venerdi 26 aprile 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


Clicca qui






Il Giornale Rassegna Stampa
24.03.2019 I kurdi hanno sconfitto il califfato. Ma l'Occidente non gli dice grazie
Commento di Fausto Biloslavo

Testata: Il Giornale
Data: 24 marzo 2019
Pagina: 14
Autore: Fausto Biloslavo
Titolo: «Abbiamo sconfitto il califfato. Regaliamo la vittoria al mondo»

Riprendiamo dal GIORNALE di oggi, 24/03/2019, a pag.14, con il titolo "Abbiamo sconfitto il califfato. Regaliamo la vittoria al mondo" il commento di Fausto Biloslavo

Immagine correlataImmagine correlata
Fausto Biloslavo                 I kurdi festeggiano

«Il cosiddetto Califfato è sconfitto al 100%. Come Stato e territorio non esiste più. Regaliamo questa vittoria al mondo» hanno annunciato ieri i comandanti curdi dopo due mesi e mezzo di furiosa offensiva per spazzare via l'ultima sacca dello Stato islamico a Baghuz, nella Siria orientale. Poche ore prima gli irriducibili di Abu Bakr al Baghdadi hanno girato un impressionante video della fine di una battaglia senza speranza. Una bandiera nera sventola innalzata da un tagliagole ragazzino, che si lancia nell'ultimo assalto suicida. Qualche decina di irriducibili della guerra santa sono stritolati in un fazzoletto di terra e sparano all'impazzata vendendo cara la pelle con folle coraggio. Non hanno più ripari: in campo aperto con alle spalle il fiume Eufrate vengono martellati da un fuoco micidiale dei combattenti curdi. I caccia americani sganciano una serie di bombe e un'enorme nuvola di fumo nero si alza verso Sono le persone sfollate e finite nelle tendopoli come quella di Al Hol. Si tratta in gran parte di donne sposate con i combattenti dell'Isis e dei loro bambini, cresciuti durante una guerra sotto l'ideologia del Califfato il cielo. In primo piano un comandante dei tagliagole urla davanti alla telecamera il suo pazzo testamento spirituale. Poi lancia quello che resta dei suoi uomini nell'assalto kamikaze. E la fine dello Stato islamico in Siria. Da ieri sul tetto della palazzina comando del grande villaggio di Baghuz, ultima roccaforte jihadista, sventola un'enorme bandiera gialla delle Forze democratiche siriane. «Un passaggio cruciale» nella lotta contro il terrorismo ha dichiarato il vice inviato speciale degli Stati Uniti della Coalizione internazionale contro lo Stato islamico, William Roebuck, celebrando la vittoria accanto ai comandanti curdi. Una vittoria costata cara: secondo i dati - tutti da verificare - dell'Osservatorio siriano con base a Londra, 630 civili sarebbero stati uccisi a Baghuz compresi 209 bambini e 157 donne. Gli irriducibili dell'Isis 6 usavano come scudi umani. Almeno 730 combattenti curdi sono caduti, compreso il volontario italiano Lorenzo Orsetti. I combattenti jihadisti rimasti sul terreno sarebbero almeno 1.600 e altri 5mila si sono arresi da gennaio. Le tendopoli come Al Hol scoppiano con 67mila sfollati, soprattutto mogli e figli dell'Isis. Mazloum Kobane, comandante delle Forze democratiche siriane, ha ricordato che la guerra contro il Califfato è costata la vita a llmila dei suoi uomini e donne e altri 2lmila sono rimasti feriti. Nel gennaio 2015, nel Nord Est della Siria, una strenua resistenza a Kobane, la Stalfingrado curda, ha segnato la prima sconfitta dello Stato islamico. Grazie all'appoggio aereo, di artiglieria dei corpi speciali alleati e le fornitura di armi Usa, le Forze democratiche siriane hanno strappato chilometro dopo chilometro il territorio occupato dalle bandiere nere. Nel 2017, dopo quattro mesi di assedio, Raqqa, la storica capitale dell'Isis è stata liberata dando il via all'inizio della fine, che ha visto il suo epilogo a Baghuz. Dopo la vittoria il comandante delle Forze democratiche ha invitato «il governo centrale di Damasco a scegliere la via del dialogo» garantendo una vasta autonomia ai curdi. In realtà la minaccia non è del tutto estirpata. «Abbiamo messo fine al Califfato dal punto di vista militare e come "stato". L'Isis, però, ha ancora cellule dormienti e la loro ideologia persiste nell'area dove hanno governato per anni» spiega Abdel Kareem Umer, il capo delle relazioni internazionali delle Forze democratiche siriane. Almeno lOmila jihadisti sono in semi clandestinità e continuano a colpire con attacchi terroristici mordi e fuggi. Il portavoce dello Stato islamico, Abu Hassan al-Muhajir, nonostante l'imminente disfatta a Baghuz, aveva rilasciato un messaggio audio proclamando che «il Califfato non è finito» ma sta solo cambiando pelle.

Per inviare al Giornale la propria opinione, telefonare: 02/85661, oppure cliccare sulla e-mail sottostante


segreteria@ilgiornale.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT