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Il Giornale Rassegna Stampa
21.05.2019 La traduzione italiana del Talmud
Commento di Matteo Sacchi

Testata: Il Giornale
Data: 21 maggio 2019
Pagina: 30
Autore: Matteo Sacchi
Titolo: «È italiano il programma che traduce il Talmud»

Riprendiamo dal GIORNALE di oggi, 21/05/2019, a pag.30, con il titolo "È italiano il programma che traduce il Talmud", il commento di Matteo Sacchi.

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Ieri al Museo della scienza e della tecnologia di Milano si è parlato (alla presenza del ministro dell'Istruzione Marco Bussetti e dell'ambasciatore israeliano Ofer Sachs) di uno dei più grandi progetti di traduzione mai intrapresi nel nostro Paese: la traduzione del Talmud Babilonese. I numeri di questo grande lavoro interdisciplinare rendono l'idea della vastità dell'opera. Il Talmud Babilonese, il secondo testo per sacralità nella cultura ebraica, è lungo 5774 pagine ed è un testo enormemente complesso (63 trattati). Questa raccolta di testi rabbinici, redatta nelle accademie (Yeshivot) della Mesopotamia tra il III e il V secolo d.C., spazia tra i più svariati argomenti, dalla vita religiosa, al diritto, ai dubbi della vita comune.

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Terzo da sinistra il ministro dell'Istruzione Marco Bussetti, quinto l'ambasciatore israeliano Ofer Sachs

E come ha spiegato la direttrice del progetto, Clelia Piperno, è il cuore pulsante della cultura ebraica, «Un testo sacro ma che invita continuamente al dubbio, al ragionamento, un pezzo fondamentale di quelle radici giudaico cristiane della cultura europea di cui spesso si parla». Per leggerlo in Italia, sino a ora, serviva una conoscenza dell'aramaico ad alto livello o bisognava affidarsi a una delle traduzioni inglesi. Il progetto che vede la collaborazione della Presidenza del Consiglio, del Miur, del Cnr, dell'Ucei e del Cri ha ultimato già il 60% della traduzione e pubblicato i primi tre trattati sfruttando il lavoro di 90 tra ricercatori e traduttori. A essere particolare è soprattutto il metodo di questa traduzione, che avrà forse 30 volumi e che richiederà altri dieci o dodici anni di lavoro. Alla base, come spiegato ieri da Clelia Piperno e Rav Gadi Piperno (quality manager del progetto di traduzione), c'è lo sviluppo di un software chiamato «Traduco». Si basa sulla linguistica computazionale. Il sistema tiene conto delle traduzioni già effettuate e suggerisce al traduttore umano come procedere col suo lavoro. E più il lavoro procede e più «Traduco» diventa competente. Tanto che il software italiano diventerà la base della traduzione del Talmud anche in altri Paesi del mondo (è stato da poco presentato in due università di Mosca). La prima edizione a stampa del Talmud fu fatta a Venezia nel primo Cinquecento. Il Talmud venne messo al rogo in Campo de' fiori a Roma il 12 agosto 1553 dall'Inquisizione. Ora la sua storia riparte dall'Italia.

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