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Il Giornale Rassegna Stampa
12.05.2019 Fascismo: Pasolini aveva capito, ma sono pochi a imitarlo
Commento di Nicola Porro

Testata: Il Giornale
Data: 12 maggio 2019
Pagina: 25
Autore: Nicola Porro
Titolo: «Leggere Pasolini contro il fascismo 'antifascista'»

Riprendiamo dal GIORNALE di oggi, 12/05/2019, a pag.25, con il titolo "Leggere Pasolini contro il fascismo 'antifascista' " il commento di Nicola Porro.

Quando tutto è fascismo, niente è più fascismo, come diceva Leonardo Sciascia. Un esempio è quanto è successo al Salone del Libro di Torino, dove ha vinto una specie di 'pensiero unico', chiamato antifascismo, mentre il termine attuale dovrebbe essere anti-totalitarismo, parola tabù, perché includerebbe anche il totalitarismo di sinistra oltre a quello della estrema destra. La sinistra non lo permetterebbe mai.

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Nicola Porro


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Le 'Lettere luterane' di P.P. Pasolini (Garzanti ed.)

"I giovani fascisti di oggi non li conosco e spero di non aver l'occasione di conoscerli». Quando Italo Calvino scrive queste parole sul Messaggero del 18 giugno 1974, Pier Paolo Pasolini s'infuria e risponde con una lettera aperta su Paese Sera: «Augurarsi di non incontrare mai dei giovani fascisti è una bestemmia, perché, al contrario, noi dovremmo far di tutto per individuarli e per incontrarli. Essi non sono i fatali e predestinati rappresentanti del Male». «Pasolini non c'è più. Però - ha rassicurato Michela Murgia, in un servizio andato in onda su Quarta Repubblica - ci siamo noi». Cioè, loro: i nuovi intellettuali della sinistra impegnata. Che, come Calvino, non hanno nessuna voglia di incontrare un fascista. Nemmeno per sbaglio, tra gli stand del Salone del Libro. Pasolini, invece, con i fascisti parlava. La sua ultima poesia, Saluto e augurio, inizia così: «voglio parlare a un fascista,/ prima che io, o lui, siamo troppo lontani». Contro l'atteggiamento di Calvino e degli altri antifascisti militati, Pasolini scrive: «Ci siamo comportati coi fascisti (parlo soprattutto di quelli giovani) razzisticamente: abbiamo cioè frettolosamente e spietatamente voluto credere che essi fossero predestinati razzisticamente a essere fascisti». E il famoso fascismo degli antifascisti. Così lo definisce Pasolini negli Scritti corsari. Mentre nelle Lettere luterane, testo più nascosto, e per questo lo suggeriamo, Pasolini si spinge ancora più in là: fa a pezzi i giovani della nuova sinistra, tutti con il certificato dell'antifascismo doc. Perché, scrive, «essi aggiungono, dentro lo schema del conformismo assimilato - come ai tempi delle orde - dall'ordine sociale paterno, una nuova dose di conformismo: quello della rivolta e dell'opposizione».

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