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Riprendiamo dal GIORNALE, cronaca di Milano, di oggi, 14/02/2019 a pag.4 con il titolo "Antagonisti indagati? Già pronto nuovo blitz contro Brigata ebraica" la cronaca di Alberto Giannoni.
Odiare è la vera priorità, pare che non pensino ad altro. E già si preparano a nuove pagine di odio. Gli antagonisti si proclamano grandi difensori del popolo palestinese, ma tutto questo afflato in cosa si traduce concretamente? Nel brutto spettacolo di urla e insulti che da anni si ripete il 25 aprile, macchiandolo. Ogni anno in piazza San Babila gli esponenti della Comunità ebraica di Milano, che prendono parte al corteo celebrativo della Liberazione, vengono verbalmente aggrediti. Loro e lo Stato di Israele, un Paese amico dell'Italia (e di Milano) che viene definito «terrorista» o «assassino», in quella come in altre manifestazioni che si ripetono nelle strade del centro.
Davide Romano, direttore del Museo della Brigata ebraica, che ha sede in corso Lodi, commenta così le notizie sugli odiatori: «Li vediamo ogni 25 aprile, molto aggressivi verbalmente e non so cosa succederebbe se non ci fossero le forze dell'ordine a proteggerci. Quello che ci urlano con la bava alla bocca è sintomo di un odio che deve preoccupare tutta la società italiana. La loro non è una normale e legittima critica politica ma un vero e proprio desiderio di cancellare la nostra presenza dal 25 aprile. Fosse per loro, l'intera storia della Brigata ebraica andrebbe cancellata, alcuni di loro ne negano addirittura l'esistenza». «Noi invece restiamo - avverte - per difendere la memoria di quegli eroi caduti per il ritorno della democrazia nel nostro Paese. E per difendere la storia di quei soldati ebrei migrati nel nostro Paese insieme agli anglo-americani per portarci la libertà. Quella libertà che queste persone non possono tollerare». Intanto, a riprova della ossessione anti-Israele, l'area antagonista si prepara a una nuova contestazione: in un comunicato delirante on line si parla di «campagna di strumentalizzazione della Brigata ebraica all'interno delle mobilitazioni per il 25 Aprile», si accusa la «Milano istituzionale» di aver creato «attorno alla Shoah una vera e propria industria propagandistica». «Di fronte a tutto questo - si legge ancora - abbiamo la possibilità e la responsabilità di opporci a chi da tempo a Milano (e nel resto d'Italia) vuole trasformare il 25 Aprile in una parata della vergogna». Per inviare al Giornale la propria opinione, telefonare: 02/85661, oppure cliccare sulla e-mail sottostante segreteria@ilgiornale.it |
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