciato sulla pagina del movimento. Era già passato da Milano, il settantunenne tunisino, nel fine settimana di Pasqua, per la contestata «fiera della Speranza» di Islamic Relief. La ong islamica aveva organizzato in via Mecenate un'ambiziosa manifestazione con «ospiti internazionali». I nomi - centellinati a dovere - avevano in effetti una certa notorietà, ma erano a dir poco controversi, tanto che il Consiglio regionale lombardo approvò (...) (...) una mozione unanime che considerava «inammissibile» una manifestazione con «personaggi che possano diffondere idee in palese contrasto con la Costituzione».
Si parlava soprattutto di Jasem Al Mutawa che era stato presentato come esperto in mediazione familiare, ma fu riconosciuto da uno dei massimi esperti di islamismo, Lorenzo Vidino, come protagonista di una performance tv di qualche anno fa, una grottesca dissertazione sulle percosse e la «disciplina» in famiglia. I riflettori si accesero su questo imam, tanto che Islamic Relief fu indotta a precisare che Mutawa «non ha mai invogliato né giustificato la violenza sulle donne».
Gli altri personaggi, tuttavia, non erano molto più rassicuranti. Fra loro c'era Rajab Zaki, indicato da Vidino come «l'imam della moschea di Finsbury Park, considerato l'epicentro dei Fratelli Musulmani inglesi» e c'era appunto Abdel Mourou, definito allora come «leader spirituale di Al Nahda, sostanzialmente la versione tunisina dei Fratelli Musulmani». Poco meno di un mese fa, il partito ha scelto Mourou - attualmente presidente ad interim del Parlamento - come candidato alle presidenziali che saranno celebrate il 15 settembre, dopo una campagna lampo che si è aperta dopo la morte il 25 luglio dell'anziano Mohamed Essebsi, laico, primo presidente eletto nella fragilissima democrazia tunisina.
La commissione per le elezioni, due settimane fa, ha ammesso 26 candidature, rigettando quella di Mounir Baatour, avvocato, militante per i diritti degli omosessuali e liberale. Anche Baatour è passato da Milano, partecipando al congresso dell'associazione radicale «Certi diritti» e a un incontro nella sinagoga Beth Shlomo.
Di segno molto diverso il passaggio e la candidatura di Mourou, inevitabilmente associata alla Fratellanza. «Il fatto che venga a Milano fare campagna elettorale mi preoccupa - dice Davide Romano che è stato assessore alla Cultura della Comunità ebraica ed è portavoce di Beth Shlomo - Spero nessuno sottovaluti la presenza in città di una rete di tale organizzazione". Non sottovaluta affatto il problema Gianmarco Senna, capolista della Lega alle Regionali e oggi presidente di commissione al Pirellone. «Siamo chiari e diretti - dice - questo imam non è il benvenuto a Milano. Tutti noi conosciamo le posizioni di questo partito islamista sulla condizione femminile, per esempio, e verso Israele. Non c'è spazio da noi per gente simile»

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