venerdi 29 marzo 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


Clicca qui






Il Giornale Rassegna Stampa
26.04.2019 Libano/Caschi blu: se il generale Del Col mette sullo stesso piano Israele e i terroristi di Hezbollah
Lo intervista Fausto Biloslavo

Testata: Il Giornale
Data: 26 aprile 2019
Pagina: 19
Autore: Fausto Biloslavo
Titolo: «'Hezbollah e Israele? Violano tutti e due la risoluzione Onu'»

Riprendiamo dal GIORNALE di oggi, 26/04/2019, a pag.19, con il titolo 'Hezbollah e Israele? Violano tutti e due la risoluzione Onu' l'intervista di Fausto Biloslavo al generale Stefano Del Col, comandante degli 11mila caschi blu della missione Onu nel sud del Libano.

Il generale Del Col mette sullo stesso piano Israele e i terroristi di Hezbollah, sostenendo che entrambi in modo analogo violano le risoluzioni Onu. Israele - ma questo il generale non lo dice - è stata costretta per la propria autodifesa a non rispettare alcune risoluzioni Onu che le avrebbero legato le mani e impedito di garantire la sicurezza dei propri cittadini , in modo particolare la costruzion dei tunnel al confine con il Libano, mentre i terroristi hanno l'obiettivo di distruggere lo Stato ebraico. Una differenza fondamentale che 'sfugge' a Del Col.

Ecco l'intervista:

Immagine correlata
Fausto Biloslavo

Un diplomatico in divisa. È così che si presenta il generale Stefano Del Col, comandante degli 11mila caschi blu della missione Onu nel sud del Libano, compreso un migliaio di italiani. Nel 1983 è entrato in accademia, un anno dopo lo sbarco dei nostri primi soldati di pace a Beirut. Nel 2006 Hezbollah, il partito armato degli sciiti libanesi, e Israele si sono scannati l'ultima volta facendo a pezzi mezzo Libano. Poi è stata potenziata la missione Unifil, ma israeliani e il partito di Allah libanese continuano a fronteggiarsi in Siria. Prima dell'incontro con i 130 lettori del Giornale, che hanno visitato il paese dei cedri, Del Col sfodera tutte le sue abilità diplomatiche nell'intervista esclusiva al Giornale.

Immagine correlata
Stefano Del Col

Lei è il quarto comandante italiano della missione Onu nel sud del Libano. È un caso o l'Italia è vista come un paese che sa mediare nel ginepraio mediorientale?
«Per la nostra appartenenza al Mediterraneo e la conoscenza del paese, gli italiani godono di rispetto in questa area del mondo e in Libano hanno sempre avuto un ruolo chiave. Abbiamo una capacità nel riconoscere le varie sfaccettature di questo mondo e rimanere imparziali trovando gli anelli di congiunzione, che sono la chiave di volta per mantenere la situazione stabile. Il mio ruolo non a caso è doppio: comandante delle forze di pace, ma anche capo della missione Onu, che mantiene i rapporti con le parti in causa. Un diplomatico in divisa, come capita in poche missioni delle Nazioni Unite».

I critici di Unifil sostengono che se Hezbollah e israeliani volessero spararsi addosso lo farebbero comunque sopra la testa dei caschi blu. Come replica?
«Che da 13 anni la missione Unifil garantisce pace e stabilità e che puntiamo a un accordo di pace definitivo. I due paesi sono, tecnicamente, ancora in guerra. La Blue line, marcata con i famosi barili di colore blu, non è un confine di fatto, ma una linea stabilita dalle Nazioni Unite. Bisogna guardare lontano per arrivare a trasformare questa linea in un confine vero e proprio fra Israele e Libano».

L'ultima «crisi» riguarda i tunnel scavati da Hezbollah sotto la linea blu per arrivare in Israele. Quanti ne sono stati trovati?
«I primi giorni di dicembre i rappresentanti delle forze armate israeliane mi hanno chiamato preannunciando l'inizio dell'operazione Northern Shield, tesa a verificare l'esistenza di tunnel, che attraverso la Blue line collegassero i due paesi. Gli israeliani hanno scoperto sei tunnel in due aree diverse».

E i caschi blu che cosa hanno fatto?
«Per ora abbiamo verificato in maniera indipendente che due tunnel attraversavano la Blue line. Per questo motivo ho riportato a New York la violazione della risoluzione 1701 dell'Onu (sul cessate il fuoco fra Israele e Libano, nda), poi discussa nel Consiglio di sicurezza. In uno dei tunnel hanno pompato del cemento dalla parte israeliana. Dopo un giorno è uscito nell'area libanese in una vecchia fabbrica a poco più di 100 metri a nord della Blue line. Ce ne siamo accorti perché sulla strada si era formata una pozza di cemento, che usciva dal tunnel. La fabbrica è di una società privata e abbiamo chiesto (al governo libanese, nda) di verificare all'interno, ma non ci hanno dato il permesso».

Anche gli israeliani non rispettano la risoluzione dell'Onu sulla cessazione delle ostilità?
«Gli israeliani violano, con una certa frequenza, lo spazio aereo libanese con il sorvolo di aerei e droni».

Spesso il Libano ha subito guerre e devastazioni per l'esplosione di scenari internazionali, come potrebbe essere un conflitto fra Israele e Iran. Lei è ottimista per l'immediato futuro?
«Non penso che si voglia una nuova guerra in Medio Oriente. Almeno me lo auguro. Al contrario significherebbe che il processo che stiamo portando avanti nel Sud del Libano verrebbe minato da fattori esterni. Il mio compito, la spola che faccio fra Tel Aviv e Beirut, è teso proprio a scongiurare questo tipo di scenario».

Per inviare al Giornale la propria opinione, telefonare: 02/85661, oppure cliccare sulla e-mail sottostante


segreteria@ilgiornale.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT