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Il Giornale Rassegna Stampa
01.04.2019 Le due vite di Hans Hofmeyer: prima nazista, poi giudice dei criminali nazisti
Commento di Daniel Mosseri

Testata: Il Giornale
Data: 01 aprile 2019
Pagina: 13
Autore: Daniel Mosseri
Titolo: «Le due vite del giudice: il fanatico nazista che condannò i nazisti»
Riprendiamo dal GIORNALE di oggi, 01/04/2019 a pag.13 con il titolo "Le due vite del giudice: il fanatico nazista che condannò i nazisti" il commento di Daniel Mosseri.

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Daniel Mosseri

Berlino Il più noto è il processo di Norimberga con cui i vincitori della Seconda guerra mondiale chiesero ai gerarchi nazisti di rispondere di crimini mostruosi commessi contro la pace e contro l'umanità. Fra le condanne a morte pronunciate nella città bavarese nel 1946 spiccano quelle contro Göring e Ribentropp. Fra il 1963 e il 1966, sarà invece la giovane Germania federale a fare i conti con la propria storia. Ai «processi di Auschwitz» procuratori, giudici e avvocati tedeschi giudicheranno l'operato di 22 connazionali accusati di aver commesso crimini nel famigerato campo di sterminio. Il presidente della corte, Hans Hofmeyer, colpì tutti durante il dibattimento «per il suo comportamento sicuro di sé ma anche umano». Così l'edizione domenicale (Fas) della Frankfurter Allgemeine descrive le impressioni del giurista Matias Ristic. Affascinato dalle registrazioni audio del processo, Ristic ha analizzato la personalità del giudice «ma quello che sarebbe dovuto diventare un monumento è diventata un'opera di decostruzione», osserva la Fas.

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Hans Hofmeyer

Nato nel 1904, Hofmeyer aveva fatto carriera negli anni '30, e nel 1944 era giudice sanitario della giurisdizione militare nazista. Per giudicare i criminali del campo di sterminio non fu scelto un resistente, un fuoriuscito o un dissidente del nazismo, ma neppure un giurista non coinvolto con i crimini del regime. Al contrario, alla testa del tribunale fu messo un ex giudice nazista. Un magistrato che aveva decretato per esempio la sterilizzazione forzata di alcune ragazze. Una di queste andava molto male a scuola dopo essere stata colpita da meningite. I nazisti non avevano pietà per i disabili fisici e mentali e l'ossessione per la purezza della razza portò all'Aktion T4: 70 mila persone ritenute poco degne di vivere furono uccise e la loro morte definita un atto di «eutanasia»; altre 375 mila furono sterilizzate contro la loro volontà affinché non intaccassero la razza superiore. La ragazzina in questione ebbe sfortuna: la prima volta per essersi ammalata, la seconda per aver incontrato sulla sua strada il giudice Hofmayer. Che nel 1937 non solo approvò la richiesta di sterilizzazione della giovane da parte di un medico ma prese anche nota di come la madre della ragazza gli avesse fatto «un'impressione un po' ridicola». Ottimo interprete dello Zeitgeist nazista prima e di quello antirazzista dopo, Hofmayer è lo stesso giudice che durante il processo Auschwitz criticò uno degli sterminatori che confessò di aver portato nel magazzino adibito ai cadaveri anche persone ancora moribonde: «Le vite di queste persone erano preziose come le vostre!», disse il giudice scandalizzato. Secondo Irit Dekel, ricercatrice associata del Centro per gli Studi sulla Riconciliazione all'Università di Jena, la scarsità di ricerche sul passato di Hofmayer «è legata al processo di denazificazione che già allora si voleva per completato con successo. Ma è proprio perché le atrocità di Hofmayer erano così recenti che la società tedesca di allora rifiutò di riconoscerle. Anzi dice ancora al Giornale forse il giudice fu scelto proprio quale ex tedesco comune con un ruolo di potere durante il regime, laddove il giudice ebreo Fritz Bauer subì attacchi antisemiti per aver condannato alcuni criminali». Denazificare con un ex nazista doveva servire a dimostrare al mondo che la Germania era cambiata.

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